Hilde
Le visite mediche vanno tutte bene, posso tirare un respiro di sollievo, almeno per questo. Già che sono in giro, chiamo una delle ragazze che lavora con me, non che mia migliore amica, per chiederle di unirsi a me per una giornata di svago, ne ho davvero bisogno visto ciò che succederà domani.
《Ciao troietta!》
《Hey, oggi è il tuo giorno libero, vero?》
《Veramente no, ma vado al club sul tardi. Avevi qualcosa in mente?》
《Ti andrebbe di uscire insieme? Possiamo prenderci un caffè e fare un pò di shopping, se ti va...》
《Hilde, c'è qualcosa che non va, vero?》
《Come diavolo fai?!》
《Perché ti conosco! Va bene, vediamoci al nostro solito bar, fra venti minuti.》
Concludo la chiamata e mi reco sul posto. Arrivo con un po' di anticipo, quindi mi accomodo a un tavolo sulla terrazza, e mi fumo una sigaretta. Appena Sonya arriva, ordiniamo.
《Allora, che c'è che non va?》
《Domani ho un nuovo cliente...》
《Oh!》
《Già...》
《Senti Hilde, so che è stato traumatico per te, ma non puoi continuare a vivere così. Quello è stato un vero bastardo, ma ha anche pagato per questo, Markus non permetterebbe mai, che una cosa del genere riaccada!》
《Ma se riaccade? Sarò così fortunata da sopravvivere, stavolta?》
Sonya si allunga sul tavolo e mi stringe forte una mano, lei c'era quando accadde quello scempio, sa cosa ho passato e sa che da allora la mia vita si è fermata.
《Andrà tutto bene. Ok?》
Faccio cenno di sì con la testa.
《Raccontami un po' di lui, ti va?》
《Beh lui... si è comportato in modo strano, con me...》
《In che senso?》
《Non mi ha infilato la mancia nelle mutande, tanto per iniziare, me la passata normalmente. Poi mi ha offerto da bere e mi ha detto che in tutto il mondo non ha mai visto un'altra donna bella come me...》
《E di che diavolo hai paura allora?》
《Tutto questo non esclude che sia uno psicopatico!》
《Beh no, ma andrà tutto bene, ho una buona sensazione e sai che ci prendo sempre!》
《Spero che tu abbia ragione...》
Il giorno dopo arriva e il mio turno al club, anche. Mi vesto e preparo un cambio per il mio appuntamento di stasera. Mi dirigo a piedi fino al club, colgo l'occasione per fare una passeggiata, il tempo è così bello e la temperatura è così gradevole. Sarebbe un peccato non approfittarne. Arrivo che sono le sei del pomeriggio, io e le altre ragazze facciamo un po' di riscaldamento e proviamo le coreografie. Sonya approfitta di una breve pausa per avvicinarsi a me per parlare.
《Sei nervosa per dopo?》
《Tu che dici?》
《Abbi fiducia, andrà tutto bene!》
《Mi verrai a trovare in ospedale, altrimenti...》
《Ti voglio bene!》
《Anche io...》
《Hilde, se hai finito, vorrei che venissi nel mio ufficio.》
Tuona con la voce roca, Markus.
《Arrivo subito...》Prendo le mie cose e mi dirigo nell'ufficio di Markus. Probabilmente vorrà parlare di stasera.
《Dimmi.》
《Stai bene?》
Questa sua domanda mi sorprende.
《Più o meno.》
《Non ti accadrà niente, non stavolta, due dei miei rimarranno tutta la notte fuori l'abitazione, se succede qualcosa, basta gridare, loro sfonderanno la porta ed entreranno. Puoi stare tranquilla.》
《Grazie Markus, lo apprezzo.》
《Dopo il tuo turno, lavati, vestiti e verrai accompagnata lì. Quando avrai finito, verrai accompagnata a casa dai miei uomini. Vorrei che mi chiami, dopo che avrai riposato, ok?》
《Certo.》
《Bene, ora vai a lavorare.》
Questa conversazione con Markus è stata molto strana, il suo tono era meno minaccioso del solito e non era nemmeno ostile, immagino che sappia come mi sto sentendo, o quasi. Indosso il costume di scena e vado sul palco, io e le altre ragazze ci intercambiamo per tutta la serata, finché non si fa mezzanotte e per me è ora di andare. Mi faccio una doccia per togliermi il sudore di dosso, mi vesto, mi profumo e mi trucco. Spero che l'abito che ho scelto sia gradito al mio compratore.
Mi osservo allo specchio e vedo solo una briciola di quella che ero una volta, ma va bene così, infondo. Il mondo è tosto e sarebbe stato un problema per me affrontarlo, se fossi rimasta la stessa ragazzina spensierata e sognatrice che ero, quando sono arrivata. Adesso so cosa aspettarmi dalle persone e dal futuro, niente può cogliermi impreparata. Attraverso il club e mi dirigo al parcheggio sul retro, una jeep nera e con finestrini oscurati e lì ad attendermi, insieme ai miei accompagnatori.
《Hey Hilde, pronta per andare?》
Sam, l'unico uomo di cui non potrei mai avere paura, nemmeno se volessi.
《Si, grazie per il passaggio!》
《Nessun problema tesoro!》
《Dove siamo diretti?》
《A Tribeca, dalle ricerche che ha fatto Markus, sembra che il tuo bello di stasera, sia pieno di soldi, nonché un pezzo grosso di qualche società importante. Andiamo adesso.》
Beh, almeno non sarà un viaggio lungo. Da Soho a Tribeca sono solo un paio di chilometri, sarei potuta andare anche a piedi. I ragazzi stanno tutto il tempo in silenzio, io anche sto in silenzio ad ascoltare i battiti del mio cuore che vanno sempre più veloci per colpa dell'agitazione. Ormai ci siamo. La macchina accosta davanti un palazzo che trasuda ricchezza da ogni mattone, a quanto pare quello che hanno detto è vero.
《Ci vediamo dopo, Hilde...》
Abbandono l'auto e mi dirigo verso casa di Ethan, ho le mani sudate e il fiato corto, ho paura di stare per avere un attacco di panico. Rimango con il braccio alzato per un po', ma alla fine mi faccio coraggio e suono. È una signora di una cinquantina di anni ad aprirmi, penso di aver sbagliato abitazione.
《Si?》
《Oh... mi scusi, credo di aver sbagliato casa...》
《Chi cerchi, tesoro?》
《Un certo Ethan.》
《Oh, ma allora tu devi essere Hilde! Prego, vieni entra, Ethanuccio caro ti sta aspettando di sopra!》
Ethanuccio? Mi scorta fino alle scale e mi fa cenno di salire.
《Per qualsiasi cosa, cara, chiedi pure a me! Ora va!》
Mi incammino, faccio le scale abbastanza lentamente, anche se, se devo essere sincera, sapere che non saremo del tutto soli, un po' mi rassicura.
《C'è nessuno?》
È tutto abbastanza buio, c'è solo qualche luce soffusa qua e là. La casa è molto bella, dai toni decisi, molto accogliente e allegra però, piena di fiori. Mi piace, mi mette quasi a mio agio. C'è un odore stuzzicante nell'aria, qualcosa che ricorda il cibo fatto in casa e i dolci appena usciti dal forno. Arrivo in salotto, c'è una tavola rotonda apparecchiata e intravedo Ethan affacciato alla finestra. Sembra così assorto dai suoi pensieri...
《Ethan...?》
Si volta all'istante, il suo sguardo si perde all'istante sul mio corpo. Esamina le mie curve e le mie scollature. Solo dopo riesce a fissarmi in volto.
《Hilde.》
Ci studiamo in silenzio, non sarò di certo io a parlare per prima, anzi, prima mi tolgo il dente, meglio è.
《Come stai?》
《Bene, tu?》
《Adesso che sei arrivata... bene.》
Wow, se queste sono le sue frasi da rimorchio, immagino perché si sia dovuto rivolgere al club dove lavoro.
《Sei pronta per stasera?》
《Più o meno...》
Si avvicina lentamente e mi poggia una mano sulla spalla. È calda e rassicurante.
《Perché tremi?》
Non so cosa ci sia in lui che mi spinge ad aprirmi, a raccontargli tutto ciò che vuole sapere. Chi è questo uomo?
《Perché... non posso dirtelo...》
《Non sei qui per accontentarmi?》
《Certo...》
《Allora fallo. Perché tremi?》
《Perché sei un cliente nuovo, che non conosco...》
《E quindi? Non è normale nel tuo lavoro?》
《Si, ma non per me. Di solito Markus accetta solo clienti che già conosco.》
《Perché?》
《Non vuoi saperlo davvero.》
《O sei tu che non vuoi che lo sappia.》
《Rovinerebbe l'umore di entrambi.》
《È così terribile?》
《Per me si, lo è...》
《Dimmelo, raccontamelo.》
Prendo un bel respiro, non sapevo che sarei venuta qui a fare psicoanalisi. Non ho mai parlato dell'incidente con nessuno, tutti lo sanno, ma io non ho mai raccontato i particolari a nessuno.
《Possiamo sederci?》
《Certo...》
《So che non dovrei chiederlo, ma...Non è che potrei avere qualcosa di forte da bere?》
《Puoi avere tutto quello che vuoi, Hilde!》
Si dirige a un mobile poco distante da noi, ne estrae dei bicchieri e una bottiglia.
《Ghiaccio?》
《No grazie...》
Prende tutto e si avvicina, mettendosi infine seduto e offrendomi un bicchiere vuoto. Lo afferro e me lo riempie.
《Vodka?》
《Non sei russa?》
《Come l'hai capito?》
《Parli benissimo la mia lingua, ma il tuo accento è abbastanza forte. Salute.》
Fa tintinnare i bicchieri e beviamo, tutto in un sorso.
《Woow, è ottima! È una vita che non bevo vodka così!》
《Mi fa piacere. Adesso parla.》
《Si...》
Un altro bel respiro.
《Tu sei il primo nuovo cliente che ho dopo anni. Due anni in realtà. Due anni fa ho avuto un'incidente, con appunto un nuovo cliente, che mi ha prenotata dopo la sua prima volta al club. Non era mai successo ancora niente allora e ci fidammo. Quando andai a casa sua, mi ritrovai sola e in una specie di casa delle torture. Mi narcotizzò e una volta risvegliatomi, mi trovai imbavagliata e legata a una sedia. Furono le ventiquattro ore più brutte e cupe della mia vita. Mi picchiò, mi frustò, mi stuprò, e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente Markus mandò qualcuno a cercarmi quando capì che qualcosa non andava, ma mentre ero addormentata mi trasportò da un'altra parte, e non fu facile per loro trovarmi. Quando accadde, io ero in fin di vita, avevo perso talmente tanto sangue da essere diventata bianca come un cadavere. Passai varie settimane in ospedale, non fu facile tornare alla normalità...》
《Cosa ne fu di lui?》
《Non lo so con esattezza, ma Markus se n'è occupato personalmente.》
Mi osserva e io osservo lui, sembra arrabbiato, lo capisco da quanto forte sta stringendo il suo bicchiere. Non voglio che si tagli.
《Posso averne un altro?》
Dico, facendo oscillare il bicchiere.
《Certo, anche tutta la bottiglia.》
《Vuoi farmi ubriacare?!》
《Oh, dio, non prima di aver cenato!》
《Che intendi?》
Scolo il mio drink.
《Fra poco Abigail ci servirà la cena. Non sapendo cosa ti piace, ho fatto preparare qualcosa di semplice, spero ti piaccia.》
Aspetta un attimo...
《Ti riferivi a questo quando mi hai chiesto cosa mi piacesse?!》
《Già.》
Oddio che grandissima stupida che sono!
《Io pensavo... pensavo che...》
《Mi riferissi al sesso?》
《Si!》
《No Hilde, stasera non faremo sesso, a meno che ovviamente, non sia tu a volerlo. Ma per quanto riguarda me, puoi stare tranquilla.》
Rimango folgorata da ciò che ha detto. Come diavolo è possibile che abbia pagato 6000 dollari per non fare sesso con me? Deve esserci qualcosa sotto.
《Ferma gli ingranaggi, Sherlock.》
È come se riuscisse a leggermi, come se sapesse tutto di me, persino come prendermi, e tutto questo è spaventoso.
《Nessun inghippo. Solo una proposta.》
《Di che tipo?》
《Credi al colpo di fulmine? All'amore a prima vista?》
《Ehm... no!》
《Beh è quello che è successo a me...》
《Ti sei innamorato di me?》
《Si.》
《Ok... e cosa c'entra la proposta?》
《Voglio che anche tu ti innamori di me, passeremo del tempo insieme, finché i miei sentimenti non saranno ricambiati.》
《Io non posso vedere uomini fuori dal lavoro...》
《Lo so. Pagherò, tutte le sere. E faremo sesso solo quando sarai tu a volerlo. Voglio solo poter stare con te, pensi che sia accettabile?》
Non sta accadendo davvero, non è possibile. Questo ha qualche rotella fuori posto.
《Ma sei pazzo? Sai quanto ti costerà?》
《Non è un problema.》
《Io non capisco...》
《Capirai. Ti va bene o no?》
Accettare la sua proposta vuol dire lavorare meno al club e non avere Markus con la sua troietta sempre attaccati addosso. Meno nottate passate con tipi schifosi e dai gusti strani.
《Accetto!》
《Davvero?》
《Si. A patto che tu vada a prenotarmi domani mattina stessa, per più giorni possibili. Non voglio avere la sorpresa di ritrovarmi con qualche vecchio bavoso...》
《Affare fatto!》
《Ragazzi! A mangiare!》
Io e Ethan ci accomodiamo a tavola, mentre Abigail ci prepara i piatti. È una signora così carina, sempre con il sorriso.
《Grazie per aver preparato da mangiare a quest'ora tarda.》
《Non preoccuparti tesoro! Era ora che finalmente avessimo ospiti. Tieni tesoro, mangiate. Chiamatemi se avete bisogno di qualcosa!》
《No Abigail, vai pure a riposarti, ci penso io adesso.》
《Grazie Ethanuccio!》
Gli schiocca un bel bacio rumoroso sulla guancia.
《Forza, mangia. Hai fame vero?》
《Oh sì, è da colazione che non tocco cibo!》
《Non ti fanno mangiare?》
《Oh no, cioè dobbiamo stare a dieta ma non è per quello. Ero troppo nervosa per stasera.》
《Mi spiace, spero che adesso tu stia meglio.》
《Abbastanza, grazie.》
Cominciamo a mangiare, Abigail ha preparato dell'arrosto con patate al forno, è tutto davvero buono e subito mi tornano in mente i cibi buonissimi che cucinava la mia mamma, era tutto più facile quando i miei genitori erano ancora vivi, chissà dove sarei se loro non fossero morti.
《Tutto bene?》
《Si, pensavo a quanto è buono da mangiare. Sai, io non sono una brava cuoca, quelle poche volte al giorno in cui mangio, prendo sempre qualcosa fuori. Era da tempo che non mangiavo qualcosa cucinato in casa...》
《Felice che sia di tuo gradimento.》
《Posso farti anch'io delle domande?》
《Devi, Hilde.》
Lo dice con tono imperioso, la sua voce è roca e bassa, ma non sembra minaccioso, affatto.
《Dove lavori?》
《Alla Phoenix Enterprice. Sono il vice del CEO.》
《Oh, quindi ricopri un ruolo importante. E di cosa si occupa la Phoenix
Enterprice?》
《Varie cose in realtà, ma il nostro settore principale sono gli alcolici. La vodka che hai bevuto prima è la nostra.》
《Fantastico, sono sicura che abbia molto mercato!》
《Si infatti, è strarichiesta e non solo quella. Tu invece, di cosa ti occupi?》
《Lo sai bene di cosa mi occupo!》
La sua domanda mi fa arrossire, vuole forse che ammetta di essere una prostituta?
《Posso chiederti come sei finita in quel club?》
《No, direi che hai già saputo abbastanza su di me per stasera.》
《Per niente.》
Sorrido, è chiaro che non vuole darmela vinta.
《Come ti chiami?》
Chiedo, sperando di cambiare discordo.
《E tu come ti chiami?》
《L'ho chiesto prima io!》
《Rispondi.》
È un comando, ma non lo interpreto come tale, è autoritario, ma sono sicura che non lo faccia apposta, secondo me è più per deformazione professionale.
《Hilde Volkov. E tu?》
《Ethan Phoenix...》
《Mi prendi in giro?》
Non riesco a contenere un risolino che mi risale dalla gola.
《Purtroppo no.》
《L'azienda per cui lavori è di tuo padre?》
《Mia madre, papà ci abbandonò quando scoprì della gravidanza, non l'ho mai conosciuto.》
《Mi dispiace...》
E sono sincera mentre lo dico, Ethan non sembra una cattiva persona e so bene cosa significhi crescere senza un padre.
《A me no, posso fare benissimo a meno di chi può fare a meno di me.》
《Ovvio... è una bella politica, mi piace!》
《Hai ancora fame?》
《Oh no, grazie.》
《Vieni, andiamo a bere qualcosa.》
Torniamo sul divano e il tempo passa piacevolmente tra vodka e chiacchiere, per lo più generali, niente di troppo impegnativo. Lui rimane un gentiluomo per tutto il tempo e come promesso, non prova ad alzare nemmeno un dito su di me. Quando si fanno le cinque di mattina e comincia ad albeggiare, ci salutiamo.
《Grazie per la piacevole serata.》
Le sue parole sono quasi un sussurro, credo che sia piacevolmente soddisfatto del tempo che abbiamo passato insieme.
《Grazie per non esserti rivelato un pazzo omicida!》
Rispondo, ridacchiando, più per cacciare lo stress che altro.
《Non c'è di che!》
《Quindi... a dopo?》
Domando timidamente, è incredibile come Ethan sia riuscito a mettermi a mio agio per tutta la notte e, adesso che lo sto salutando, mi stia tornando tutto l'imbarazzo iniziale.
《Puoi scommetterci.》
《Ciao allora...》
《Ciao....》
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The Russian Princess-Presto In Libreria
RomanceUna ragazza sfortunata e sfruttata, un uomo che ha tutto ciò che potrebbe desiderare dalla vita. Cosa potranno mai avere in comune, due persone così diverse?! Adattamento dall'applicazione Chapters.