Capitolo 2

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Andando avanti riscontrai il nome che più cercavo...

-Katsuki Bakugo-

Esplosi di gioia facendomi prendere per pazza dalle persone circostanti, ma, forse per la prima volta, non mi importava.
Sinceramente non lo capii nemmeno io il perché di quella reazione... forse mi mancava? Sono sempre stata attratta da lui, sin dalla più tenera età, lo guardavo da lontano e ogni giorno di più capivo quanto mi era lontano e quanto era irraggiungibile.
Era forspe perché fu lui per primo a passarmi la passione per gli Hero? Fu infatti lui a passarmi il sogno, come in una staffetta il testimone. Mi trasmesse la determinazione di diventare la numero uno a tutti i costi, ne per gloria, ne per me stessa. Per gli altri, per aiutarli e essere un idolo come molti eroi lo sono stati per me.
Sia chiaro per idolo si intende simbolo. Come il simbolo della pace! Un simbolo da seguire a tutti i costi per stare bene tutti insieme ognuno con le sue idee, ma convivere pacificamente.

Senza farmi notare entrai all'interno dell'edificio cercando di trovare il prima possibile la classe senza perdermi.
Girai l'ennesimo angolo sperando che fosse l'ultimo, infatti appena il corridoio entrò nel mio campo visivo mi bloccai: avevo finalmente trovato l'aula. L'ansia prese il sopravvento e con il cuore in gola e le farfalle nello stomaco mi avviai.
Mi stavo avviando verso l'enorme porta con su scritto "1-A".
Provai a bussare, ma appena picchiettai leggermente sulla porta essa si aprì automaticamente.
Se prima il corridoio era silenzioso ora si sentivano tanti ragazzi entusiasti e allegri per il primo giorno di scuola.
Entrai timidamente nell'aula senza farmi troppo notare, con lo sguardo cercai un banco libero.
Giravo lo sguardo intorno a me, in ansia, siccome già qualcuno cominciava a notarmi.
Fino a quando spostando lo sguardo in un punto mi si fermò il battito.
Non riuscivo a muovermi, respiravo a fatica e avevo lo stomaco in subbuglio.
Finalmente l'avevo rivisto, aveva gli stessi occhi che aveva da bambino, quelli che appena incroci il suo sguardo arrossisci senza motivo, quelli che ti sembra ti riescano a leggere dentro, quelli che puoi guardare per ore infinite senza stancarti, quelli che ti possono donare continuamente emozioni diverse, forti e contrastanti.
Mentre continuavo a cercare un posto libero, con difficoltà siccome c'era una marea di gente in piedi, spostavo spesso gli occhi verso la sua figura, spostavo lo sguardo su Bakugou Katsuki.

Decisi di aspettare in un angolino isolato che tutti si fossero seduti, per trovare un banco libero.
Tremavo leggermente, avevo il presentimento che, con la mia solita fortuna, mi sarei ritrovata di fianco a Katsuki...

Appena seduta il biondo mi osservò per qualche secondo, scrutando ogni tratto del mio viso. Mi sentivo a disagio, non mi considero una bella ragazza, anzi. Mi metto spesso a confronto con le altre ragazze e notando quelle della classe mi sentii il povero Quasimodo, gobbo e brutto.
Fino a che mi passò per la testa un idea folle e abbastanza assurda: avrei salutato Izuku così che Katsuki avrebbe sentito il mio nome, ricordandosi di me.. forse.
Per mia fortuna scrutando la classe il verde si trovava esattamente dietro di me, di fianco a Shoto Todoroki.
Presi un profondo respiro e accumulando ulteriore coraggio sussurrai un flebile: <<pssst>> fu completamente inutile, siccome mi sentì soltanto Shoto.
Gli feci uno dei miei soliti sorrisoni imbarazzati e mi rigirai verso Midorya.
Al quale dissi, sta volta con più forza: <<Hey Midorya!>> il ragazzo confuso alzò la testa dal suo famoso quaderno degli appunti e rosso in viso mi guardò.
<<Sono Koneko, Amai Koneko!>>
Il verde ci mise un minuto buono a realizzare, poi però sorridendo mi salutò a mia volta.

<<Cavolo Amai-chan, come sei cambiata... non ti riconoscevo più!>> a questa affermazione risi leggermente, in imbarazzo.

Dopo qualche minuto di chiacchere, per colpa della campanella, mi rimisi composta al banco, guardando con la coda dell'occhio Katsuki, il quale se ne fregava allegramente della mia esistenza e della conversazione appena sentita. Sospirai leggermente con un leggero dolore al petto: non si ricordava, giustamente di me.
Guardai fuori dalla finestra pensando a quanto però si era fatto bello e complimentandomi con Mistuki per l'opera d'arte creata, quandoun rumore dentro la classe mi fece girare la testa distraendomi.
A distrarmi dai miei profondi pensieri però non fu altro che un uomo sulla trentina infilato in un sacco a pelo giallo. Come dare poco nell'occhio direi.

Si presentò come Shota Aizawa alias Eraserhead, ma preferiva esser chiamato col suo cognome da noi alunni. Ci ordinò di cambiarci e mettere la tuta scolastica per poi seguirlo nella palestra esterna per delle prove sul quirk. Mi sentii subito emozionata.

Appena fummo tutti cambiati e pronti per andar fuori ci dirigemmo bel piccolo stadio. Mentre camminavamo notai che Kastuki era stranamente silenzioso, non aveva detto ancora roba tipo "sono il più forte, diventerò il numero uno! Nessuno può battermi!" Magari è cresciuto veramente.

💋💋💋💋

Leggermente più lungo... ma ancora non abbastanza
Vi chiedo gentilmente di mettere una stellina se vi è piaciuta la storia e di commentare, se volete scrivetemi pure critiche costruttive le accetto volentieri
Buona Lettura
-Caterina💋

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