2. BAD FAME

24 1 0
                                    

La sveglia suona svegliandomi dal mio solito incubo. Penso di essere una delle poche al mondo che ringrazia la sveglia ogni mattina...

Mi alzo pigramente e faccio un'abbondante colazione con muffin e cappuccino. Adoro il cioccolato.

Guardo l'ora e sono già le 13. Devo sbrigarmi se voglio arrivare puntuale al lavoro.

Mi faccio una doccia veloce e mi vesto con la solita divisa: calzoncini neri a metà coscia e un top bianco senza maniche con il logo del bar "Kitten". Il top è troppo stretto per i miei gusti ma purtroppo è la divisa che tutti noi indossiamo.

Mi do' una pettinata veloce e lego i miei lunghi capelli neri in una coda di cavallo alta.

Non mi trucco mai al lavoro, non mi interessa rendermi più bella. Anzi se potessi vorrei essere invisibile.

Metto dei vestiti di ricambio nella borsa ed esco di corsa. Di solito non esco in divisa, è troppo corta e stretta. Oggi però sono in ritardo e non farei in tempo a cambiarmi al bar.

Mentre percorro il corridoio la porta del mio vicino si apre e lui esce.

Ci fermiamo a guardarci : indossa dei jeans neri e una maglietta bianca attillata che evidenzia tutti i suoi muscoli. Dalla manica sinistra spunta il tatuaggio che ieri mi ha incantata. È un groviglio di rami con le spine e qualche goccia di sangue risalta per il colore rosso.

"Buongiorno gattina!" Sorride malizioso guardandomi il seno.

Mi riprendo e mi osservo il busto dove la scritta "kitten" si allarga sul mio seno. È per questo che mi chiama gattina? Non credevo sapesse dove lavoro...

"Buongiorno anche a te mister muscolo!" Ribatto secca perché non mi piace come mi guarda. Non che sia diverso dagli sguardi degli altri uomini.

Lo supero e mi dirigo verso le scale.

"Mi chiamo Reece!" Mi urla mentre scendo velocemente i gradini.

Faccio finta di non averlo sentito e continuo la mia corsa.

Lo so è da maleducati ma ne ho abbastanza di uomini che si fanno avanti per poi trattarmi come se non valessi nulla. Questo poi è anche il mio vicino di casa non potrei evitare di incontrarlo.

Arrivo al bar Kitten con cinque minuti di anticipo. Dietro il bancone c'è la mia collega Jen indaffarata a preparare alcuni drink.

Dal retro spunta Adrian che appena mi vede si acciglia e distoglie lo sguardo.

Sembra ancora arrabbiato.

Sbuffo maledicendomi mentalmente per aver fatto sesso con un collega. Speriamo almeno che il lavoro non ne risenta.

Dopo tre ore le mie speranze sono andate in fumo. Adrian non mi rivolge parola e sembra fare apposta a passare ordini incomprensibili e sbagliati.

Faccio finta di niente con la speranza che rinsavisca e si accorga di comportarsi da bambino. Ma quando lo vedo parlare con dei suoi amici che poi mi guardano e ridono, mi rendo conto che non sarà così semplice.

Cerco di ignorarli e continuo il mio lavoro finché due di loro si avvicinano al bancone e iniziano a squadrarmi e sogghignare.

So già cosa pensano e perché ridono ma indosso la mia maschera di indifferenza e gentilmente chiedo cosa vogliono.

"Vogliamo il servizio che hai fatto ad Adrian. Sappiamo che ti piace farlo in tre ma se vuoi chiamiamo anche gli altri." Ridacchiano continuando a fissarmi il seno.

Per un momento rimango basita. Sul serio ha detto questo di me?

Guardo Adrian che mi guarda sghignazzando con i suoi amici.

BAD FAMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora