IL MONDO IN UN PACCO DI PASTA

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Seduto all'esterno del suo balcone, il professore Piergiovanni De Lorenzis stava leggendo una raccolta di poesie di Giuseppe Ungaretti osservando il cielo sereno con un sorriso. In pensione ormai da parecchi anni, era un uomo sbarbato di 80 anni dai capelli grigi ondulati e gli occhi castani che indossava una camicia bianca con bretelle verdi e pantaloni neri e indossava una vestaglia grigia per non sentire freddo. Dopo aver dato acqua alle piante stava per rientrare in soggiorno perché aveva ospiti: era separato e tra non molto doveva arrivare la figlia Vincenza con i suoi figli per preparargli il pranzo, dato che il professore si era operato alla schiena e i medici gli avevano consigliato assoluto riposo. Appoggiò con cura la vestaglia sulla sedia e andò a sedersi vicino al tavolo. Suonò il campanello e il professore andò ad aprire la porta accogliendo la figlia e salutando i nipoti Marco di 4 anni e Chiara di 1 anno che portava con sé il suo inseparabile coniglietto di pezza. Vincenza era sposata con Giacomo Rossani, che lavorava come magazziniere in un centro commerciale e siccome aveva il turno di mattina e non sarebbe rientrato a casa prima delle 17:30 aveva deciso di portare i suoi figli per pranzare tutti insieme. Dopo che Chiara mangiò la sua pappa pranzarono con un piatto di spaghetti al sugo, una cotoletta e della frutta perché il professore voleva mangiare in modo equilibrato e giocò insieme ai bambini fino alle 17:00 perché Giacomo stava per tornare a casa.

"Stiamo per tornare a casa, papà. Hai bisogno che ti faccia la spesa domani? "

"No grazie. La figlia dei vicini si è offerta di portarmi la spesa appena finiva il suo turno al supermercato. "

"Va bene. Forza bambini, salutate il nonno, dobbiamo andare a casa!"

"Ciao nonno!" disse Marco e la piccola Chiara lo salutò dicendo "Nonno!"

Il professore si diresse verso la camera da letto per riposarsi dopo il pranzo e dopo un'ora di sonno, accese la TV in soggiorno per guardare un varietà comico finché non arrivarono le 20:00 precise. Davanti al portone del professor De Lorenzis si presentò Veronica Bellini, per gli amici Ronny. Era una bella ragazza di 24 anni dai capelli biondi ossigenati e maniaca della moda che lavorava come cassiera in un supermercato e aveva portato la spesa richiesta dal professore.

"Buonasera a te Ronny. Prendi pure un bicchiere di succo di mela dal frigo se vuoi, devi essere molto stanca. Dimmi quanto ti devo per la spesa."

"La ringrazio professore. Ecco qui... come aveva richiesto le mentine, le olive, il pane, la passata di pomodoro e le mele. Che scema che sono! Mi stavo per dimenticare il detersivo per i piatti e la carta da cucina. Questa volta ha risparmiato un po', alcuni articoli erano in offerta questa settimana." disse Ronny dopo aver consegnato lo scontrino al professore.

"Ecco i soldi, tieni pure il resto. Hai sentito il telegiornale oggi? Dopo due giorni di "latitanza" hanno arrestato quel fanatico che aveva picchiato un ragazzo macedone alla fine del suo turno di lavoro, era invidioso perché era stato licenziato e non voleva che uno "sporco clandestino" gli rubasse il lavoro."

"L'ho sentito oggi alla radio mentre lavoravo, ho tirato un sospiro di sollievo. Lui è fidanzato con la mia migliore amica delle scuole medie, veramente un bravo ragazzo. Quando sono andata a trovarla piangeva come una fontana, ma lui stava già molto bene. Si è ripreso subito."

"Ronny, fammi una cortesia. Prendi dei pacchi di pasta dalla dispensa e portali qua."

La ragazza prese i pacchi come richiesto "Ho fatto come ha chiesto lei, ma non capisco il perché di questa richiesta."

"Osserva attentamente. Ci sono diversi tipi di pasta sul tavolo: spaghetti, tagliatelle, maccheroni, fusilli e rigatoni. Sono tutti formati diversi, ma appartengono tutti ad unico genere. La pasta. E cosi è fatto il mondo, ragazza mia: ci sono gli italiani, i macedoni, gli albanesi, i greci, i polacchi, i giapponesi, gli egiziani, i senegalesi e così via. Tante nazioni e lingue diverse, ma siamo tutti esseri umani. Solo che in molti non lo sanno o peggio ancora, fanno finta di non saperlo."

"Un bel pensiero, lo condivido. Sono rimasta colpita dalle vostre parole." aggiunse Ronny incredula.

"Ti consiglio anche di ascoltare Dipende dei Jarabe de Palo. Contiene una strofa molto interessante che fa così: Che il bianco sia bianco. E che il nero sia nero. Che uno e uno siano due. Perché esatti sono i numeri."

"Lo farò senz'altro, professore. Mi perdoni ma adesso devo ritornare a casa. Buona serata a lei." e si congedò dal professore.

Dopo essere tornata a casae aver finito di cenare, Ronny si buttò sul letto per alleviare la stanchezza.Dalla sua mente non aveva cancellato le parole del professore e senza farseloripetere due volte, prese le cuffie e le collegò al cellulare per trovare lacanzone suggerita dal suo vicino di casa. Mentre ascoltò la canzone, rimaseincantata dalla profondità del testo e dalla bellezza della musica. E pensò chequel giorno aveva guadagnato qualcosa che valeva molto di più di un paio distivali alla moda o di una borsetta griffata: un'importante lezione di vita edi rispetto verso il prossimo. Ringraziò nel profondo del suo cuore ilprofessore e spense la luce per dormire.

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