Preambolo

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I bambini sanno essere straordinariamente inventivi, non credete? Lì, dove c'é il nulla, riescono a tessere un mondo pieno, hanno la capacità di rendere ogni miseria ricca, e dove regna un mondo d'oscurità carpiscono quel barlume di luce che i grandi non vedono.

Almeno, la maggior parte di loro...

Io non facevo parte di quella categoria; era come se quel magico ponte di creatività fosse stato costruito a metà, e si fermava là dove la realtà iniziava.

Non aveva il coraggio di andare più in là, e di far volare i miei piedi da terra.

La mia è stata un'infanzia alquanto turbolenta, a dirla tutta. E, se avessi avuto anche solo per un istante quegli occhi di bambino, probabilmente mi sarebbe passata avanti come niente.

Non avrei mai sentito la pesantezza di una guerra incombente, non avrei assorbito la puzza di decadenza e di marciume, l'assenza che provocava un vuoto nel mio piccolo cuore.

Probabilmente mi sarebbe scivolato tutto addosso, come un manto fatto d'acqua, che ti travolge senza rimanerti appiccicato addosso per sempre.

Illudevo me stesso, mascheravo la mia difettosa immaginazione, e ingannavo la mia mente dicendomi che ero superiore, che ero già cresciuto e che non avevo alcun bisogno di coprirmi con dei prosciutti.

Ero forte, potevo sopportarlo.

Ma era una colossale bugia, e lo capì all'età di otto anni.

Ero un bambinetto esile, all'epoca, vestito di saccenza e grandi responsabilità, gli occhi di chi pensava aver già visto tutto...eppure niente, l'atteggiamento di troppe mancanze.

Vi ricorderete di me...almeno spero.

Quella piccola creaturina tutta impettita che se ne stava dietro quell'ammasso di rose del colore del cielo, dai capelli castani ben pettinati e la curiosità nelle parole e nei gesti.

La speranza arrivata alla fine, l'innocenza della situazione disastrosa, un puntino minuscolo che per qualche motivo, ancora a me ignoto, è qui a parlare.

Per anni mi sono ripetuto, come una cantilena dolce e premurosa, che ero prezioso, e che c'era del futuro racchiuso in me. Ma ora, all'età di 50 anni, ora che quel futuro e divenuto passato, sento di potermi esprimere interamente sulla mia persona, e sulla mia storia.

Qualcuno, una volta, era solito leggermi delle favole, qualcuno si sentiva responsabile del fatto che la mia vita avesse dovuto rispecchiare quella di una storiella con un lieto fine. Qualcuno mi faceva rimuginare sulla morale di quelle storie, e scoperchiava quelle piccole realtà che la fantasia cela.

Non vi farò il suo nome, non che ce ne sia bisogno comunque. Vi dirò solo che è stata quella pienezza nel vuoto, e il piccolo barlume di luce che mi ha dato la forza di ampliare il ponte.

La sua storia è stata già raccontata, e non sono tipo da rivangare cose già scritte e spiegate, ma la mia vita è inevitabilmente legata alla sua, e se in questo racconto troverete suoi sprazzi...sarà del tutto lecito.

Ma la mia, la mia è una storia ben diversa, probabilmente non ne sarò del tutto il protagonista, anzi, vi invito a guardarmi più come uno spettatore simile a voi.

Non ci sono eroi che salvano il mondo, o spietati cattivi che cercano a tutti i costi di abbatterlo. Non ci sono conflitti, se non quelli creati da noi contro noi stessi.

Questa...è una storia di morte, sì, non ho paura di dire questo. In questa storia c'è la morte.

Non meno di quanta ce ne sia stata negli anni o nei secoli precedenti, non più di quanta possa essercene nelle vostre vite.

Ma la morte c'é sempre, è un dato di fatto, perciò darò il ruolo di protagonista a lei e lei soltanto.

Avrete ognuno un'opinione diversa su questa straordinaria presenza; che sia una ladra infida e crudele, una corritrice troppo abile da battere, un'insensibile e logica creatura che fa solo il suo sporco lavoro.

Ma per molti, può essere un'ancora di salvezza, un'amica che, segnata la tua ora, ti da finalmente l'opportunità di lasciare la pesantezza di una vita.

Si dice che il suo bacio sia lieve e impercettibile, uno spiro leggero che, come seta, si posa sulle tue labbra. Indolore, e placida come il riposo di una lunga giornata.

Non mi credete? Oh, non mi credo neanche io, sono un uomo logico, faccio di mestiere il guaritore e, credetemi, non è poi così placida e piacevole quando arriva. Ma molti la invocano, ho visto così tanti invocarla durante il mio lavoro che molte volte ho pensato di avvantaggiarla.

Ma non sono un assassino, l'oscurità è nata con me, il sangue crudele scorre nelle mie vene, ma non sono un assassino. Voglio precisarlo, nel caso in cui potreste credere che la presenza di molti di questi nella mia vita abbia potuto influenzarmi.

Ma conosco la morte, almeno, in parte. Conosco il vuoto che ti provoca, conosco la sua grande misericordia, anche, ma come semplice spettatore.

Forse, seguendo questa storia, potreste mettervi nei miei panni, e capire quanto in realtà quell'innocenza fosse solo un futile involucro.

Io non sono nessuno, faccio parte della storia di qualcun altro, sono il puntino ingenuo di quella storia, frutto di una menzogna vista dagli occhi di un'anima pura.

Non sono un assassino, non ho mai ucciso nessuno, ma forse adesso, con questo racconto, lo sto diventando.

Sto uccidendo la figura bellissima che vi eravate creati. Sono assassino di me stesso, ma non ho paura di dare quella pugnalata mortale, le storie dette con sincerità non sono sempre belle, ma meritano di essere raccontate.

Questa, come ho detto, non è la mia storia, è la storia di molti, che s'intreccia nell'unico vortice di quel bacio.

Allora? Ancora nessun nome per me?

Bene, mi svelo.

Molti di voi mi conosceranno come il bambino affettuoso e aiutante, altri come il finto figlio di Draco o la prole di due crudeli malfattori.

Altri ancora avranno visto in me solo la rinascita di un'amore andato.

Ma la verità è che il mio nome è Scorpius, Scorpius Hyperion Malfoy, preferirei il cognome Malfoy se non vi spiace.

In realtà andrebbe bene qualunque nome, anche Greengrass, ma non Nott, abbiate pietà...dislegate questo nome da me poiché lo rinnego con tutto il mio cuore.

Perciò, questa è la storia raccontata dagli occhi di un uomo già cresciuto, la storia vista dagli occhi di Scorpius, e da chi, come lui, ha visto la morte in faccia.

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