Buono 5x1

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Essere il ragazzo di Wilhelm comportava tante cose per Simon. Significava abituarsi a innumerevoli sorprese e regali, voleva dire godersi dolci momenti di coccole al caldo sotto le coperte e soprattutto significava avere una persona con cui essere se stesso, sempre, senza la paura di essere giudicato per i suoi pensieri o le sue preoccupazioni.

Essere il ragazzo del principe di Svezia, invece, era decisamente più complicato. Voleva dire abituarsi a ritmi frenetici che spesso tenevano i due ragazzi separati anche per settimane. Significava essere sempre sotto i riflettori, soprattutto ora che la loro relazione era ormai pubblica. E significava spesso dover rinunciare a momenti importanti insieme per via dei troppi impegni di Wilhelm.

Di solito i due riuscivano a gestire bene quella situazione, ma alcuni giorni si rivelavano davvero più difficili di altri.

E quello era decisamente uno di quei giorni.

«Te lo ricordi che stasera siamo impegnati, vero?» chiese Simon per la duecentesima volta, al punto che Wilhelm non riuscì a trattenersi dall'alzare gli occhi al cielo.

«Si, Simon. Come potrei dimenticarlo?».

«È che...ci tengo tanto. E ho paura che questa riunione si prolunghi per ore come al solito».

Il principe si avvicinò al corvino, seduto nel bordo del letto della sua camera di Bjarstad, e si mise al suo fianco, in modo da posare i palmi delle mani nelle guance del suo ragazzo.

Simon sentì un piacevole calore dove posavano le mani di Wilhelm e non riuscì a non sentire quelle stupide farfalle che, a distanza di tre anni, continuavano a riempirgli lo stomaco ogni volta che il biondo si trovava nelle vicinanze.

In quei tre anni per Simon non era cambiato assolutamente nulla.

«Ti prometto che stasera festeggeremo come abbiamo programmato, okay?» e sorrise dolcemente, quando vide il corvino sbuffare appena e acconsentire con un gesto del capo.

«Scusa, lo so che sono stato insopportabile in questi giorni, ma è da tanto che non stiamo insieme...intendo noi due da soli e basta. E ho organizzato tutto nei minimi dettagli».

«Lo so. E non vedo l'ora di vedere cosa hai preparato. Ora scappo però, okay? O la riunione inizierà in ritardo per colpa mia».

«A dopo» fu la risposta del corvino, lasciandogli un lungo bacio a stampo e poi uno più veloce nella guancia.

Wilhelm si alzò per lasciare la stanza. «Ehi, principino?».

Simon arrossì all'istante come ogni volta che si sentiva chiamare così. Era stato Wilhelm per caso a dargli quello stupido soprannome.

"Ehi quando sarò Re sarai anche tu chiamato Sua altezza o Principe. Devi abituarti" lo aveva preso in giro ridendo.

E così era diventata una tradizione per Wilhelm chiamarlo così quando voleva ridere con lui e allo stesso tempo metterlo in imbarazzo.

«Mh?» riuscì a dire solo Simon.

«Buon terzo anniversario. Ti amo». Gli lanciò un bacio rumoroso e uscì dalla camera, lasciando Simon ancora rosso in volto, con le farfalle nella pancia e il cuore un po' più leggero.

***

Erano quasi le 20.30 e Simon aveva ormai ultimato i preparativi per la cena di quella sera. Il corvino non voleva fare le cose in grande ma aveva chiesto a sua madre e Sara di lasciare la casa a loro completa disposizione. Simon non disse a Wilhelm che aveva speso parte due suoi risparmi per pagare una notte in hotel alle due donne della sua vita pur di organizzare quella cena.

Young Royals - Moments in the sunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora