La cosa più preziosa dell'universo

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Wilhelm odiava la suoneria di Simon. La odiava tantissimo perché il ragazzo teneva sempre il volume al massimo e, quando partiva, dava vita ad un rumore così fastidioso da doversi tappare le orecchie. E la odiò ancora di più quella sera, quando nel bel mezzo della notte svegliò di colpo i due ragazzi, persi in un sonno profondo l'uno nelle braccia dell'altro. I loro corpi nudi risplendevano alla luce della luna che entrava dalla finestra, unica testimone dell'amore che avevano generato poche ore prima. Ora, stesi in quelle lenzuola fresche e sgualcite, cercavano la forza di staccarsi da quell'incastro perfetto che avevano costruito.

Wilhelm si stropicciò gli occhi

«Ma che ore sono?» disse con la voce impastata dal sonno mentre il suo ragazzo cercava con il braccio di raggiungere il cellulare.

«Attacca dai» cercò di convincerlo il biondo afferrandolo per il fianco per attirarlo nuovamente a sé.

Simon sembrò ignorare i lamenti del ragazzo e «Pronto?» disse con voce roca, anche lui appena risvegliato da un sonno profondo.

Wilhelm alzò gli occhi al cielo e si accoccolò sul suo petto, impaziente di rimettersi a dormire il più presto possibile: Simon in posizione supina e lui a pancia in giù con un braccio aggrappato al fianco del corvino.

«Cosa?» disse ad un certo punto Simon con un filo di voce «Ma non è possibile, era pulito lui...stava bene. Dove l'hanno trovato?»

Wilhelm alzò la testa, il sonno improvvisamente scomparso e un brutto presentimento che aumentava nel suo petto.

«No no, d'accordo. Arrivo subito» disse il moro prima di agganciare e passarsi la mano sul volto e poi sui capelli.

«Che è successo?» chiese il principe preoccupato

«Era l'ospedale...si tratta di mio padre. Lo hanno trovato privo di sensi in mezzo ad una strada...era ubriaco e forse anche peggio» disse il corvino, e la sua voce si incrinò mentre parlava.

«Simon...cristo. Mi dispiace tantissimo» disse sinceramente.

«Devo andare lì, mi hanno chiesto di andare perché...non si è ancora svegliato e non si sa se-» cercò di continuare, ma non riuscì a finire la frase che le parole si persero nell'aria.

«Andiamo allora» disse Wilhelm alzandosi dal letto, diretto a prendere i suoi vestiti.

«No Wille, tu resta qui. È il tuo unico giorno libero, riposati»

«Non esiste. Non sei nemmeno nelle condizioni di guidare. Vestiti e ti accompagno io» e non accettò obiezioni.

Erano passati alcuni anni da quando Wilhelm e Simon si erano diplomati ad Hillerska. La loro relazione procedeva a gonfie vele e i due erano inseparabili. O quasi.

Finita la scuola Wilhelm era tornato a Palazzo, dove lo attendevano giorni infiniti di riunioni, di lezioni, di incontri per imparare a governare e a prepararsi per essere il futuro re.

Simon, invece, aveva trovato un lavoro ed era riuscito a risparmiare qualcosa per permettersi un piccolo appartamento fra Bjärstad e il Palazzo, dove Wilhelm lo raggiungeva ogni volta che aveva del tempo libero. Non era un piano perfetto, ma funzionava.

La madre di Wilhelm si era opposta da subito a questa coppia ma aveva dovuto arrendersi di fronte alla testardaggine del figlio, tanto che ormai anche il suo rapporto con Simon non era così male. In fondo, la regina amava la bontà di Simon, il suo non essersi mai messo in mezzo agli impegni del figlio, il rispetto che aveva della sua carica e della sua posizione. Le serviva solo del tempo per esternarlo davvero.

Dal canto suo, la famiglia di Simon amava da sempre Wilhelm. Linda li invitava a cena praticamente tutte le settimane e il principe era ben felice di riempirsi lo stomaco di quelle delizie che cucinava la donna.

Young Royals - Moments in the sunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora