I.

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Tw: fa un po' schifo e non ha senso.


Se c'è una cosa che Simone deve imparare a fare, è l'arte del saper dire di no. Ché per una mente razionale non è altro che una semplice parola.

Una parola.
Due lettere.

Una vocale.
Una consonante.

Semplice, per una mente razionale.

Razionale, appunto.

Ma di razionale Simone, per quanto la sua mente sia il prolungamento della matematica, non ha assolutamente nulla.

Per cui quella parola fatica a pronunciarla, anche quando sa che è doveroso farlo, che è quasi obbligatorio declinare, rifiutare ma, pur sforzandosi, proprio non ce la fa.

E, puntualmente, ci casca ogni volta.

Era iniziato tutto un giorno qualsiasi di Maggio quando, dopo esser tornato da scuola, si era ritrovato in casa Ivana, ovvero sua cugina, figlia di sua zia Carla, sorella di sua madre.

L'aveva trovata al tavolo con suo padre e sua nonna Virginia catapultati all'interno di una discussione di cui lui, inizialmente, non ci aveva capito quasi nulla.

Ma era bastato uno sguardo.
Anzi, tre sguardi puntati addosso per avere una visione più chiara.

Ivana ha una figlia, piccola, troppo piccola, di un anno e mezzo - per essere precisi - che si chiama Chiara.

Ed è proprio lei il motivo per cui la donna era approdata in quella casa.

Perché solamente un paio di giorni dopo da suddetto momento, tutta la famiglia di Ivana e di conseguenza anche quella di Simone, si sarebbe riunita intorno al matrimonio di Giovanni, altro cugino in comune.

E Chiara era davvero troppo piccola per poter partecipare a un simile evento, per cui, in assenza di una babysitter che desse la propria disponibilità a distanza di pochi giorni e con Dante e Virginia impegnati nel medesimo evento, la sola persona affidabile - disponibile - era Simone.

Per cui «Simone?» aveva esordito il padre con quel solito luccichio negli occhi di chi la sa lunga e non la sa raccontare.

Simone, grande mente matematica ma non razionale, aveva già capito tutto. «Che c'è?» Aveva sbuffato.

«Ti devi occupare di Chiara per un giorno.»

«Non se ne parla papà, non ne sono capace.»

Bravo Simone, sei sulla giusta strada, stai imparando a dire di no.

«È una bambina dolcissima.» Lo aveva tranquillizzato Ivana. «Dorme quasi tutto il giorno, non ti darà nessun fastidio.»

Simone aveva guardato tutti i suoi interlocutori in viso, li aveva scrutati e aveva alzato gli occhi al cielo. «Non lo so. E se poi ha bisogno di qualcosa e io non so cosa fare?»

Stai vacillando Simone, ricomponiti.

«Puoi chiamarmi quando vuoi.» Aveva chiarito la madre della bambina. «Ti prego, non so più a chi rivolgermi.»

Stessi occhi || SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora