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"È figo anche da sudato" borbottò Haru guadagnandosi uno schiaffetto sulla nuca. Era sugli spalti con i ragazza ad osservare la partita della Johsai e della Dateko.

"Se ti sentisse Kuroo-san" ridacchiò Hinata.

"Non direbbe nulla. Li ho anche io gli occhi, non posso infilarmi due spilli negli occhi per diventare cieca. È ovvio che mi giri a guardare dove c'è del belvedere"

"Certo. Allora non ti dispiacerà se gli mando questo video di te in cui fai apprezzamenti sul nemico?"

"Tanaka ma che cazzo fai" disse saltandogli in braccio per cercare di afferrare il telefono.

👨🏻‍🦲

"Guarda chi c'é. Tobio-chan che la scorsa volta ha preso una sonora ripassata dal sottoscritto." disse Oikawa a Kageyama mentre si litigavano una palla.

"Questa volta siamo venuti per vincere"

"La scorsa volta ti ho umiliato per bene!" esclamò per poi continure "L'unico rimasto è quel bastardo di Ushiwaka. Ti farò scansare anche oggi" disse lasciando la presa sulla palla facendo cadere Kageyama e iniziando a ridere come un bambino.

"Ma quanti anni ha?" borbottò Haru per poi rivolgere la sua attenzione a Hitoka

"Scusa!" corse verso di lei il numero sei della Seijoh. "Me la prenderesti?" continuò poi riferendosi alla palla

"Attenta!" urlò qualcuno a Hitoka che si spaventò quando vide una palla volare verso la sua faccia. Ma fortunatamente Kyoko la parò facendola rimbalzare tra le braccia di Haru che guardava la scena infastidita. Lei e Tanaka si diresso verso il ragazzo con fare minaccioso, gli occhi assottigliati e la bocca piegata in una smorfia.

"Tieni" gli sbatterono la palla sul petto.

"G-grazie" quando i due furono abbastanza lontani scoppiarono a ridere e si batterono il cinque. Dopodiché iniziò la partita.

"Ukai-san... quello chi è?" chiese Haru preoccupata indicando un tipo con corti capelli biondi contornati da delle strisce nere.

"Non lo so. Alla scorsa partita non c'era"

"Sembra voler sbranare chiunque...Non mi piace" continuò pensierosa e Ukai si trovò completamente d'accordo con lei.

Haru passò tutto il tempo a guardare i movimenti di Oikawa. Sembravano seguire sempre uno schema, nessun movimento di troppo.

"Kuroo-san potrebbe ingelosirsi" le sussurrò Kyoko.

"C-cosa?! Ancora com questa storia?"

"Stavo scherzando" sorrise Kyoko tornando a prendere appunti

"Go. Go. Let's go. Let's go. Dateko!" canticchiò muovendo la testa a tempo.

"Che sta facendo?" chiese Ukai guardandola male.

"È il tifo della Dateko. L'ha sentito prima e le è entrato in testa"

"Ragazzina. Se devi cantare qualcosa inventati un tifo per la nostra squadra" disse tirandole una gomitata.

"Non ho ispirazione" rispose assottigliando gli occhi tornando ad ignorarlo "Se vinciamo giochiamo contro il tipo in viola?"

"Come fai a conoscere Ushijima?"

"Gli sono andata addosso questa mattina e si è scusato. Lui mi piace. Voglio vederlo giocare, sembra figo"

"Strano ti piaccia qualcuno"

"Se per questo mi piacciono anche Kuroo, Bokuto, Akaashi, Kenma, Oikawa ed Iwaizumi. Ah si e anche Takeru. Oltre ai ragazzi della squadra ovviamente" lo informò osservando la partita.

"Takeru? Il tipo dello Wakunan? Pensavo non ti piacesse"

"Infatti mi fa schifo. Intendevo Takeru il bambino. Il nipote di Oikawa"

"Senti un po'. Non che creda alle tue cavolate... Ma hai idea di come finirà la partita?" le chiese Ukai cercando un minimo di rassicurazione

"Non saprei" rispose solamente tornando a concentrarsi sulla partita.

👨🏻‍🦲

Avevano vinto. Il Karasuno aveva vinto. I ragazzi erano distrutti ed estremamente felici mentre percorrevano i corridoi per uscire. Haru si bloccò di colpo.

"Haru? Perché ti sei fermata?" lei guardava a terra ma poi alzò il viso mostrando loro un'espressione seria.

"Scusate. Torno subito" voltò loro le spalle e corse come non mai scivolando o andando addosso a qualcuno di tanto in tanto.

Arrivò finalmente davanti alla porta dello spogliatoio maschile e la aprì sbattendola. Tutti si girarono a guardarla straniti e scioccati.

Il capitano sedeva su una panca e teneva l'asciugamano sulla testa. Il volto abbassato, le mani tremanti e la schiena ricurva erano testimoni della sua tristezza.

Potevo fare di più. Potevo allenarmi di più. È colpa mia. Potevo essere più bravo. Dovevo fare di più. Dovevo allenarmi di più. Dovevo essere più bravo. Continuava a ripetersi mentalmente. Distruggendosi da solo a ogni parola.

Era l'unico a non aver alzato lo sguardo all'entrata di Haru. Anzi si accorse della sua presenza solo quando le sue scarpe entrarono nel suo campo visivo.

Erano le persone come lui a meritare il meglio. Quelle che si facevano in quattro per raggiungere i loro obbiettivi. Quelle che si allenavano fino a svenire. Quelle che non accettavano un 'non ci riesco' e si spingevano oltre il limite. Erano persone come lui ad avere tutto il diritto di stare in campo. Non gente graziata da madre natura con il talento e che non faceva nulla per migliorarsi. Non loro. Non lei. Lui. Lui meritava tutto il bene del mondo.

Haru notò che non accennava a guadarla. Strinse i denti con forza per poi mordersi la guancia ed evitare di piangere nel vederlo in quel modo. Piegò le gambe scendendo alla su altezza, chiuse la mano a pugno e lo colpi con forza sul petto. Il ragazzo sollevò lo sguardo guardandola sconcertato.

"Sei stato bravo" disse guardandolo negli occhi. "Mi hai sentito? Sei stato bravissimo" poi si alzò in piedi aprendo le braccia

"Lo siete stati tutti" fece loro un sorriso a trentadue denti che mise in risalto le sue fossette e le alzò gli zigomi andando a chiuderle gli occhi facendole cadere qualche lacrima.

Tooru la guardò con il labbro tremante e gli occhi sgranati che ben presto si riempirono di lacrime. Portò le mani al viso asciugandosi le lacrime che non accennavano a smettere di scendere. Alla sua reazione piansero tutti.

"Non capisco niente di pallavolo. Ma so che avete dato il massimo. Lo sanno tutti. Siete stati bravi. Davvero bravissimi. -ripeté per l'ennesima volta guardando Tooru- Siate orgogliosi di voi. Perché anche se non vi conosco, io lo sono. Lo sono tutti. Jya ne" corse fuori lasciandoli spiazzati.

Quello che aveva detto poteva sembrare strano, insensato forse. Ma per loro, per Oikawa, sentirselo dire è stata come una boccata d'aria fresca. Ne avevano bisogno. E il fatto che a dirglielo fosse stata una ragazzina come lei con un sorriso del genere in volto ha reso il tutto ancora più sentito e liberatorio.

Grazie Haru... pensò guardandola andare via

Grazie mille.

T. Kuroo x OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora