::Capitolo 3::

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Credo che amare sia uno dei pochi metodi che ho per dimenticare.

Harry Styles.

No, non conosco nessuno con questo nome.

Shauna:
Non ho idea di chi sia, comunque mi passi a prendere tu stasera? Mia madre ha bisogno della macchina e io sono a piedi.

Metto i piatti sporchi nel lavandino, sopra quelli di due o tre giorni fa e apro il rubinetto. Da quando mamma lavora al Pub giù in città torna talmente tanto tardi a casa dal lavoro che passa il resto del tempo a dormire. Così tocca a me spolverare, passare l'aspirapolvere, lavare, fare il bucato e stirare. L'unica cosa che mi permetto di tralasciare sono le finestre, ma lo sporco è talmente incrostato che se vuoi vedere fuori devi prima passare la mano sul vetro.

Calum:
Dipende, che ci guadagno? ;)

Shauna:
Un calcio nel culo. Mi passi a prendere si o no?

Calum:
Arriverò verso le 8:50 p.m. ma vedi di non farti trovare ancora in mutande.

Sorrido bloccando il telefono, poi comincio a lavare le stoviglie. Le asciugo, le rimetto nella credenza e poi cerco di cavarmela con i compiti. Finisce che mi accorgo troppo tardi che sono già le otto e un quarto.

<< Oh merda. >> impreco, scaraventando i libri e l'astuccio nello zaino.

Corro in camera e comincio a tirare fuori abiti alla rinfusa. La maglia azzurra che ho preso in prestito da Christina e non le ho mai restituito? Troppo accesa. Il vestito nero di mia madre? Troppo corto. I jeans che ho comprato più di un mese fa e che non ho mai messo? Troppo lunghi. Alla fine opto per un paio di calze nere, un po' bucate, con un paio di pantaloncini dello stesso colore e sopra una maglia grigia, lunga. Cerco le mie adorate Vans con lo sguardo ma non mi ricordo dove le ho messe e alla fine mi infilo le All Star.

In bagno cerco di districarmi i capelli tinti di grigio con scarsi risultati e mi applico un po' di mascara e un filo di eye-liner. Mentre cerco il rossetto nero con lo sguardo sento suonare il campanello.

Mi infilo il telefono in tasca e mi assicuro di aver spento tutte le luci e di aver chiuso la porta prima di incamminarmi lungo il vialetto verso la macchina di Calum.

<< Sono le nove meno cinque, la puntualità non fa per te. >> grida attraverso il finestrino abbassato.

La vecchia signora che abita di fianco a casa mia alza la testa dal suo lavoro a maglia lanciandomi un'occhiataccia.

<< Buonasera signora Turner! >> dico salendo in macchina.

Calum mi fissa con sguardo interrogativo.
<< Signor Turner? >> chiede.
<< Stavo salutando la vicina. >> borbotto in risposta.

Lui ride e ingrana la marcia. Guida talmente tanto veloce che il vento comincia a frustarmi i capelli sul viso.

<< CALUM CRISTO DIO VUOI CHIUDERE QUEL FINESTRINO O DEVO VENIRE A MENARTI? >>
urla una voce dal retro della macchina.

Mi giro di scatto e mi ritrovo la faccia di Ashton a cinque centimetri dalla mia.
<< Mi hai fatto prendere un colpo! >> strillo << Che ci fai qua? >>
<< I miei mi hanno ritirato la macchina perché stamattina non sono andato a scuola. >> dice, facendo spallucce. Noto che sui sedili posteriori ci sono anche delle coperte e un cuscino.
<< E... Hai intenzione di dormire qua? >>
<< C'è qualche legge che me lo vieta. NO. >>

<< Ehi smettetela voi due, siamo arrivati. Scendete. >>
Davanti al locale ci sono un sacco di persone, alcune già ubriache.

<< Scommetto che vomiterai prima di me >> ghigna Ashton afferrandomi per un braccio e trascinandomi verso l'entrata.

Eccomi qua, si lo so sono una traditrice e dovevo postare ieri ma amatemi lo stesso. Il prossimo capitolo credo che lo posterò versi venerdì al massimo se questo arriva sempre a 50 votini <3

Un bacetto, xx.

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