Una volta in macchina non diedi retta più a nulla se non alla pioggia che sfogava lentamente sul tettuccio. Mi capita spesso di annullarmi in quelle situazioni, la mia mente diventa una lavagna completamente nera e pulita, senza un briciolo di pensiero. Fu deciso che intrufolarmi dai Byers sarebbe stata l'idea migliore per il semplice motivo che la mamma del mio migliore amico Will avrebbe di sicuro avuto il necessario per disinfettare quella chiazza di sangue senza dover andare in ospedale e allarmare troppa gente. Passò tutto così in fretta, come se osservassi dallo schermo la vita di un'altra persona, come se avessi lasciato un pezzo aldilà dello specchio. Appena arrivati fui soccorso subito ma risposi piatto alle domande di Joyce e sperai non si notasse quel cambiamento così radicale nella mia persona.
Nella mia testa vagava un senso di timore, tentai di rivivere quei brevi minuti che passai dall'altra parte e mi ripetei costantemente se fosse reale quello che avevo effettivamente visto, ricordando secondo per secondo come stavo tentando di salvarmi la vita. E per farvi un'idea di quello che attualmente era accaduto, fu semplice rimembrare l'istante in cui stritolai quel volatile nero uscito dall'enciclopedia dei dinosauri tra le mie dita mentre strideva. E poi, il richiamo. Speravo d'averlo sognato, era una melodia lontana ma... se fosse apparsa lì per me? Avevo sentito bene? No perché se era lì per me, ragazzi, era finita eh. Io ero finito, non speravo di sopravvivere neanche due giorni conoscendo bene le mie doti.
"Nico?..."
"Will, passami il rotolo che finisco di bendarlo."
Fece esattamente come gli era stato detto e successivamente si affrettò a capire cosa fosse successo. Come ho detto in precedenza, non avevo il coraggio di dire come fossero veramente andate le cose e ammisi la grande cavolata che avevo messo in piano senza aggiungere nessun altro dettaglio a dir poco fondamentale. A dire il vero mi ripresi abbastanza in fretta, il graffio non era grave come pensavo e Will è rimasto con me per gran parte del tempo finché non riuscii ad addormentarmi sul divano. Il fisico crollò senza neanche preoccuparsi che presto avrei avuto sonno agitato e... a dire il vero, così non fu. O almeno, mi alzai di soprassalto e sudato, ma non ricordavo nulla di spaventoso che avessi mai sognato. Anzi, l'unica cosa spaventosa era soltanto l'appiccicaticcio che erano diventate le mie mani ancora incrostate del sangue del mostro che m'aveva attaccato, dovevo assolutamente farmi una doccia. Will dormiva ma conoscevo quella casa talmente bene ormai che di sicuro non era per lui un disturbo se usufruivo del bagno. Mi lavai tranquillamente stando attento alla ferita e tentai di sradicare quello sporco dai lunghi capelli che continuavano ad essere un intralcio nella mia storia – presto li avrei tagliati seppur probabilmente ci avrei rimesso la mia amicizia con Munson. Mi chiesi cosa stessi aspettando a farlo, forse era un'incosciente continua paura di perderlo.
Lasciai che l'acqua scorresse lungo la pelle rovinata e scorticata, era come se avessi corso tra i rovi, mi chiesi... mi chiesi da dove fossi davvero passato per risultare così malconcio. Le ferite bruciavano un poco, ma riuscii a rilassarmi subito e a cessare di irrigidire i muscoli. Mi massaggiai il collo, le spalle e chiusi gli occhi un istante prima di riaprirli e sospettare che l'atmosfera era cambiata. Incredibilmente, finii di farmi la doccia e rimasi impassibile davanti alla trasformazione del luogo che da pulito divenne un covo abbandonato. Meglio dire forse che mi ritrovai dall'altra parte, perché il colore della carta-parati era inconfondibile. Sapevo perfettamente cosa stava accadendo.
"Cazzo... fai sul serio, Vecna? Non potevi aspettare che mi fossi cambiato?"
Sussurrai, sapendo che in realtà era tutto nella mia testa. Forse era meglio non alzare troppo la voce, non volevo che gli altri si svegliassero. Non volevo creare altri problemi, ovviamente. Ma la stanza era stata sostituita da un'altra e nel riflesso dello specchio del lavandino presentava la vista terrificante di Chrissy decomposta che cercava di uscire dalle tendine, coperta e incatenata da radici. Ti hanno presa, piccola. Non è colpa tua, mi dispiace così tanto.
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𝖙𝖍𝖊 𝖔𝖙𝖍𝖊𝖗 𝖘𝖎𝖉𝖊 || Eddie Munson x OC (ITA)
FanfikceNico Wheeler ha solo dodici anni quando, per la prima volta, gli tocca conoscere il mondo del sottosopra assieme ai suoi amici e ai suoi fratelli. Pensa d'aver trovato finalmente un'avventura tutta loro dove finalmente può sentirsi un'eroe quando a...