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[Storia ripubblicata perché Wattpad ha ben pensato di rimuoverla senza alcun motivo apparente :) *inserire qui emoji del dito medio*]


Giovedì 7 maggio 2020, ore 09:13, Los Angeles.

Harry strofinò i pugni sulle palpebre e le schiuse con lentezza. Aveva la vista offuscata e le lenzuola sfatte adagiate sciattamente sul corpo nudo.

Afferrò il telefono posto sul comodino per esaminare l'orario e rotolò un paio di volte sul materasso. Si bloccò all'improvviso, quando col fianco ammaccò gli attrezzi piantati lì alcune ore fa. Trascinò un dito sopra uno di quelli e sorrise.

Non sorrideva in quel modo da settimane. Aveva trascorso lugubre giornate interminabili tra le mura della stessa abitazione, privato della presenza di qualsiasi anima viva o presunta tale. Si era fermato a chiacchierare con un cane randagio, il passato martedì, ma il quadrupede aveva approfittato delle sue carezze gentili, senza poi degnarlo di una risposta.

Si sentiva tristemente solo e malinconico. Osservava le persone affacciate alla ringhiera dei balconi, gli uccelli volteggiare nel cielo. Ascoltava il terrificante eco del silenzio e si rammaricava di non aver apprezzato abbastanza gli ultimi momenti di libertà, che a lui erano sembrati minuti qualsiasi di una giornata qualunque. Si era sbagliato di grosso, ma poteva rendersene conto soltanto adesso.

Nessuno avrebbe potuto prevedere quanto stesse avvenendo. Nessuno avrebbe mai sfoderato l'impudenza di pronosticare l'avvento di una pandemia durante gli anni più lucenti del ventunesimo secolo.

Eppure, stava accadendo. Somigliava a un incubo, però il tanfo di umidità che respirava dentro la trincea che era ormai la sua camera, era reale. Sembrava finzione, perché era più semplice convincersi di questo che del contrario, e invece era reale. Era maledettamente reale.

Si fiondò a recuperare l'iPhone per mutilare il traffico dei pensieri e azionò la connessione Wi-Fi, disattivata durante le ore notturne. Una serie di scampanellii e di diciture a scomparsa affollarono l'apparecchio.

La prima cosa che si preoccupò di fare fu augurare una piacevole giornata a sua madre, a suo padre e a sua sorella Gemma. Poi si trasferì nel riquadro che contrassegnava la conversazione condivisa con Louis, dove trovò un filmato da scaricare e un testo allegato che recitava: "Buongiorno amore".

Affondò col gomito sul letto, pigiò lo schermo con l'indice e attese. Il cuore reagì all'istante saltando un battito, e poi accavallandone altri cinque.

Smise di respirare.

Nel video, Louis era posizionato davanti a un lungo specchio rettangolare. Con una mano stimolava l'intimità eretta, con l'altra reggeva il cellulare, sballottato dai movimenti irrequieti. I boxer erano calati fino alle ginocchia. Dalla cassa affioravano gemiti sempre più aspri e assidui.

Harry spedì una mano sul membro parzialmente duro e pressò due dita sui testicoli gonfi. Sgranò gli occhi. La voce di Louis divenne uno spillo aguzzo, mentre dall'estremità dell'erezione schizzavano fiotti di seme bianco, che si convertiva in una tonalità pressocché trasparente, nell'andare a colare sul muro riflettente dello specchio.

Intanto che Louis ansimava, Harry perdeva liquido pre-eiaculatorio e vomitava imprecazioni sommesse tramite le labbra marchiate dai morsi.

Il filmato terminò, e lui si lasciò cadere sul materasso senza forze. Aveva un marito eccitante da morire e una caterva di fantasie represse. Gli mancava talmente tanto abbracciarlo e percepire quel corpo sopra il proprio da dover trattenersi dal piangere.

Selezionò dal menù l'applicazione della fotocamera, slittando col dito fino allo strumento di registrazione. Si sistemò in modo da comparire per intero entro il perimetro dell'inquadratura e divaricò le cosce, appioppando dosi massicce di saliva a tre dita unite, avvicinandole poi al sedere.

I broke the quarantine for you [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora