capitolo 1

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mi sveglio di soprassalto e grondante di sudore.
ennesimo incubo. ogni notte sempre la stessa storia, sogno le violenze subite da mio padre e puntualmente mi ritrovo inerme dinanzi ad esse, come se fossi solo una spettatrice.
fortunatamente ora quel pezzo di merda è in carcere, mamma lo ha denunciato quando ha saputo degli abusi che mi riservava fin da quando avevo tredici anni. iniziò con degli schiaffi, poi dei pugni e poi mi obbligò a toccarlo in parti proibite, ed io piangevo ed urlavo, perché sapevo, nonostante non fossi grande, che fosse sbagliato e ingiusto.
ma ora, per fortuna, non devo più preoccuparmi di quel figlio di puttana.
la mia mamma è una donna fortissima, si è sempre spaccata in due per me, per consentirmi di avere un futuro, ma io sto buttando nel cesso, inconsapevolmente, questa chance, con le mie abitudini autodistruttive che di certo non giovano alla mia salute.

ad ogni modo, mi faccio una doccia rilassante e inconsciamente mi gratto, come per ripulirmi da quei ricordi che vivono sulla mia pelle lattea.
qualche lacrima si confonde con le goccioline della doccia. che posso dire, sono una gran piagnucolona.
mi vesto optando per un maglione leggero scuro a strisce lungo, un paio di collant trasparenti neri con delle rose e le mie amate maryjane.
poi, scendo in piazza dirigendomi ad un baretto per sgranocchiare qualcosa. dopodiché, passo dal tabaccaio a prendere le sigarette e mi fermo su una panchina in una piazzetta ad ascoltare un po' di musica. 13 pm dei truceklan rimbomba nelle mie orecchie, mentre consumo una sigaretta dietro l’altra.
in lontananza vedo un gruppo di ragazzi, che riconosco essere trappers abbastanza famosi. sono sacky, simba, keta, neima, rondo e un ragazzo che credo si chiami anas. tra di loro noto zac, al che lui notandomi mi fa un cenno con la mano, facendomi segno di avvicinarmi. disinvolta cammino fino al muretto su cui sono seduti. si stanno fumando un joint.

«chérie, come va?» mi chiede zaccaria con un sorriso sincero, ed io lo apprezzo particolarmente, perché se fosse stato un altro ragazzo non mi avrebbe nemmeno calcolata, data anche la sua fama.
«ciao zac, beh.. va tutto bene.» rispondo non convinta, ma devo far finta di stare bene. odio mostrarmi debole.
«mmh... questi sono i miei amici: sami, mohamed, aziz, amine, mattia e anas!!» mi dice indicandomi uno ad uno i suoi amici.
«molto piacere, alicia!» rispondo con un sorriso.
«zaccaria, brutto coglione, com'è che non ci hai parlato di questa bella ragazza?» gli dice sami, al che mi imbarazzo e arrossisco visibilmente. mi scappa una risatina nervosa. credono davvero io sia bella? sarà che mi sono sempre svalutata e di conseguenza ho scarsa stima di me stessa...
«zitto sami, così la metti in soggezione.»
«okay, okay.» dice alzando le braccia al cielo.

parliamo per svariate ore e devo dire che non sono come me li immaginavo, solo molto simpatici e alla mano, o forse questa è solo una mia prima impressione, ma a pelle mi sono piaciuti molto.
abbiamo fumato un bel po' assieme ma stranamente non mi è uscita la parlantina, sono stata totalmente in chill.
si fa una certa ora, e zac decide di volermi accompagnare a casa.

un silenzio si è creato, ma non è imbarazzante, è quasi confortante. sono io a spezzarlo.
mi schiarisco la voce. «allora.. i tuoi amici sono molto simpatici zac» dico sinceramente.
«a volte sono dei pezzi di merda ma hanno davvero un cuore d'oro, chérie. comunque, come stai davvero?» mi chiede sospettoso. che si sia accorto che ho mentito? cazzo.
«beh zac.. va tutto una merda. i ricordi mi stanno mangiando viva, mi tormentano ogni notte con degli incubi e sinceramente ne ho le palle piene. vorrei poter godermi la vita, fare le cose che fanno i miei coetanei, innamorarmi...» calde lacrime percorrono le mie guance.
«ehi.. ehi guardami ali. tu non hai nulla che non va, le cose brutte capitano, sono queste a farti crescere, fidati, lo so bene. tira fuori i controcoglioni e lotta, lotta fino allo sfinimento, perché tu meriti di essere felice, nanerottola.» mi dice accarezzandomi le guance e scacciando le mie lacrime.
zac è un ragazzo fantastico, mi trasmette fiducia, positività e tranquillità. ha saputo calmarmi solo con due parole. lo adoro. mi sto affezionando e lo conosco solo da una settimana.
lo fisso intensamente negli occhi e cazzo, avrei tanta voglia di baciarlo ma ho tanta paura dei sentimenti che sto provando, mi spaventano a morte. mi scanso di scatto.
«buona notte zac, ci sentiamo.» dico tirando su con il naso. lo fisso e i nostri occhi sembrano incollarsi come melma, io mi sento come se sotto il suo sguardo mi stessi sciogliendo. perché mi fa provare queste sensazioni?
«notte chérie...» mi dice di rimando accarezzandomi il dorso della mano. gli sorrido, un sorriso sincero, carico di affetto.
sto per entrare nel mio palazzo ma qualcosa dentro di me scatta, qualcosa che non posso fermare.
corro verso di lui, che era rimasto a guardarmi, e lo bacio, lo bacio di botto, un bacio veloce. le nostre labbra si uniscono alla perfezione ed io non sento le farfalle nello stomaco, sento direttamente uno zoo.
gli sorrido e scappo nel mio palazzo.
zaccaria, che cazzo mi stai facendo?
tocco le mie labbra e mi sembra di sentire ancora il suo sapore di tabacco.
devo smetterla di farmi illusioni.
una come me, a uno come lui non ha niente da offrire, a parte una vita infelice, la possibilità di morire.

𝚒 𝚝𝚞𝚘𝚒 𝚘𝚌𝚌𝚑𝚒 𝚗𝚘𝚗 𝚜𝚝𝚊𝚗𝚗𝚘 𝚋𝚎𝚗𝚎 - 𝚋𝚊𝚋𝚢𝚐𝚊𝚗𝚐.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora