Capitolo 1

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"Oh merda!"

Sono in ritardo, devo essere alla stazione di polizia tra dieci minuti e ce ne vogliono almeno venti per arrivare a piedi, potrei prendere la macchina certo, ma ci metterei il doppio del tempo con il traffico.

Corro in bagno e mi guardo allo specchio: Sono un disastro. I miei capelli corvini sono tutti arruffati, miei occhi smeraldo sono ancora addormentati e il mio pigiama ricavato da una tuta è tutto aggrinsito e bucherellato. Un'altra conseguenza della lotta tra me e le lenzuola.

Mi sistemo i capelli e mi vesto in un lampo, scendo le scale e mi metto in bocca un biscotto, prendo il cappotto ed esco di casa quasi correndo, ma mi fermo poco dopo quando mi rendo conto che sta nevicando.

Sollevo una mano, un fiocco di neve si appoggia su di essa. Lo osservo per un po': è piccolo e delicato, ma soprattutto bellissimo, pian piano inizia a  sciogliersi, così riprendo il contatto con la realtà e ricomincio a correre. 

Apro la porta della centrale e vengo accolta dal vice-speciale con un "Agente Lealy, è in ritardo di quasi venti minuti"
"Mi perdoni vice-speciale Matsui, le assicuro che non si ripeterà" rispondo posando il cappotto e dirigendomi verso il mio ufficio.

"Jane!" mi volto verso l'inconfondibile voce che mi ha chiamato "Ehi, Alex, quei fogli sono per me?" chiedo. "Già, Ruthless Killer colpisce ancora, alle 10 fatti trovare in sala riunioni per discutere degli ultimi omicidi" risponde come se fosse un mio superiore, come fa sempre del resto. 

"Smettila di parlarmi come fossi un mio superiore" rispondo io scocciata, ma senza alzare la voce. "Si, si, come vuoi" risponde passandosi una mano tra i capelli biondo cenere e incamminandosi verso la macchina del caffè. Tiro un sospiro di rassegnazione e mi dirigo verso il mio ufficio mentre passo in rassegna quei documenti: Sono le analisi fatte da Jason, l'Anatomopatologo. 

Accendo la radio, la solita notizia su ogni stazione: "Ieri è stato ucciso un'altro uomo, sulla quarantina, padre di tre figli, la polizia sta indagando su chi potrebbe essere l'assassino, ma si sospetta del noto assassino che si fa chiamare "Ruthless Killer", vi aggiorneremo appena ci saranno novità, non-" spengo la radio senza far finire la giornalista di parlare: Non ne posso più. Il lavoro mi basta e mi avanza, lasciatemi almeno ascoltare della musica, per una volta.

Sono quasi le 10:00, meglio avviarsi in sala riunioni. Prendo posto, vi siamo solo io, Alex, il vice speciale, lo sceriffo Stenvlin e l'agente Finlind.

Prendo posto di fianco ad Alex e mi metto a scarabocchiare con una penna sul mio taccuino, non so neanche io che cosa sto disegnando, adesso comincia a sembrare quasi un'occhio.
Lancio uno sguardo ad Alex, anche lui sta disegnando,lui però è molto più bravo di me. Sta disegnando un volto, ma ancora non si capisce bene di chi sia, è ancora troppo vago. "Chissà magari sarà della sua ragazza" mi dico nella mia testa.
D'un tratto sento la porta aprirsi, è arrivato anche Jason, l'anatomopatologo, seguito dagli altri agenti.

"Bene, ora che ci siamo tutti, direi che possiamo iniziare" esclama lo sceriffo Stenvlin.
"Agente Lelay, il rapporto dell'ultimo omicidio per favore"
"Certo signore" rispondo prontamente.
"Come sospettavamo l'assassino rimane Ruthless Killer. Riguardo la vittima si tratta di un uomo sulla quarantina, padre di tre figli e vedovo da due anni. Era stato accusato di aver ucciso lui la propria moglie, per poi essere stato scagionato per assenza di prove" espongo io.

"Mmm... quindi anche stavolta si tratta di un cattivo padre di famiglia, questo rafforza la nostra ipotesi che l'assassino abbia dei risentimenti verso il proprio padre..." afferma lo sceriffo.
"Grazie mille Agente, Jason tu cosa ci dici delle analisi sul cadavere?".
"Bhe, come al solito, il corpo è quasi completamente massacrato, 10 coltellate per ogni gamba, 3 nel braccio sinistro e 5 nel barccio destro, 12 coltellate all'addome ed una nel petto" risponde Jason prontamente.
"Capisco..."

"10 coltellate per ogni gamba, 3 nel braccio sinistro e 5 nel braccio destro, 12 coltellate all'addome ed una al petto".
Queste parole continuano a rimbombarmi nella testa.
Come si può essere così brutali? Così crudeli con un altro essere umano?
"Il corpo è quasi completamente massacrato"
Scuoto la testa per non pensarci, almeno non adesso.

Dopo venti minuti quella riunione si era finalmente conclusa e con essa anche il mio turno. Così decido di andare a casa di mio fratello, oggi non ha risposto ai miei messaggi ed inizio a preoccuparmi.
"Ehi Jane!" mi chiama Jason,
"Dimmi"
"Senti... Non mi odiare, so che il tuo turno per oggi è finito ma... Avrei bisogno che tu venga con me in obitorio, vorrei fare altri accertamenti e vorrei alcuni tuoi pareri. Ci stai?"
"Certo non preoccuparti" rispondo sorridendo. Cavolo, devo imparare a dire di no!

-Ore dopo-

Suono il campanello accanto al citofono di quel palazzo grigio sbiadito: nessuna risposta.
Suono di nuovo: ancora nulla.
Lo chiamo: la segreteria.
Ho deciso, ci rinuncio, però inizio a preoccuparmi, sono le 22 e 30 passate dove diavolo è a quest'ora?

-Nel frattempo, dall'altra parte della città-

"Non avere paura, presto sarà tutto finito, la morte arriverà in fretta" disse l'uomo con un ghigno sul volto, nell'ascoltare le urla della vittima spaventata.

Angolo autrice:

~Ecco qui, come promesso, il capitolo 1!~

-Scarlet Witch209-

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