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«Ehi, svegliati.»
Una voce estranea, limpida e dolce, gli arrivò alle orecchie come un'eco lontana. Julian non osava aprire gli occhi. Non avrebbe sopportato ancora la visione di quel buio soffocante che gli toglieva il respiro. La schiena, forse, era poggiata contro qualcosa di duro e gelato; inoltre gli sembrava di essere seduto a gambe distese. Sollevò piano la testa, una gocciolina fredda gli cadde tra i capelli e un brivido lo attraversò. Voci e sussurri lo circondavano, ma probabilmente era tutto frutto della sua fervida immaginazione, così come la puzza di muffa che c'era nell'aria.
La verità è che sono chiuso in una bara...
Una nuova goccia colpì la sua fronte per scivolare poi lungo una guancia, solleticandolo. Qualcosa o qualcuno gli sfiorò leggermente una gamba.
Julian strinse più forte gli occhi mentre delle risate si levavano intorno a lui. Fantasmi.
Sospettò che avrebbe passato l'eternità intrappolato in quella maledetta bara, al buio e perseguitato da spettri. Non riuscì a immaginarsi un destino peggiore di quello. Le mani, abbandonate in grembo, gli formicolavano. Mosse piano le dita intorpidite e un gemito di protesta uscì dalle sue labbra. Quei fantasmi erano molto rumorosi.
«Svegliati, bell'addormentato apri gli occhi.» La voce cristallina dello spettro gentile si fece più vicina, accompagnata da un leggero suono di passi. Julian tenne gli occhi chiusi per non vedere la sua figura evanescente.
«Io dico che si è fumato qualcosa di forte» disse un altro spettro con convinzione.
«Per me è narcolettico» affermò un altro ridacchiando.
Tre voci diverse, tre fantasmi. Avrebbe voluto urlare loro di andare a tormentare qualcun altro e lasciarlo in pace, ma non sarebbe servito a niente. Ormai era morto e avrebbe dovuto sopportare quegli spiriti per l'eternità. L'angoscia gli strinse la gola come una mano invisibile pronta a soffocarlo. «Andatevene» mormorò, la voce stanca e impastata.
Qualcuno sbuffò in modo plateale. «Hunter, è inutile che continui a vegliare su di lui come se fossi il suo angelo custode, è quasi un quarto d'ora che tenti di svegliarlo. Che se ne vada al diavolo. Non l'hai ancora capito che vuole continuare a dormire? Forse se una delle ragazze si offrisse volontaria per baciarlo, Biancaneve potrebbe degnarsi di aprire gli occhi.»
Nuove risate lo investirono. Julian si mordicchiò le labbra, infastidito.
Dal tono di voce altezzoso e dal modo in cui si prendeva gioco di lui, il quarto fantasma sembrava il più insopportabile del gruppo. Non sarebbe stato facile averlo nelle orecchie per sempre, Julian maledisse la propria sfortuna.
«Svegliati, davvero, o qui ti crederanno un ritardato...» consigliò il primo fantasma al suo orecchio, c'era un pizzico di divertimento nella sua voce. «Sai, non è molto furbo dormire in un momento come questo... e per tutto il sangue di demone, sono pronto a scommettere che prima di te nessuno l'abbia mai fatto.»
Questa volta Julian ne sentì il respiro sul viso e, mentre il cervello era alla ricerca del perché uno spettro potesse respirare – e perché lui stesso stesse respirando – avvertì le dita calde del fantasma sulle guance. Sussultò all'istante, sorpreso da quel tocco reale, e aprì gli occhi di scatto, trovandosi davanti alla faccia due occhioni azzurri che lo fissavano pieni di curiosità. Il cuore gli finì in gola dallo spavento. Aveva sempre pensato che i fantasmi non fossero dotati di un corpo, si era sbagliato. Il giovane spettro che l'aveva svegliato sembrava vivo; aveva una carnagione pallida e dei capelli chiarissimi. Più che di un fantasma aveva le sembianze di un angelo. Lo sconosciuto gli rivolse un sorriso amichevole che lui non ricambiò. «Ti senti bene?»
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Mezzo vampiro
VampireJulian Laurent non è come gli altri vampiri: lui non ha ricevuto il marchio dal Signore degli Immortali. Per questo motivo la sua permanenza all’interno della Damned Academy non sarà facile; oltre a dover affrontare il disprezzo di vampiri, angeli...