|Capitolo 2|

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Con lo zaino ancora in spalla, dei pantaloni scuri e la camicia della divisa scolastica aperta a mostrare una maglietta bianca, camminava con la lentezza di chi sembrava non avere fretta di tornare a casa nonostante l'ora di cena fosse passata ormai da un po'. Il suo stomaco in effetti brontolava, colmo solo di qualche boccone consumato nel primo pomeriggio, ma sapeva che difficilmente avrebbe consumato la cena una volta rientrato. Non era uno sciocco, era molto meno stupido di quanto mostrava e sapeva benissimo quali fossero le conseguenze delle sue azioni, era solo troppo determinato e testardo per farne un deterrente. Imboccò il vialetto di casa Todoroki a testa alta e con incedere pacato, appollaiando la giacca dell'uniforme sulla propria spalla sinistra in un gesto del tutto disinibito e fingendosi particolarmente attratto da un messaggio mai ricevuto mentre tirava fuori le chiavi dalla tasca posteriore dei pantaloni. Era tranquillo, almeno all'apparenza, tranquillo in un modo snervante e iniziò perfino a fischiettare quando varcò la porta dell'ampia abitazione senza annunciare in altri modi il proprio ritorno: si limitò semplicemente a richiudere la porta con un colpo di anca e lasciar cadere per terra lo zaino, inspirando lentamente quel profumo familiare che aveva iniziato a farsi più vivo sempre più da quando la villa contava solo cinque abitanti. Con tutta la tranquillità del mondo si chinò a slacciare le scarpe da ginnastica, e fu proprio in quel momento che udì dei rapidi passi alle sue spalle.

𝙇𝙤𝙤𝙠 𝙖𝙩 𝙢𝙚!!「𝙏𝙤𝙪𝙮𝙖 𝙏𝙤𝙙𝙤𝙧𝙤𝙠𝙞」Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora