~Prologo~

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Sono chiusa in camera, rannicchiata su me stessa, mentre calde lacrime solcano le mie guance scarlatte, dello stesso colore del sangue che mi esce da un labbro.

Sono terrorizzata, mio padre è tornato ancora a casa ubriaco marcio e mi ha alzato le mani.

Devo scappare da qui, o finirò col morire.

Mi infilo le scarpe in tutta velocità e poi prendo una felpa.

Mi calo attentamente giù dalla finestra, poi inizio a correre all'impazzata per le stradine di San Siro.

Chiamo subito la mia migliore amica Gaia, in lacrime.

<<Oi Ga’, sono scappata. Papà mi ha di nuovo menata.>> le dico disperata.

Gaia è una persona fantastica, mi è sempre stata accanto nei momenti più difficili.

Come si sarà già capito, non è la prima volta che quel pezzo di merda mi alza le mani.

Gaia ha cercato di spingermi a denunciarlo, ma ho tanta paura di quello che potrebbe fare se venisse a scoprirlo.

Lui mi minaccia, sempre, mi dice che se parlo mi ammazza, letteralmente.

Da quando è morta mamma è completamente uscito di testa, si è trasformato in un mostro a sangue freddo.

<<Didi, ascoltami, ti passo a prendere, aspettami in piazza.» mi dice Gaia.

È la mia salvatrice, anche se, in tutta onestà, odio dipendere dalle persone.

Puntualmente invece mi ritrovo ad avere dipendenze affettive talmente intense e destabilizzanti.

«Okay Ga’, grazie davvero!» le dico sollevata.

Sono tanto fortunata ad averla, è una persona d'oro, nonostante la fama che ha acquisito col tempo, anche essendo la fidanzata del famoso rapper Rondo Da Sosa.

Io mi sono sempre distanziata da quel tipo di gente, ma non perché dia retta a certi tipi di pregiudizi, semplicemente perché so che portano solo a tanti guai e francamente non ho bisogno di ulteriori problemi.

Dopo dieci minuti precisi, passa a prendermi Gaia assieme a Mattia, ovvero Rondo.
Saluto Gaia con un abbraccio stretto stretto e Mattia con un cenno della mano.

<<Amore.. Come stai ora?>> mi chiede Gaia.

<<Destabilizzata e sollevata al tempo stesso. Non mi sembra vero che sono riuscita a scappare da quell'inferno.>> le rispondo.

Mi sono calmata un pochino, fortunatamente.
So che con Gaia e Mattia ora sono al sicuro.

Mi portano dinanzi a una palazzina abbastanza rovinata, ma certamente non peggio della mia.

Saliamo le scale e ad aprirci è un ragazzo marocchino, come quasi tutti gli amici di Gaia e Mattia, che credo si chiami Aziz.

Ma certo, è Keta, un altro rapper che credo faccia parte della zona 7.

<<Ciao ragazzi e chi abbiamo qui?>> saluta i due, rivolgendosi poi a me.

<<Giada.>> rispondo semplicemente.

No, non me la meno, è che sono estremamente timida e riservata, faccio molta fatica ad interagire con chi non conosco.

<<Piacere Giada, Aziz! Ragazzi suvvia, non fate i maleducati, ci si presenta ai nuovi.>> Aziz riprende i ragazzi presenti nel piccolo salotto, che subito mi squadrano dal basso verso l'alto.

Mi sento in soggezione, tutti questi sguardi non fanno altro che attivare la mia ansia sociale.

I ragazzi si presentano, scopro che si chiamano rispettivamente: Aziz, Sami, Anas, Valerio, Zaccaria, Mohamed e Mattia, che già conosco, più o meno.

Un ragazzo in particolare sembra particolarmente disinteressato.
“Che maleducato”, penso, ma non ci bado troppo, alla fine meno attenzioni attiro su di me, meglio è.

<<Ezza non fare il maleducato, cazzone>> lo riprende Mattia.

Ezza?

<<Amine.>> dice semplicemente “Ezza”.

Rimango impassibile, sono ancora frastornata da tutte le forti emozioni che sto provando, non mi va di parlare.

I ragazzi + Gaia danno il via ad una conversazione, ma la mia testa inconsciamente smette di collegare, non facendomi capire un emerito cazzo.

Noto che ogni tanto Amine mi lancia degli sguardi incuriositi, al che ricambio.

Ad un certo punto esco nel piccolo balcone a fumarmi un joint e presto Amine mi raggiunge.

<<Sai dicono che chi fuma veloce è propenso all'autodistruzione. E tu? Sei una tipa che si autodistrugge?>> mi dice prendendo posto accanto a me.

Ma che gli frega?

Non rispondo subito, lo fisso per un breve periodo, poi riporto l'attenzione sul mio joint.

<<Può darsi, ma perché dovrebbe interessarti?>> rispondo, sospettosa.

<<Perché i tuoi occhi sono trasparenti e ci leggo tanto dolore, fin troppo per una ragazza così giovane. Qualsiasi persona che sa cosa voglia dire soffrire non rimarrebbe impassibile di fronte ad una ragazzina con gli occhi spenti e tristi..>> mi dice, e, sinceramente, rimango scioccata.

Sono così tanto prevedibile? Oppure lui è bravo a leggere le persone.

<<Sai Amine, hai ragione. I miei occhi hanno perso quel luccichio che li caratterizzava e il mio cuore batte solo perché è umanamente impossibile il contrario. Ma il mio cuore è ridotto a brandelli, da anni, oramai, e la cosa peggiore è che non so come rimettere assieme i pezzi.>> gli confido scoppiando in lacrime, un nodo alla gola si forma immediatamente.

<<Ma Chérie, non ti assicuro che sarà facile rimettere assieme i pezzi, ma se me lo permetti, posso darti una mano.>> mi dice asciugando con il pollice le mie lacrime.

Il mio cuore batte da morire, non credevo fosse possibile dopo tutto lo strazio che ha dovuto subire...

Forse una speranza c'è anche per me.




N. A. : Nuova storia su Neima!! Questa volta mi impegnerò a finirla, fatemi sapere che ne pensate con un commento ed eventualmente lasciate una stellina, ovviamente se vi è piaciuto!!!
Xoxo, la vostra Cece. <3

Bebe, dimmi che succede ; Neima Ezza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora