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Isabel

6 ore prima, dal peggior incubo della mia vita...

<<Isa, siamo in vacanza ad Ibiza! Come puoi non venire ad una festa? Ci divertiremo! Ci saranno un sacco di ragazzi da rimorchiare...>>
La mia amica Gaia sta cercando di convincermi, da quando siamo arrivate ad Ibiza, precisamente questa mattina alle 5, ad andare a una festa. Lei sembra così euforica, mentre io sembro un panda assonnato. Come fa ad avere tutta quella energia?
<<Lo sai che non mi piacciono le feste, e poi non mi interessa rimorchiare nessuno. Voglio solo mettermi a letto e dormire fino a domani>> dico sbuffando e buttandomi sul letto della camera d'hotel.
A un certo punto la sento mettersi a cavalcioni su di me e capisco che sono fottuta. Quando fa così è meglio assecondarla o puoi rischiare di ritrovarti in una lotta con i cuscini.
<<Tesoro, sarò io a rimorchiare e non ho nessuna intenzione di mettermi a dormire e sentirti russare. Ora ti alzi e indossi il vestito più sexy che hai. La festa ci aspetta! Muoviti!>> mi minaccia assumendo il tono e la faccia da belva incazzata. Poi mi afferra per i polsi e mi trascina verso il bagno. Lo sapevo, sono spacciata.
<<Ora tu ti trucchi, mentre io vedo cos'hai nella valigia>>
<<Tanto non troverai niente di sexy. L'unico vestito che ho portato è quello a fiori che uso per andare al mare>> dico mentre prendo dalla sua pochette un mascara.
<<Oh, Gesù...cos'è questa roba? L'hai rubata dall'armadio di tua nonna?>> urla dall'altra stanza. Mi sporgo dalla porta del bagno e vedo che sta esaminando, come se fosse una busta della spazzatura, il mio golfino celeste.
<<L'ho portato per le serate un po' fresche>> dico con fare ovvio.
<<Ma ci sono 40° gradi!>> rido sotto i baffi e finisco di mettere il mascara. Devo dire che i miei occhi verdi risultano più luminosi adesso.
Quando esco dal bagno la vedo con in mano un vestito di pelle bordeaux, molto scollato, e molto corto.
<<Carino, ti starà sicuramente bene>> dico andando verso la mia valigia praticamente disastrata.
<<Hahaha, ma che dici? Questo lo indosserai tu! A me va troppo stretto>> me lo lancia, mentre lei ritorna a frugare nella sua enorme valigia rosa.
<<Perché diavolo l'hai portato allora?>>
<<Per te, amore! E ne ho altri 3 che starebbero benissimo addosso a te>>
<<E se mettessi la salopette di velluto?>>
<<Certo, è perfetta per andare a mungere le mucche>>
<<Spiritosa...>>

2 ore dopo siamo pronte. Io con quella trappola di vestito che si incolla dappertutto, e Gaia con un miniabito ricoperto di paillettes argento e tacchi altissimi.
Arriviamo davanti un locale da dove proviene una musica assordante. Mi faccio il segno della croce e mi lascio trascinare dalla mia amica che saltella come se fosse appena entrata a Disneyland.
Il locale è gremito di gente sudata e ubriaca, io vorrei solo scappare e tornarmene in hotel.
<<Vado a prendere da bere, ho una sete! Tu vuoi qualcosa?>>
<<Una camomilla con melatonina?>> dico scherzando, anche se in realtà la berrei volentieri.
<<Scema, arrivo subito>> sparisce tra la folla e io mi guardo intorno nella speranza di vedere un divano vuoto dove posso buttarmici sopra e riposare, per modo di dire.
Dopo averlo individuato, mi siedo e guardo la pista da ballo. Ci sono coppie che si strusciano, solitari che ballano fuori tempo, gruppi di ragazzi che stanno fermi con in mano bicchieri strapieni di alcolici e poi due ragazze che stanno limonando. Si staccano e una delle due si gira a guardarmi, mi volto di scatto sentendomi in imbarazzo.
<<Oh, eccoti qua. Già sei stanca? Tieni, ti ho preso un analcolico alla frutta>> mi porge il bicchiere e ne bevo un po', ma sento la gola bruciare.
<<Sei sicura che sia analcolico?>> dico tossendo.
<<Ci ho aggiunto solo una goccia di questo>> tira fuori dalla sua borsa una fiaschetta con la scritta "I love Ibiza" sul davanti e comincia a versare il liquido trasparente nel suo bicchiere di non so cosa.
Per poco non mi strozzo.
<<Dove diavolo l'hai presa quella?>>
<<In aeroporto, non è carina?>>
Sbuffo e bevo un'altro sorso del drink, in effetti non è poi così male.

Dopo essersi scolata 3 bicchieri di gin tonic, Gaia ha acciuffato un ragazzo dai capelli corvini e ora è in pista che gli balla intorno a mo' di palo.
<<Carina la tua borsa!>> una voce di fianco a me mi fa girare di scatto. È la ragazza di prima. Ma la sua compagna non c'è.
Si siede vicino a me esaminando la mia borsa di tela con il disegno di un ornitorinco.
<<Io...non è...>>
<<Io adoro gli ornitorinchi, sono così buffi, vero?>>
<<Sì...>> rispondo con la faccia paonazza. Avrà pensato che sono una sfigata. Come mi è saltato in mente di portare la mia borsa di tutti i giorni, in una discoteca?
<<Come ti chiami?>> mi domanda con un sorriso travolgente.
<<Isabel...>> la musica si interrompe improvvisamente e dei poliziotti armati si fanno strada dentro il locale urlando di stare fermi. Mi alzo di scatto cercando con lo sguardo Gaia, ma non la vedo.
<<Non muovetevi! Questa è una perquisizione>> comincia a salirmi l'ansia. E se scoprissero della fiaschetta di Gaia? E se l'arrestano e io rimango qui da sola, su un'isola che non mi appartiene? Gaia dove sei finita?
Prima che crolli in un pianto nervoso, un agente si piazza davanti a me e mi squadra dall'alto in basso.
<<Mi faccia vedere la sua borsa>>
<<Certo...>> la prendo dal divano e gliela porgo tremante.
Devo stare tranquilla, tanto ho solo il cellulare, il portafoglio, pacchetti di fazzoletti e il mio libro preferito, un retelling della storia di Raperonzolo.
L'agente chiama il suo collega, facendolo avvicinare. Oddio ora si metteranno a ridere di me. Che vergogna.
<<L'abbiamo trovata. Signorina, la dichiaro in arresto per traffico di droga>> il poliziotto estrae dalla mia borsa un sacchetto di plastica pieno di palline bianche avvolte dal cellophane.
<<Cosa? Quelle non sono mie! Non c'erano nella mia borsa!>> dico indignata mentre l'altro poliziotto mi mette le manette.
<<È stata lei a metterle!>> mi giro verso il divano e la ragazza è sparita.
<<Rimanga in silenzio e ci segua in commissariato>>.
Inizio a piangere, come ho fatto a non accorgermi di niente?
<<Isa! Che diavolo succede? Che state facendo?>> Gaia arriva impettita cercando di fermare gli agenti.
<<Io non lo so! Hanno trovato della droga nella mia borsa, ma io non c'entro nulla!>> dico in preda alla disperazione.
<<Sì tratterà di un equivoco, ti tirerò fuori, te lo prometto!>> queste sono le ultime parole che sento perché poi vengo trascinata in una macchina e portata via.
Non avrei mai immaginato di ritrovarmi rinchiusa come la protagonista del mio romanzo preferito, eppure eccomi qua. Isabel García, nata il 28 agosto 1996, a Madrid, è indagata per traffico di droga.

You stole my heart Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora