Fedele al quartiere.

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Un anno dopo.

Alice.

Insapono i capelli per poi risciacquarli accuratamente sotto il getto d'acqua calda, sto per mettere il balsamo ma un tonfo alla porta blocca le mie intenzioni.

«Sbrigati, stiamo facendo tardi, il bagno serve anche a me» Alzo gli occhi al cielo non appena la voce del mio ragazzo arriva squillante alle mie orecchie, ma non gli do retta, continuo con il mio rituale.

«Che cazzo Alice!» Chiudo il rubinetto e esco dalla doccia, dirigendomi verso la porta, prima che venga buttata giù a terra.

«Eccomi, quanta fretta» Sbuffo infastidita.

«Finalmente! Stavi finendo l'acqua calda, potevamo farla insieme la doccia, così evitavamo di essere in ritardo anche oggi»

«Colpa tua, potevi evitare di farmi arrabbiare»
Dico risoluta sorpassandolo, lui mi segue.

«Andiamo, sono dei vestiti sul pavimento, davvero te la sei presa per così poco? È una
settimana che mi ignori»

«Si, davvero, e continuerò a farlo» Gracchio camminando verso l'armadio, con l'intento di scegliere qualcosa da indossare.

È passato un anno da quel giorno al museo e da allora sono cambiate molte cose, ho ricevuto un contratto di lavoro come fotografa in uno degli studi più rinomati di Milano, e sono andata a vivere insieme ad Amine nella sua vecchia palazzina arancione, quella di San Siro. Ammetto che convivere con lui è difficile, abbiamo lo stesso carattere, siamo due teste calde, non facciamo altro che scontrarci, ma per la prima volta nella mia vita non sento il bisogno di prendere le valigie e fuggire lontano, perché so che la mia casa è qui, con lui e in nessun altro posto.

«Non credo che questo vestito sia adatto per un barbecue sotto al palazzo» Mi indica, lo fulmino con lo sguardo.

«Aspetta, ti aiuto» Afferma vedendomi in difficoltà con la zip del vestito, che proprio non ne vuole sapere di stare su, con passo lento si avvicina al mio corpo, poggia le mani sulle mie spalle, mi accarezza la schiena e infine tira su la zip, rabbrividisco, sono giorni che non ci tocchiamo e d'istinto ritorno con la mente a qualche settimana fa.

«Sono venuti bene i lavori no?» Mi domanda affiancandomi nella visita della nostra nuova casa, finalmente conclusa, acconsento.

«Si, siete stati bravi, possiamo mettere qualche quadro? Magari una nostra foto, dietro al divano del salone che ne pensi?» Lo vedo sbuffare per poi sorridere.

«Vuoi tappezzare casa con le tue foto, ammettilo» Afferma puntandomi un dito contro, scuoto la testa, avvicinandomi al suo petto.

«Le mie foto ritraggono solo te, non dovresti lamentarti» Gli sussurro dolcemente accarezzandogli il viso, sentendo un leggero accenno di barba.

Come fa a farmi impazzire anche senza fare niente?

«Hai visto la camera da letto?» Domanda cercando di smorzare la situazione, staccandosi da me, lo seguo a ruota nella stanza.

«Hai fatto mettere la cabina armadio» Osservo mordendomi il labbro inferiore, acconsente.

«Non guardarmi così» Ammicca sorridendo colpevole, poggiando entrambe le mani sui miei fianchi.

«Come ti starei guardando?» Lo provoco.

«Non sfidarmi, Alice» Sottolinea il mio nome mentre le sue mani scendendo più giù, sui miei glutei e insieme indietreggiamo, finendo contro il muro della nostra camera.

Fedele al quartiere | Neimaezza Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora