I ragazzi misteriosi

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"Pronto Layla?" Disse Ella dall'altra parte del telefono.
Layla era seduta su una poltrona nella sala della musica, che fungeva anche da biblioteca, e guardava le gocce di pioggia cadere sulla finestra, mentre teneva una con conversazione al telefono con Ella.
"Si, Ella." Rispose Layla "Ho pensato" continuò l'amica "oggi pomeriggio, potresti venire con me, ad un nuovo caffè in zona. Allora ci stai?" Layla ci pensò un po' su e poi rispose:"Certo ci sto."
Finita la chiamata si raddrizzò sulla poltrona e mise il cellulare sopra al tavolino da caffè affianco a lei.
Si alzò e si diresse in camera sua per decidere cosa mettersi. Alla fine, visto che faceva freschetto e avevano previsto ancora pioggia, Layla optò per dei jeans lunghi, una felpa pesante con sotto una maglietta a maniche corte.
Dopo di che, visto che era rimasta tutta la mattina in pigiama si vestì con quello che aveva scelto.

A mezzogiorno sua madre tornò da lavoro e Layla colse l'occasione per chiederle se poteva andare al caffè con Ella.
"Certo che puoi di Ella mi fido." Rispose la madre affettando un peperone "Ok! Fantastico! Grazie mamma!" Esclamò la ragazza mentre scriveva ad Ella.
Layla diede un bacio sulla guancia alla madre e poi andò in camera sua.

Alle tre del pomeriggio Layla era davanti alla caffetteria con l'ombrello aperto che aspettava l'arrivo della sua amica.
La vide arrivare di corsa per poi fermarsi sotto il suo ombrello "Scusa il ritardo mio fratello faceva i capricci per dormire." Si giustificò Ella mentre si sistemava i capelli ricci nel cappuccio. "Non fa niente. Ma ora entriamo." La rassicurò Layla mentre si avviava all'entrata del locale.
L'interno era piccolo con una scala che portava al piano di sopra dove erano stipati altri tavolini. Era un localino retrò con quadri e specchi antichi.
Le ragazze si accomodarono su un tavolino vicino alla vetrina, da qui si vedeva la strada immersa nella pioggia.
A Layla parve di vedere qualcuno al di là del marciapiede che le fissava, ma si disse che era paranoica.
Dopo aver ordinato due cioccolate calde, anche se era ancora agosto, con la coda dell'occhio Layla notò due ragazzi seduti in un angolo in penombra. Uno aveva i capelli spruzzati di blu, le orecchie leggermente a punta e la mandibola squadrata. Gli occhi neri scrutavano molto attentamente il cellulare. Mentre il suo amico faceva scivolare, con maestria di un illusionista, una moneta sul dorso della mano.
Layla fissò ammirata la moneta scivolare elegante sulla mano venosa e tatuata del ragazzo. La ragazza alzò lentamente lo sguardo e lo incrociò con due occhi verdi smeraldo.
Il cuore della ragazza saltò un battito.
Gli occhi di Kevin la tormentavano.
"Ehi tutto bene?" Chiese Ella all'amica mentre, quest'ultima abbassava lo sguardo sulla tazza di cioccolata appena arrivata "Chi? Io? Si, si bene!" Si affrettò a rispondere Layla sovra pensiero. "No! Ora mi dici cos'hai! Lo sai che non puoi mentirmi. Ci conosciamo praticamente dall'asilo. Quindi o parli o puoi considerare la nostra amicizia chiusa!" Layla sapeva benissimo che non diceva sul serio ma comunque non voleva rischiare e le raccontò dell'accaduto la scorsa sera.
"Mi vuoi dire che hai assistito ad un omicidio? E non l'hai detto a nessuno?" Chiese Ella sconcertata dopo il racconto dell'amica. Layla si limitò ad annuire.
Ella si girò lentamente e guardò i due ragazzi che non avevano cambiato posizione.
"Vuoi dire che hai sognato quello con il tatuaggio?" Chiese Ella mentre si girava verso l'amica "Si. E mi ha ucciso nel sogno." Rispose Layla seria.
Avevano finito le cioccolate calde e decisero di prepararsi per uscire.
Un volta fuori Layla guardò di sottecchi dentro il localino e incrociò, di nuovo, lo sguardo di Kevin.
Il suo sguardo era davvero enigmatico e conteneva una punta di severità.
Le due amiche si salutarono e ognuna andò per la sua strada.

Le macchine sfrecciavano sull'asfalto bagnando i passanti con gli spruzzi. Layla avvolta nella giacca impermeabile guardava, di tanto in tanto, le vetrine.
E nel riflesso di una di quelle che si accorse di essere seguita dai due ragazzi della caffetteria.
Layla andò nel penico, cosa volevano da lei?
Decise di accelerare il passo e mischiarsi nella folla ma i due ragazzi le stavano alle calcagna.

Kevin guardava da lontano, la ragazza con l'ombrello nero a pois bianchi, che cercava di fare perdere le sue tracce, il ragazzo scoppiò in una risata derisoria "Perché ridi?" Chiese il compagno con i capelli blu "Sto ridendo, Ryan, perché cerca si scappare. È come se un topo cercasse di scappare dalla trappola. Ormai è troppo tardi." Concluse Kevin con un ghigno mentre acceleravano il passo.

Layla ormai in preda al panico entrò nel primo negozio a portata di mano.
Era una vecchia libreria con scaffali in noce e quercia dove erano stipati libri sia recenti che antichi.
Non sembrava esserci nessuno. Chiuse l'ombrello e lo infilò in un cestello, poi si tolse la giacca e percorse il corridoio principale.
L'aria profumava di carta e chicchi di caffè appena macinati.
Arrivata al bancone si girò a guardare verso la strada, non vide i due ragazzi perché erano ancora lontani.
"Ti serve qualcosa cara?" Chiese una donna al di là del bancone.
Aveva un'enorme massa di capelli rossi che teneva in dietro con una fascia verde muschio, aveva un vestito arancione con grembiule abbinato alla fascia. I suoi occhi, dietro agli occhiali, erano color ambra.
Layla annuì poco convinta "Dove posso nascondermi?" Chiese con riluttanza, la donna cambiò subito espressione "Vieni con me" disse ed uscì da dietro il bancone. Portò la ragazza da una serie di scaffali etichettati con "Esoterismo" e la fece sedere su uno sgabello "Resta qui." Le disse la donna mentre di sotto fondo la campanella della porta suonava.
La donna si girò di scatto e andò al bancone.
Quel reparto sapeva d'erbe di campo, spezie e agrumi.

La donna arrivò al bancone dove due ragazzi stavano aspettando. "Posso esservi d'aiuto ragazzi?" Chiese la donna sistemandosi nervosamente il grembiule. "Dipende" disse Kevin con le mani nelle tasche mentre guardava in giro "stiamo cercando una ragazza." continuò girandosi a guardare negli occhi la donna. La bibliotecaria deglutì "Non c'è nessuno a parte noi signori." Disse severamente
"Forza strega dove l'hai messa la ragazza." Continuò Kevin con atteggiamento autoritario tirando fuori le mani dalle tasche e sbattendole sul bancone, la bibliotecaria impallidì "Come sai che..." Kevin la interruppe alzando la voce "Dov'è quella ragazza!" La donna guardò i muscoli del viso del ragazzo che erano contratti in una smorfia furiosa. Era intimorita da Kevin ma non l'avrebbe lasciato prendere la ragazza "Non c'è nessuna ragazza." Rispose risoluta "Ah no?!" Gridò Kevin sbattendo sul bancone l'ombrello ancora bagnato di Layla "E questo cos'è?" Chiese abbassando un po' il tono. "Ryan tienila d'occhio, io la cerco."

Layla rannicchiata sullo sgabello aveva sentito tutto e aveva paura. Non voleva essere presa da quei due. Chissà che cosa le avrebbero fatto!
La ragazza scese lentamente dallo sgabello e si mise a carponi. Sentiva i passi di Kevin avvicinarsi e quindi pensò di sbirciare. Si mise a quattro zampe e allungò la testa oltre allo scaffale. Nessuno non c'era nessuno.
Layla tirò un sospiro di sollievo quando, ad un tratto, qualcuno le afferrò i capelli, raccolti in una coda, e la tirò in piedi. La ragazza trattenne un grido di dolore.

Kevin la teneva stretta per i capelli e la spintonò fino al bancone dove la bibliotecaria era seduta "Così le fai male!" Gridò la donna mentre Ryan metteva la giacca alla ragazza. Layla cercò di liberarsi ma il ragazzo con i capelli blu le afferrò un braccio e prese il suo ombrello mentre Kevin le lasciava la coda per afferarle il braccio.
Uscirono dalla biblioteca con l'ombrello aperto e percorsero il marciapiede fino a girare in un vicolo buio e senza uscita.
Li Layla ritrovò le parole "Chi siete!" Gridò quando l'ebbero effettivamente lasciata, Kevin si mise a ridere e poi la guardò negli occhi "Pensa! Noi vogliamo sapere la stessa cosa da te." Layla arretrò fino al muro "Che volete da me?" Chiese spaventata "Spere chi sei." Rispose non curante Kevin sedendosi su un cassonetto della spazzatura tirando fuori il cellulare dalla tasca e passandolo al volo al compagno e tirando fuori dalla tasca della giacca un coltello d'argento.
Layla fece un respiro profondo e cercò di mantenere la calma "Allora, chi sei?" Chiese Ryan avvicinandosi con fare furtivo "Io...io mi chiamo Layla Robinson." Rispose la ragazza abbassando lo sguardo sulle scarpe "Kevin credo che tu abbia fatto un buco nell'acqua." Disse Ryan girandosi verso il compagno "Questo lo vedremo." Rispose il ragazzo alzandosi ed avvicinandosi, con aria minacciosa, alla povera ragazza che iniziò a tremare.
"Ma allora hai paura!" Ridacchiò Kevin, incastonando i suoi occhi in quelli della ragazza per intimorirla di più.
Layla si staccò dal muro e cercò di correre via ma Kevin la prese per lo zaino e la scaraventò a terra per poi mettersi a cavalcioni su di lei "Dove credi di andare?" Ghignò puntandole il coltello alla gola "Smettila Kevin è solo una Semplice. Andiamo!" Disse Ryan togliendo il ragazzo da sopra Layla.
La ragazza si rialzò a fatica ma, prima che potesse fare qualcosa per fermarlo, Kevin le fu a dosso e le infilò il pugnale nello stomaco come era successo nel sogno.

Nota autore:
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto non riuscirò a scrivere molto in questi giorni.

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