~UNO~

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TW: AUTOLESIONISMO.



Alla fine Gaia si è offerta di ospitarmi a casa sua, è stata davvero carina.

Sbuffo il fumo della mia sigaretta fuori dalle labbra, i raggi filtrano dalla serranda.

Mi piace osservare il fumo che come una condensa si concentra nell'aria, ha un che di mistico.

Sono molto triste, vorrei tanto avere una famiglia, come quella di Gaia intendo.

Non chiedo tanto, semplicemente un padre che mi ami e mi rispetti.

Decido di alzarmi.
Ho dormito troppo, dopo aver passato la notte a piangere.

Dovrei essere a lavoro tra meno di mezz'ora.
Lavoro in una biblioteca, non è molto ma almeno qualcosa riesco ad intascarmi.

Inizialmente spacciavo, poi quando sono caduta nel giro della cocaina e ho toccato il fondo, finendo in ospedale per una quasi overdose, ho deciso di ripulirmi iniziando ad andare al Sert, ma soprattutto di trovarmi un vero lavoro onesto.

Ho solo diciassette anni, ma ne ho viste di cose che fanno male all'umore..

Decido di non andare a lavoro oggi, mando un messaggio vocale alla mia capa dicendo di non sentirmi particolarmente bene.

Vado in salotto, trovando Gaia che prepara la colazione e i ragazzi che scherzano e ridono.

Non sono depressa, forse, anche se dicono che il primo step della depressione è la negazione.
Non posso farci nulla, con tutto quello che mi è capitato non riesco a sorridere facilmente.

Ho passato la notte a farmi mille punti di domanda, chiedendomi se non fosse colpa mia.

Forse se non somigliassi così tanto a mamma papà mi amerebbe.

<<Buongiorno ragazzi, buongiorno amo.>> saluto i ragazzi e Gaia.

<<Buongiorno Chérie>> mi dice Amine. Gli sorrido.

Gaia mi abbraccia, deve avermi sentita piangere, ieri notte.

<<Come stai tesoro?>> mi chiede Gaia.

<<Sincera una merda.>> le dico con un sorriso amaro. Sospira.

<<Stasera andiamo all'old fashion con i ragazzi, ti voglio spettacolare, anche se sei sempre bella>>
Ma che cucciola.

<<Mmmh, va bene, va bene>> alzo le mani al cielo.
Se avessi detto di no, mi avrebbe comunque obbligata.

Passiamo il resto della giornata a guardare un film su Netflix, poi verso le 20:00 decidiamo di prepararci al meglio.

Mi faccio una doccia, poi asciugo e piastro i miei lunghi capelli neri.

Applico dell'eyeliner e le ciglia finte, poi un gloss nude.

Alla fine decido di vestirmi così:

Infilo un tacco 10 spesso del medesimo colore del vestito, spruzzo del profumo e sono pronta

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Infilo un tacco 10 spesso del medesimo colore del vestito, spruzzo del profumo e sono pronta.

Alle 22:00 ci passa a prendere Mattia, così ci dirigiamo verso il locale.

Davanti all'entrata noto i ragazzi di zona 7 e quelli di Lecco. Li saluto e vedo Amine squadrarmi dall'alto verso il basso. Gli sorrido.

Entriamo e decido di dirigermi immediatamente verso il bancone. Stasera ho bisogno di spaccarmi, per non pensare a tutto il dolore che mi porto dietro.

Ordino un Negroni, e poi un bel po' di shottini di vodka liscia. Non reggo molto bene l'alcool, quindi mi ritrovo già ubriaca neanche a metà serata.

Decido di andare in pista a ballare per cercare di svagarmi, dato che Gaia è impegnata con Mattia..

Muovo i fianchi a ritmo di musica fin quando delle mani si posano su di essi. Riconosco subito a chi appartengono, Amine.

Mi giro verso di lui e gli metto le braccia al collo, continuando a muovermi.

<<Tutto okay, Chérie?>> mi chiede con premura.

<<No, affatto. Sinceramente vorrei morire.>> dico in tutta onestà.

<<Che è successo ad una ragazzina così giovane come te, per avere un desiderio del genere?>> dice Amine con aria triste.

<<Troppo, tutto. Amine, mi sono successe tante cose brutte che non riesco a superare.>> mi si incrina la voce, sto per piangere.

Mi stacco bruscamente, decidendo di andare fuori a prendere un po' d'aria e a fumare una sigaretta.

Lacrime solcano le mie guance, mentre faccio lunghi tiri, finendo quasi subito la sigaretta.

Sento un forte dolore al petto. Vorrei urlare.

Mi accascio e inizio a piangere tirandomi i capelli.

Il mio pianto si trasforma in una dolorosa richiesta d'aiuto. Inizio ad urlare, i ricordi si fanno vividi.

L'incidente di mamma mi torna in mente, le sue urla, il suo corpo esanime, il sangue che cola dalla sua testa.. È tutta colpa mia.

Trovo un vetro a terra e mi procuro un taglio abbastanza profondo sull'avambraccio sinistro. Il dolore interno sembra placarsi un poco.

Non provo dolore, sono troppo offuscata dalle sofferenze che albergano la mia anima lesa.

Sto perdendo molto sangue, inizio a vedere a scatti.

<<GIADA CAZZO, AMORE..>> dice Gaia correndo verso di me, è scioccata.

Ennesimo mio errore, so solo sbagliare e far soffrire chi tiene a me.

Mi abbraccia, una lacrima cade dai suoi occhi azzurri.

Non presto attenzione a ciò che accade intorno a me, sento solo molto casino.
Inizio a vedere nero, gli occhi mi si chiudono da soli. L'ultima cosa che sento è qualcuno che mi prende in braccio a mo' di sposa.

Bebe, dimmi che succede ; Neima Ezza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora