PARTE 16: CONTINGENZE

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Federica stava salvando ciò che aveva scritto nel blog, dopodiché avrebbe cancellato la cronologia e spento il PC, come faceva ogni volta che visitava quel sito. Se Constance l'avesse scoperta a scrivere certe cose, conoscendola, sarebbe stato un bel guaio. 

Un rumore di vetri infranti la fece trasalire. Si alzò di scatto dalla sedia e corse fuori dalla sua camera allarmata, cercando di capire cosa fosse accaduto. La sua matrigna stava contemplando i resti di un servizio di bicchieri ormai ridotto in frantumi ai piedi del tavolo.

"Federica, mi sono impigliata sulla tovaglia ed ho tirato via anche il servizio di bicchieri che ti avevo chiesto di mettere a posto". Il tono di Constance  era seccato e contrariato.

Federica temette di esser nei guai e si prodigó in mille scuse. Fu sorpresa di sentire la matrigna dirle di ripulire tutto piuttosto che impartirle una punizione come si sarebbe aspettata in casi come quello.

Si mise a raccogliere i resti del servizio mentre Constance andó in bagno a medicarsi un piccolo taglio rimediato a causa dei vetri rotti. Prima scopa e paletta, poi una passata con uno straccio umido ed infine l'aspirapolvere. Appena finí questa sequenza, squilló il telefono di casa al quale la ragazza rispose, era Donatella.

"Ciao Dony, stavo giusto pensando a te poco fa….."

La telefonata andó avanti per parecchio e solo quando si salutarono, Federica si accorse che non aveva più visto tornare Constance. Si avvió nel corridoio che conduceva verso le camere da letto ed il bagno. 

Il cuore le si fermó quando vide la porta della sua camera aperta con la matrigna seduta davanti al PC. Nella fretta causata dal rumore dei vetri era corsa senza spegnerlo e lasciando la porta aperta. Con tutto il tempo passato a sistemare e a parlare al telefono, ormai Constance aveva letto gran parte dei suoi scritti. Non ebbe il coraggio di fiatare e rimase in piedi sulla soglia di camera sua.

Constance si voltò verso di lei con uno sguardo di ghiaccio, quasi avesse percepito la sua presenza.

"Avvicinati". Disse la donna con voce ferma.

Federica obbedì avvicinandosi lentamente.

Sullo schermo c'era l'ultima parte da lei scritta, oltre alla pagina della chat aperta con molti messaggi e richieste di videochat.

"Dammi una spiegazione per questo scempio".

Federica ci provò, ma ogni parola che pronunciava sembrava far adirare Constance sempre più. All'ennesima scusa, la donna battè le mani sulla tastiera facendo aprire sullo schermo decine di finestre. Si mise in piedi ed afferró per un braccio la figliastra portandola verso il letto. Federica capí subito quello che stava per accadere e provó a opporre resistenza tirandosi indietro ed implorando la matrigna di perdonarla, di cercare di capire. A nulla valsero quei disperati tentativi di dissuasione. Tiró a sè la ragazza dopo essersi seduta sul bordo del letto, posizionandola al solito modo sulle sue ginocchia. Inizió a sculacciarla con ancora indosso i pantaloni del pigiama per poi abbassarli dopo un po' a rivelare natiche già arrossate che ripresero immediatamente ad essere percosse. La ragazza sussultava ad ogni colpo, pregando la matrigna di perdonarla, ma a nulla servivano le sue suppliche. Constance impietosa non accennava a smettere spingendo la ragazza alle lacrime ed alle suppliche più disperate. Gli schiocchi risuonavano misti alla voce rotta dal pianto di Federica e al respiro affannato della matrigna che iniziava a diminuire l'intensità delle sculacciate. La stanchezza dopo quella dura punizione iniziava a farsi sentire per entrambe e la donna smise di colpire, affannata col braccio indolenzito. La sua figliastra, singhiozzante e col fiatone si scostó per ranicchiarsi sul letto disperata, tenendosi il sedere rovente e color cremisi con le mani come a volerlo proteggere da altre punizioni. Constance però dopo averle dato uno sguardo pieno di disapprovazione uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Federica rimase sul letto a piangere qualche minuto. Era tanto che non veniva sculacciata dalla matrigna e quelle rare volte in cui ora accadeva rimaneva sempre scossa. Si alzó per andare a spegnere il PC, chiuse alcune finestre aperte e giunta alle ultime due un brivido freddo le fece dimenticare l'immenso bruciore che si propagava dal suo fondoschiena: la videochat era attiva da ormai una buona mezz'ora e l'immagine puntava proprio sul letto! Aveva trasmesso tutto quello che era accaduto. Decine e decine di messaggi, di entrate e uscite come spettatori. Staccó la spina della corrente e si buttò sul letto piangendo disperata.

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