La mia migliore amica

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Ho passato gli ultimi giorni nel chill totale e con la solita, noiosa, routine.

Sveglia alle otto che puntualmente rimando sempre di cinque minuti, anche se non bastano mai, per decidere di alzarmi dal letto alle otto e trenta con poca determinazione per attivarmi, ma allo stesso tempo con la voglia di attivarmi nonostante la testa pesante che chiede di ritornare nel mondo dei sogni.

Guardo il telefono per leggere le notifiche, che ultimamente si fanno più presenti.

Fino a qualche tempo fa non avevo molti amici...li potevo contare sulle dita delle mani. Sarà perché quelli che io scelgo di chiamare amici sono le persone che tengono davvero a te, che ti cercano anche solo per una passeggiata tanto per il gusto di vedersi e passare qualche ora pomeridiana insieme; oppure perché davvero ne avevo pochi. Ma da quando mi sono fidanzata il telefono ha preso a suonare più frequentemente, e mi sono ritrovata come una normale adolescente media che dopo aver mangiato prende subito il telefono per rispondere ai messaggi  (cosa che prima non capitava).

                               

***

Il mio giro di amicizie sembra essersi allargato e ho iniziato a uscire con due vecchie conoscenze. Una di chiama Emily: capelli corti, occhi piccoli e scuri come la terra fredda dopo la pioggia, labbra anch'esse sottili e naso proporzionato al viso rotondo ma fine. È sempre stata una ragazza molto solare e simpatica ma soprattutto con la fila dietro, e come negarlo...è una bella ragazza. Si sa: simpatia e dolcezza fanno girare la testa ai ragazzi di oggi.

L'altro è Giacomo, ma comunemente chiamato riccio appunto per i suoi capelli, un vecchio amico delle medie. Siamo nella stessa scuola, stesso corso (liceo scientifico tradizionale) ma classi diverse in corridoi diversi. Lo vedevo a volte fuori scuola con i suoi amici, miei vecchi conoscenti, oppure nel mio corridoio mentre li raggiungeva per rubare la merenda a qualcuno o semplicemente per parlare nei brevi dieci minuti dell'intervallo.

Già da tempo pensavo di scrivergli per rivederci dopo le medie, finite in modo improvviso a causa del Covid che ci ha provato di tante belle cose: l'esame finale, l'ultimo giorno di scuola, i pianti e i saluti per compagni e prof, il ricevere l'ultima caramella jelè da Adriano (il bidello della scuola), ma soprattutto...il ballo di fine anno.

Ad essere onesta non ci tenevo molto ad andarci perché non avevo nessun accompagnatore, avevo in mente qualcuno con cui sarei voluta andare, ma sentivo e percepivo che i sentimenti non erano ricambiati quindi ho scelto di lasciar perdere al caso.

***

Tra i messaggi scorro anche quello della mia migliore amica, Dalila. Che mai ci farà sveglia a quest'ora? Penso.

Dalila è una di quelle persone che dorme fino a tardi, saltando anche i pasti, e sta sveglia fino a tarda notte; cosa comoda se non riesci a dormire e hai voglia di parlare con qualcuno ma un po' meno comoda se la mattina non hai nulla da fare e vuoi uscire, o peggio ancora se dovete uscire pomeriggio e devi scriverle la mattina attendendo una risposta che non arriverà prima di mezzogiorno.

"Miii sveglia?"

"Per una volta nella mia vita mi sono svegliata presto e non voglio sprecare la mattinata, sei libera dopo le dieci?"

"Heyy"

"Si si sono libera :)"

"Ok allora ci vediamo alle 9.45 da me?"

"Si sì;)"

Dopo aver preso le forze di alzarmi finalmente un po' più carica mi vesto e mi dirigo in cucina per fare colazione e stranamente stamattina ho fame, sarà perché ieri sera ho mangiato poco.

Scaldo il tortino proteico fatto con albume e farina d'avena, preparato la sera prima, e lo guarnisco con marmellata di albicocche senza zuccheri e crema di arachidi 100%. Era da un po' che non mi veniva fame la mattina, e per questo dovrei riprendere ad allenarmi a casa perché quando lo facevo la mia fame era quasi paragonabile a quella della mia amica Martina, che mangia per dieci persone. Ti senti più potente quando hai fame, senti il corpo che parla e desideroso di qualcosa che ti soddisfi.

Dopo mangiato mi do una sciacquata alla faccia e faccio i letti. Mi rimane poco tempo prima di andare a vestirmi per uscire e deciso di passarlo su whatsapp con Ale, il mio ragazzo. Lo saluto a fatica, perché sento che ogni volta che dobbiamo salutarci nessuno dei due lo vuole davvero e potremmo continuare ancora.

Avevo intenzione di indossare una maglietta corta di un blu elettrico che mi piace molto, ma che non stava bene con gli short color jeans che volevo mettere, così la sostituisco con la maglietta dello stesso tipo ma marrone chiaro, che ora va tanto di moda. Calzo le classiche e amate converse bianche, prendo la mia mountain bike e pedalo verso casa sua con qualche minuto di ritardo percorrendo le vie interne, perché impedita come sono rischio di finire stesa per terra andando nelle rotonde delle affollate vie principali.

Il tragitto è tranquillo e piacevole, non c'è nessuno come avevo previsto,  ed è molto più comodo spostarsi in bici rispetto che a piedi impegnandoci meno tempo. Le gambe subito iniziano a bruciare dalla fatica e i capelli corti volano tranquilli come strascico.

Arrivata a destinazione metto la bici oltre il cancello, così che mio padre non si arrabbi nel caso la sfortuna sia dalla mia parte e  me la rubassero.

Ed eccola arrivare, dopo avermi fatto aspettare giù qualche minuto, anche se stavolta la posso giustificare dato che anche io sono in ritardo di ben sette minuti.

Abbiamo passato insieme tutto il giorno, tra un te rigorosamente alla pesca da un bar del centro e un pokè, il tutto sempre accompagnato da chi accede e risate. Lei riesce sempre a capirmi. Sempre. Anche quando non so nemmeno io per quale motivo stia male lei riesce a darmi una spiegazione. Di solito sono io la psicologa di tutti, soprattutto della mia amica omonima quando si parla di ragazzi (anche se di fatto non ho esperienze nel campo, eppure i miei consigli funzionano bene), ma anche io ogni tanto ho bisogno di uno sfogo e spesso sento il bisogno di qualcuno che mi comprenda davvero, e quel qualcuno è lei.

Dopo pranzo decidiamo di fare un giro in bici nei paesi vicino al nostro. Mi sentivo libera. La libertà è una sensazione che ho sempre amato, e negli ultimi anni sto scoprendo sempre di più questo mio desiderio di spensieratezza che mi fa sentire uno spirito libero (giustificato anche dal mio segno zodiacale: Acquario). Lei dietro di me che mj indica la strada ed io davanti. Pedalo veloce con le mani salde sul manubrio e la quarta marcia impostata, vedo i campi costeggiarmi intorno e le case recintate con siepo che impediscono la visibilità dei giardini con piscine gonfiabili, non si sentono voci: solo la bici che va, noi due che parliamo, il vento fischiare nelle orecchie e accarezzare il collo asciugando il sudore, e qualche uccellino cinguettare. Certe volte ho davvero bisogno di giornate come queste: solo io e lei; ci facciamo bene a vicenda, lei rivela i miei vuoti e bisogni mentre io riempio i suoi. Ci conosciamo dalla prima elementare e nonostante due anni di separazione tra le medie e il liceo per via di una banale litigata, siamo tornate esattamente come dieci anni fa: unite come non mai, ma con l'unica differenza di sangue anche avendo lo stesso gruppo sanguigno: zero.

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