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Ciaoooo :) Questo e' il primo capitolo della mia storia. Non dimenticatevi di stellinare e lasciare un commento se vi e' piaciuta! Ogni domenica un nuovo capitolo!

Sono sempre stata una ragazza frettolosa e impaziente, non riesco a godermi una cosa senza pensare a quello che viene dopo nonostante mi stia divertendo. Perfino quando mi lasciavo fare la pedicure prima di un matrimonio, di un evento importante o che so io, pensavo giá a quello che avrei fatto più tardi senza rilassarmi e beneficiare di quel massaggio.

Ora che sono al concerto di una delle mie band preferite – the Amity Affliction – non vedo l'ora che arrivi la fine per ascoltare il mio pezzo preferito di chiusura anziché pensare a quante altre belle canzoni suoneranno.

Guardo il palcoscenico e poso gli occhi sul fantasma bianco simbolo dell'album del gruppo musicale. Che coincidenza, se sapessero che i fantasmi non hanno quella sembianza chissà se cambierebbero l'immagine scegliendone una più accurata...

"Lilith, stanno per iniziare, non sei carichissima?" Joey mi strattona verso di lei e mi prende sottobraccio. La mia pelle si strofina sul suo chiodo di cuoio finto – mi domando come non faccia a sudare con questo caldo asfissiante, non che a Londra ci sia afa, ma in questo posto di sicuro non si respira. Sento il fiato corto e un odore di sudore acre che sembra non infastidire nessuno a parte me.

Joey e io andiamo d'accordo quasi su tutto, siamo molto simili nel modo di vestire, ascoltiamo la stessa musica a palla prima di andare a letto o per svegliarci alla mattina, siamo assurdamente meteoropatiche e perfino nate lo stesso giorno a un anno di distanza.

Fisicamente siamo diametralmente opposte: lei ha dei capelli lunghissimi, ondulati, color carota e due occhi azzurrissimi; io ho i capelli castano freddo lasciati crescere fino al seno e uno sguardo corvino sporcato da pagliuzze viola-spettro.

"Ho bisogno di una buona IPA prima che inizino." Dico a Joey chiedendole implicitamente se voglia bere qualcosa anche lei.

"Una Lager qualsiasi per me. Una pinta ovviamente, grazie." Joey sorride allegramente facendo comparire il piercing che ha sulla lingua. "Posso bere quanto voglio, domani non vado in ufficio, tranquilla." Aggiunge.

Vivere con Joey è facile, si adatta sempre a tutto ed è una delle persone più divertenti che io abbia mai conosciuto nella mia vita. Cranford Street è diventata una seconda casa, un rifugio dove niente fa paura. Visto da fuori, l'edificio non è dei migliori, sembra quasi una prigione. L'intonaco grigiastro è sgretolato, le finestre hanno i vetri rotti quindi hanno aggiunto delle sbarre di ferro pur di non sostituirle. Il giardino ha l'erba incolta che arriva al ginocchio e ogni volta ritroviamo cocci di bottiglia che i drogati ci lanciano dietro durante il fine settimana mentre scappano dalla polizia.

Ray, Chase e Alex sono come dei fratelli e Joey una sorella, non potrei mai immaginare una vita senza di loro. Quando li ho conosciuti mi sentivo persa, senza obbiettivi, angosciata e vulnerabile, ora sono una persona completamente nuova, migliore. Quando giro di sera da sola non ho più la tachicardia e le mani che sudano dall'ansia nell'aspettare di vedere qualcosa.

Mi avvicino al bancone del bar e ordino due birre. Un ragazzo tutto tatuato con una barba ispida inizia a spillare la IPA lasciando che un dito di schiuma lambisca i bordi del bicchiere di carta.

Impugno il bicchiere mentre parte la musica pre-concerto volta a riscaldare gli animi e l'ambiente: alcuni iniziano a saltare sul posto facendo ondeggiare la chioma di capelli, altri sghignazzano scolandosi una bottiglia di birra, altri si baciano con passione fino a risucchiarsi le labbra e altri, come me, ordinano da bere consapevoli che lo stimolo di urinare sia imminente.

Per fortuna domani è sabato e non devo mettere piede nemmeno io in quel fetido ufficio pieno di gente malata per il lavoro, ossessionata dai numeri che sbraita alle otto del mattino mentre sto ancora sorseggiando il mio caffè.

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