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Era sera, avevo sentito papà e mi aveva detto che sarebbe tornato per le due di notte. Papà fa il poliziotto quindi i suoi turni soprattutto qui a Londra durano davvero tanto. Mi trovavo in salotto, seduta sulla finestra con la seduta. Stando a casa da sola non mi sembrava il caso di mettermi sul tetto quindi mi sono accontentata della finestra. Erano le 9 e mi appisolai sul davanzale.
Mi svegliai di scatto a causa di un rumore, qualcuno bussava alla porta. Era mezzanotte, quindi papà non poteva essere. Chi va in giro a mezzanotte a Londra. Guardai dall'occhiello. Ve lo dico io chi va in giro a mezzanotte. Brian e Jason. Aprii la porta
<aspetto una spiegazione>
a parlare fu Jason
<praticamente Brian ha bevuto tantissimo, ci siamo persi Michael, non potevo portarlo a casa mia perché ho perso le chiavi, Brian abita qui dietro ma probabilmente i suoi genitori avrebbero fatto un casino>
Sbuffai
<quindi dovete dormire qui tutti e due?>
Jason annuì
<apriamo il divanoletto>
Sistemammo il divano e si misero a dormire
<grazie Dalila>
<buonanotte>
Mentre salivo le scale sentii un messaggio
<amore, devo rimanere in centrale, questa sera sono successe varie cose, tornerò domani all'ora di pranzo, vengo a prenderti a scuola, buonanotte stellina>
<buonanotte papà>
Misi in carica il telefono e poi lo lasciai sul comodino

*la mattina dopo*
Stessa routine, sistemai i capelli, misi la divisa e scesi a svegliare Jason e Brian.
Come scesi le scale vidi Brian in cucina
<che fai?>
<perché sono qui?>
<Jason ha perso le chiavi di casa e non sapeva dove andare>
<ok, i tuoi?>
<mio padre è al lavoro, mia madre non abita qui>
<ok, svegliamo Jason>
Andammo a svegliare Jason, preparai i pancake, li mangiammo e poi andammo a scuola con l'auto di Jason.
<domani è il compleanno di Michael, fa 19 anni, vuoi venire?>
<boh si, stasera c'è la partita vero?>
<esatto>
Arrivammo a scuola, scendemmo dall'auto e vidi una chioma rossa venire verso di noi
<dove cazzo siete andati ieri sera>
<buongiorno anche a te Mike>
<buongiorno Dalila, quindi mi date una spiegazione?>
Iniziò a parlare Jason dato che come sempre Brian stava zitto e si limitava a guardare male tutti
<allora praticamente non ti trovavamo più, poi io ho perso le chiavi di casa, poi Brian ha vomitato ovunque quindi siamo andati a casa di Dalila e abbiamo dormito lì>
<stavo davanti a voi Jason, come avete fatto a perdermi?>
<forse Brian non era l'unico ubriaco>
<Dalila, devi imparare a dare ragione a me e Brian non a Michael>
Risi e dissi
< dai entriamo in classe, che cosa avete ora?>
<letteratura, te?>
<letteratura avanzata>
<sei una matricola e stai con noi a letteratura?>
<esatto>
Entrammo tutti e quattro a scuola, le ragazze mi guardavano tutte male, sarà perché sto con loro. Andammo in classe. Ci sedemmo ma Jason e Michael andarono a prendere i caffè alle macchinette.
<Dalila>
<dimmi Brian>
<allontanati da me e dai miei amici, siamo sempre stati bene senza nessuna ragazza tra i piedi, quindi levati dal cazzo>
<sinceramente non me ne frega un cazzo Brian, io ai tuoi amici sto simpatica, e se per te non è lo stesso, stai tranquillo che è ricambiato>
In quel momento tornarono Jason e Michael con dietro il professore così Brian mi sussurrò
<non finisce qua ragazzina>
La lezione continuò tranquillamente, e anche tutta la giornata. Quando le lezioni finirono salutai Michael e Jason mentre a Brian lo guardai male
<ci vediamo dopo, a che ora c'è?>
<alle 4, passo io a prenderti>
<va bene, grazie Mike>
Mi girai e andai da papà che mi stava aspettando in auto
<buongiorno stellina>
<buongiorno papà, andiamo da mamma?>
<ci andiamo dopo Dalila, ora andiamo a mangiare, poi vado a fare la spesa e poi...>
<lascia perdere papà, sinceramente a questo punto ci andiamo domani>
<stellina ci andremo domani>
<in realtà domani ho un compleanno papà>
Mio padre annuí ma non disse nulla. Arrivammo a casa e pranzammo, lui usci di casa mentre io iniziai a prepararmi. Misi un top nero con sopra una camicia aperta e sotto un pantaloncino e le AirForce. Sentii un clacson suonare, presi il cellulare e la carta di credito con me. Uscii di casa e salii in macchina.
<ciao Mike>
<ciao Dalila>
<tu giochi oggi?>
<certo, se faccio un goal te lo dedico>
<allora sarò costretta a fare il tifo per voi>
<Dalila>
<dimmi>
<cosa ti ha detto questa mattina Brian in classe? siamo rientrati e avevate entrambi una faccia strana>
<nulla, ci stavamo organizzando per la partita>
Michael annuì incerto. Intanto arrivammo a scuola. Michael mi accompagnò sugli spalti in prima fila e poi mi salutò andando verso lo spogliatoio. Circa venti minuti dopo iniziarono ad entrare in campo i ragazzi. Vidi la chioma rossa di Michael con la maglietta con su scritto Parker, vidi il biondo di Jason Harrison ma non vidi Brian.
<Benvenuti a tutti, oggi avremmo la nostra squadra del cuore, IL KING'S COLLEGE e il GOODENOUGH COLLEGE>
Un urlo partí dagli spalti
<Ma ora presentiamo i capitani, il capitano del Goodenough Liam Brown e il capitano del King's Brian Carter>
Ora oltre agli urli si erano aggiunti anche gli applausi.
Mancavano 10 minuti alla fine della partita e le squadre erano in pareggio finché Mike prese la palla, iniziò a correre e con un calcio fortissimo la fece entrare con una facilità assurda nella porta. Poi mi cercò tra gli spalti e mi indicò dedicandomi il goal. Poco dopo l'arbitro fischiò e la partita si concluse con la vittoria della nostra scuola. Michael salí sugli spalti, mi prese in braccio e mi poggió sulle sue spalle. Poi tornò in campo con me e festeggiammo.

Ero tornata da qualche ora a casa, papà dormiva ma io non ci riuscivo, misi la mia vestaglia e uscii di casa. Decisi di andare da mamma. Mentre camminavo soprappensiero andai a sbattere contro qualcuno.
<guarda dove vai Wendy>
<scusa?>
Alzai gli occhi e vidi Brian
<ti vedo ogni notte dalla mia finestra che ti metti sul tetto a guardare le stelle, che fai aspetti Peter Pan per andare all'Isola che non c'è?>
<anche se fosse? a te che problema farebbe?>
<io sto li a guardarti proprio per vedere come ti porta via>
<Carter perché non torni da dove sei venuto?>
<sto andando a casa Wendy>
Lui ricominciò a camminare e io ormai con la rabbia in corpo andai a casa dimenticandomi che dovevo andare da mamma.

L'isola che non c'è Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora