Parte IV

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Erano trascorsi alcuni giorni prima che Louis si riprendesse.

E durante queste 93 ore di convalescenza e malattia, lui non si era mai sentito così in conflitto e in balia del vento a causa di sentimenti nuovi. Ed era bello provare nuove emozioni anche se a volte l'angoscia prendeva il sopravvento e tutto all'improvviso diventava di nuovo nero.

In quei quattro giorni Louis non aveva mai visto o sentito Harry.

Ecco perché in quel momento con la tracolla sulle spalle, la sciarpa fin sotto al naso e un capello di lana (perché sua madre gli aveva categoricamente ordinato di coprirsi) era intento ad attraversare il cortile della scuola a passo veloce. In vita sua, non era mai stato così felice di andarci.

Ed era inevitabile non pensare come una sorta di mantra che a breve lo avrebbe rivisto. Non vedeva l'ora di incontrarlo, di guardarlo e di sentire quello strano calore investirgli in pieno il petto.

-Tomlinson!-

Louis arrestò la sua corsa frenetica verso Harry e si voltò con l'intenzione di sbarazzarsi immediatamente del biondino irlandese. Ma appena incontrò il suo sguardo e il suo gran sorriso, qualcosa si sciolse in lui.

Forse era l'amore che lo stava rendendo un tantino femminuccia o sentimentalista, ma non gli importò più di tanto, perché si avvicinò a Niall e, sorprendendolo, gli posò una pacca amichevole sulla schiena.

-Ciao, Niall- disse, con entusiasmo. -Come va?-

-Stai bene? Hai ancora la febbre?-

Louis scosse energicamente la testa e gli sorrise. -In realtà sono in ottima forma- disse. -Facciamo la strada insieme?-

-Certo, amico!-

Il ragazzo non la finiva più di blaterare, ma a Louis non importava più di tanto. Era felice, al settimo cielo e sentire qualche chiacchiera in più o in meno, in quel momento non gli interessava.

-Dopo le vacanze di Natale giocheremo la prima partita in casa!- annunciò il biondo. -Ci sarai vero?-

-Credo di sì. Sono proprio curioso di vedere come gioca Zayn-

E anche Harry...

-E' un fenomeno! Ora devo andare, ci troviamo a filosofia alla terza ora. Ciao, Louis-

-Ciao, Niall-

Louis si guardò intorno e notò con una punta di delusione che ormai la campanella era appena suonata e non aveva avuto l'opportunità di incontrare Harry. Se questa non si chiamava sfiga...

A passo svelto, raggiunse l'aula e occupò uno dei primi banchi.

Avrebbe aspettato.

Avrebbe rivisto Harry.

E tutto si sarebbe sistemato nei migliori dei modi.

Quando come un cretino aveva pensato che finalmente tutto si sarebbe aggiustato e che finalmente anche lui sarebbe stato felice, si era sbagliato di grosso. Anzi, meglio ancora, si era illuso.

Era appena entrato nella sala mensa e non si sarebbe mai aspettato di scontrarsi contro Harry. Ma la cosa peggiore era successa dopo, quando il quarterback con una leggera smorfia lo aveva allontanato e non gli aveva rivolto parola.

Era successo di nuovo... Harry lo aveva evitato.

Louis, con l'amaro in bocca e un peso gigantesco nello stomaco, decise di saltare per quel giorno il pranzo e di rifugiarsi in una parte più nascosta senza sguardi indiscreti o le solite chiacchiere di Gemma.

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