2. nostalgia

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NOTE:
una vecchia robetta modificata e riadattata un po' poi quando è uscita nostalgia di blanco.
non segue del tutto la canzone ma solo alcuni versi. però eccola qua: buona lettura! <3

Manuel non parlava, Manuel agiva.
Non s'era mai sprecato particolarmente in parole che riteneva vocaboli al vento, fiato sprecato e minuti che avrebbe invece potuto impiegare in qualcosa di produttivo e utile.
Non che non amasse tutto ciò che si collegava alla letteratura, anzi, era solito perdere le nottate sfogando i suoi pensieri più ardui sulle pagine a righe di un taccuino che aveva comprato quasi per caso, insieme alla sua classica bic nera — perché il blu era troppo evidente e il rosso invece per i titoli, il nero invece descriveva perfettamente il suo desiderio di rendersi invisibile.
Infatti, nella vita di tutti i giorni, non si perdeva in chiacchiere e semplicemente metteva in pratica ciò che altri illustravano solo con parole così brillanti eppure mai reali.

Non aveva mai creduto ai grandi discorsi: una parte di lui li ripudiava, come quando da piccolo gli mettevano nel piatto le verdure che non gli piacevano e, per mostrare il suo disgusto, incrociava le braccia e scuoteva il capo con un sonoro e teatrale «NO!».
Sua madre aveva sempre tentato d'insegnargli che aprirsi, in fondo, non fosse così male e che l'avrebbe portato a mille possibilità colme di sentimenti dall'invidiabile e indescrivibile meraviglia. Ma lui era sempre rimasto in quel suo mondo fatto di silenzi, sbuffi e ostacoli creati dalle sue stesse mani.
Perché lui era fatto così.

Non che non avesse vissuto nel vero termine della parola, anzi... Si poteva dire che l'avesse fatto anche troppo, tra giri di droga, auto rubate, armi in mano e perfino una scappatella con una donna decisamente più adulta di lui. E molto altro ancora, che però nascondeva nei meandri della sua mente per riservarsi qualcosa di suo, qualcosa che il mondo non conoscesse in quell'istante e forse mai...
Perché lui era fatto così.

Manuel amava ritenersi misterioso e non lasciarsi vedere, forse anche per questo Simone Balestra lo innervosiva tanto.
Perché Simone lo vedeva, Cristo se lo vedeva, lo vedeva anche troppo.
Quel ragazzo era entrato nella sua vita quasi per sbaglio ma c'era rimasto per volontà e non s'era staccato un attimo da lui, anche quando l'aveva respinto nel peggiore dei modi, anche quando gli aveva buttato addosso i suoi lati peggiori per dimostrargli che non ne valesse la pena: Simone aveva continuato a vederlo, sempre, e a chiedergli di lasciarsi guardare anche nei momenti più bui.

Ti vorrei comprare come se fossi una bambola
Ti vorrei curare ogniferitache ti sanguina
Acosto di rischiare di cadere inuna trappola
E ricordarmi di te [...]

Forse anche per quello era accaduto ciò, quella notte: perché Simone l'aveva visto andarsene dalla festa e seguito, s'era infiltrato in quel suo tentativo di scappare e lo aveva costretto a fargli spazio. E Manuel lo aveva odiato, in quel momento forse più che mai, l'aveva odiato al punto ch'era crollato così, in quel bacio, tra le sue braccia, e da lì a pochi attimi s'era ritrovato spoglio d'ogni sua forza per permettergli d'introdursi nelle sue debolezze come solo lui sapeva fare.
Aveva ceduto, solo per quella volta, ed era stato così bello che la sua mente aveva urlato che fosse tutto irreale, impossibile, che quella perfezione non facesse per lui.
Quindi era scappato, di nuovo, s'era rivestito e chiuso in sé. E pochi giorni dopo gli aveva urlato che non fosse contato nulla, l'aveva ferito, come ormai da giorni lui stesso si sentiva.
Perché lui era fatto così.

Non sapeva comunicare e quindi lasciava parlare l'istinto. E ora Simone lo odiava, però non l'odiava come lui quella notte, no.
Lo odiava in un modo per cui non voleva vederlo, lo odiava in un modo che voleva scordarsi di lui, lo odiava così tanto che Manuel temeva di non poter mai più averlo accanto a sé.

il sapore della sua pelle | simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora