When We Were Enemies

2

2 - Theodore Calvin

Mi sono ritrovato davanti Alyssa Thrial.
L'avrei potuta riconoscere tra diecimila persone.
Perché? Perché è ovunque.
Tutto ciò che parla di me, parla di lei.
Theodore Calvin e Alyssa Thrial, rispettivamente il numero uno e la numero due, sembrano fare a lotta da mesi: chi avrà il posto del migliore nei prossimi mesi?
Recito mentalmente le frasi lette sul giornale di stamattina.
Oltre questo aspetto, è abbastanza conosciuta.
È sulle riviste per scatti fotografici, pubblicità , e devo ammettere che non è niente male.
All'improvviso mi salì in mente l'immagine vista pochi giorni fa sul suo profilo instagram: una collaborazione con un brand abbastanza famoso di cui non ricordo per bene il nome.
Comunque, non uno di quei brand da cui puoi comprare tutti i giorni, se non sei attrice e modella.

La osservai nei minimi dettagli:
I lunghi capelli castani erano racchiusi in una coda alta fatta alla perfezione.
Le sopracciglia incurvate, gli occhi, di un blu mare che dava ad essi una profondità in cui chiunque potrebbe perdersi.

Le labbra piccole ma carnose, il naso piccolo ricoperto da lentiggini poco evidenti.

- Dunque, possiamo iniziare con la trama, le diverse scene, e quando inizieranno le riprese. - continuò Mark Grey.
Non lo ascoltai, ero distratto nel guardare l'architettura di quell'immensa sala, a guardare le telecamere e i diversi costumi;
Ascoltai ben poco, per quanto riguarda gli attori.
Capii ciò che bastava della trama, e poi quando il tutto finì, ci siamo salutati per andarcene.
Mentre mi avviavo verso la porta, vidi quella lunga coda di capelli castani allontanarsi.
Ho avuto la sensazione di dover andare da lei, congratularmi con lei per il secondo posto.
No.
Probabilmente l'avrebbe presa malissimo.
Non l'avrebbe preso per niente come un complimento.
Probabilmente prova anche un odio sconsiderato verso di me, dato il mio primo posto che cerca di prendere da mesi.
Lo capisco dal fatto che io la segua su tutti i social, e che lei non abbia mai ricambiato il follow su neanche uno.

Prendo coraggio, e vado a presentarmi.
Sa chi sono, ma è una gentilezza.
Un pretesto per parlarle.
Corro verso di lei, e le poso una mano sulla spalla mente dialoga con un'altra collega.
- Ciao, Alyssa. Sono Theodore. Puoi chiamarmi Theo. È un piacere lavorare con te. - le dissi con tono serio, ma amichevole.
Mi presi del tempo per guardarla.
Indossava una felpa bianca decisamente troppo larga per lei, e dei jeans dello stesso colore.
Cercai un'imperfezione dentro di lei, ma non la trovai, forse per il poco tempo che avevo, oppure perché non c'era.
Mi guardò negli occhi, poi, rispose.

- So chi sei. Non c'è bisogno che tu me lo dica. -
mi rispose con tono serio e arrogante, con uno sguardo che mi bruciava dentro.
Mi mise a disagio. Non avevo mai disagio, in queste situazioni.
Ma lei mi mise una certa soggezione.
- Bene, meglio così. - assecondai il suo comportamento freddo.
Avrei voluto chiederle altro, ma lei mi fece capire che non aveva intenzione di continuare a parlarmi.
- Buona giornata, Theodore. - si girò, e se andò di fretta.

Me la aspettavo diversa.
Aveva un viso delicato, una voce dolce, accompagnata purtroppo da un carattere che non era lo stesso da ciò che sembrava.
O forse semplicemente era un comportamento che prendeva in sua difesa verso di me.

Avremmo dovuto recitare insieme, e se avesse continuato con questo caratteraccio nei miei confronti, avrebbe penalizzato la nostra carriera.
Dovrò cercare di prendere un buon rapporto con lei.
Insomma, parliamo di un film con Mark Grey, non capita tutti i giorni.

Alyssa Thrial
Cosa voleva di più quell'uomo da me?
Aveva provato a rivolgermi la parola, a creare un discorso.
Ho cercato, negli ultimi mesi, a fargli capire in tutti i modi che non avevo intenzione di averci a che fare.
Non perchè mi avesse fatto qualcosa di male, ma perché sono competitiva e orgogliosa; non posso creare un discorso con l'uomo con il quale sto lottando da mesi.

Lui aveva questa capacità di essere amichevole anche con la voce seria.
Ne parlano le ragazzine che guardano le sue interviste in televisione.
Non fanno altro che parlare di quanto lui sia attraente.
Dio, di certo, non posso contraddirle.

Ma un po' di bellezza - che ahimè non è poca - non cambierà il fatto che io non abbia intenzione di parlargli.
Tornai a casa, e per l'ennesima volta, mi chiesi cosa avevo fatto di male per non avere quel dannato primo posto.