Alla fine, il primo appuntamento di Manuel e Simone fu circa due settimane dopo, appena quest'ultimo iniziò a camminare senza alcun tipo di fatica. Fecero una passeggiata per Roma, mano nella mano. I momenti di silenzio furono pochi ed avevano il solo scopo di ammirare la bellezza di quella città. Però, anche durante quei momenti, come loro solito, non ci fu nulla di imbarazzante. Anzi, tutta la serata fu scandita dalla gioia serena di un amore che sta nascendo. Il tempo che trascorreva tra un passo e l'altro era riempito da piccoli baci e tante risate.
Al quinto appuntamento, decisero di andare al cinema a guardare un film romantico, ovviamente scelto da Simone. Manuel finse di essere infastidito da quella scelta, cercando di nascondere un piccolo sorriso e fallendo miseramente, perché in fondo a lui andava bene qualsiasi cosa che gli permettesse di stare con Simone. A circa metà del secondo tempo, però, Manuel finse uno sbadiglio solamente per alzare il braccio e passarlo attorno alle spalle di Simone. La risata del più piccolo fu talmente fragorosa e insistente che i due ragazzi furono cacciati dal cinema. E, anche una volta fuori, Simone non voleva saperne di smetterla di ridere, tant'è che si beccò anche qualche per niente velato insulto da Manuel, suggellato immediatamente da un bacio.
All'ottavo appuntamento, Manuel decise di invitare Simone a pranzo a casa sua, per fargli conoscere sua mamma. Appena arrivato, il corvino non riusciva a smettere di tremare e martoriare le dita dall'ansia di non piacere alla persona più importante della vita di Manuel. Già dopo dieci minuti, però, Anita l'aveva messo a proprio agio e, tra una portata e l'altra, finirono addirittura a guardare le foto di Manuel da piccolo e a prenderlo in giro insieme. Dopo il pranzo, mentre Anita lavava le stoviglie utilizzate, insistendo per fare tutto da sola, Manuel prese Simone per mano e lo condusse nella sua camera, quella dove non era entrato mai nessuno. Quella volta Manuel voleva non solo che Simone conoscesse il proprio mondo, ma che ne diventasse l'attore principale.
All'undicesimo appuntamento, Simone chiese a Manuel di raggiungerlo a villa Balestra per guardare le stelle dal giardino. Parlarono a lungo di mille argomenti, finché Manuel non indicò una stella più luminosa delle altre chiedendo È quello Jacopo? e ricevendo in risposta un sorriso e due occhi bagnati per l'attenzione e la delicatezza con cui il riccio riusciva sempre a manovrare quell'argomento. Simone si fece stringere dalle braccia amorevoli di Manuel mentre raccontava aneddoti sul fratello, che a sua volta aveva imparato dai genitori e dalla nonna. Quando rientrarono in casa fecero l'amore. Nessuno dei due aveva mai provato sensazioni così totalizzanti: non era mero piacere carnale, ma puro amalgamarsi di due anime che, senza esserne coscienti, non aspettavano che quello.
Al quindicesimo appuntamento, mentre pranzavano con un panino e una birra su una panchina a Villa Borghese, Manuel si sporcò mento e guance di maionese. Simone lo aiutò a pulirsi, lasciandogli un bacio per ogni porzione di pelle da cui veniva prelevata la salsa. Quando ebbe finito e il viso di Manuel fu completamente pulito, Simone si fece scappare un ti amo, stavolta ad alta voce, facendosi tutto rosso e voltando il capo per l'imbarazzo. Ma quell'imbarazzo fu subito messo all'angolo dalle labbra di Manuel che prima vennero pressate su tutto il viso di Simone, poi si aprirono in una fragorosa risata e ancora si mossero in una danza ininterrotta di tanti ti amo anch'io.
Al diciannovesimo appuntamento, Manuel accompagnò Simone da uno psicologo. Quest'ultimo era nervoso e non voleva che il fidanzato sprecasse il suo tempo così, ma Manuel fu deciso nel sostenere che avevano prenotato insieme e quindi sarebbero andati insieme: voleva accompagnarlo in quella che sicuramente non sarebbe stata un'esperienza facile. E così fu. Manuel aspettò l'intera ora nella sala d'attesa e, quando la seduta fu terminata, Simone si ritrovò, forse, peggio di prima. Manuel non gli chiese nulla, ma lo abbracciò forte: sapeva quanto era difficile per il più piccolo aprirsi su tutto ciò che gli era successo e che lo tormentava. Manuel si autoinvitò a villa Balestra, cucinò una pasta al sugo che Simone non volle mangiare e dormì con lui. A letto, nel buio confortante della sera, Simone crollò in un pianto che aveva cercato di trattenere per tutto il pomeriggio e Manuel, impotente, non poté fare altro che stringerlo tra le sue braccia, accarezzarlo, lasciargli piccoli baci tra i ricci e ripetergli fino allo sfinimento che andava tutto bene.

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Corrispondenza
FanfictionA Manuel era sempre piaciuto scrivere, però gli mancava qualcosa: una controparte. Questa storia non sarebbe mai esistita senza user actionratio, a cui va tutta la mia gratitudine.