Ecco...La mia infanzia è forse la parte in cui la mia memoria ha scartato più pezzi che delle mie altre fasi...Fatto stà che non mi ricordo né il momento, né il luogo precisi in cui sono nato e cresciuto.
So solo che la mia nascita avvenne intorno all' estate in una campagna in Canada, vicino ad una piccola città.
Non ricordo neanche il nome che mi avevano dato! Ma erano successe così tante cose in quei tempi...Non che adesso non succeda proprio niente!
Allora, dicevamo, quando sono nato, appunto d' estate, i miei erano da poco sposati e quindi teoricamente dovevano essere in luna di miele; ma, essendo uno contadino e l' altra bibliotecaria della città, lavoravano comunque nonostante il mio arrivo, lui nei campi, lei tra i libri.
Quando diventai un po' grandicello (3 anni) i miei genitori mi regalarono il mio primissimo libro illustrato con una grande quantità di pagine (circa 80) che per me a quei tempi erano molte. Con quel libro imparai a leggere, a scrivere e a fare i conti (sì, le solite balle, pardon) preparandomi così ad andare a scuola più informato rispetto agli altri.
A 5 anni mio padre mi portò per la prima volta in un bosco e lì mi insegnò tutto quello che si doveva sapere sulla natura: flora, fauna, dove e come passare la notte e procurarsi il cibo, che cosa fare con le ferite, come mandare segnali...Più che un contadino, adesso penserei sia Bear Grills!
Invece mia madre mi portò nella biblioteca in cui lavorava, e ne rimasi incantato: anche se era una semplice catapecchia che andava in pezzi con poco più di una sessantina di libri, me ne innamorai e ci passai i miei più bei pomeriggi.
Iniziò la scuola, non c'è bisogno di dire che fui l'unico in classe che sapeva leggere, fare i conti e scrivere (anche in un ordine diverso, a me suona sempre male!) la maestra e i miei compagni mi soprannominarono "genietto del villaggio" (non so il perché, ma mi fa ridere!) ed è così che iniziai ad avere una mia prima vita "sociale", rispettato e amato da tutti, intelligente, forse anche un po' carino.
Con il passare degli anni crescevo abbastanza bene e in modo sano, non ero viziato con i dolciumi, e ogni volta che ne avevo l' opportunità, andavo dai miei amici a giocare a rincorrerci, era il mio gioco preferito: ero velocissimo e lasciavo tutti con il fiatone quando io ero ancora pronto a continuare.Ma alle fine delle elementari, al mio decimo compleanno, proprio mentre stavo giocando a scappare da un mio amico, caddi.
Ma non caddi sulla' erba, no, eravamo su un marciapiede di asfalto bollente.
Il caso volle che io caddi sulle ginocchia, che in quel momento erano scoperte perché indossavo i pantaloncini per via dell' estate.
Inutile dire che mi sbucciai, mi ustionai, e mi infettati in malo modo le ginocchia, i miai genitori, disperati, mi portarono in ospedale, nulla di rotto, mi disinfettarono e mi misero un pacco di ghiaccio sulle ginocchia, io stranamente non provai per nulla dolore, anzi, quasi mi piaceva; non ero abituato a cadere e per questo mi sembrò molto strano, ma non ci feci caso.
Ritornai a casa con ancora uno strano segno sulle ginocchia, che mi rimase per molto tempo, ancora oggi c'è l'ho.Non so il perché, ma dopo quella caduta la mia vita cambiò drasticamente, letteralmente, alle elementari ero basso e molto robusto, ma alle medie diventai alto come un palo, magrissimo, nonostante io mangiassi come un drago, molto gracile e con le fossette alle guancie.
La mia carnagione, abbastanza rosea e un po' abbronzata, divenne chiarissima, praticamente bianca.
Di solito ero scherzoso e simpatico, ma poi divenni sempre più spento, triste, ma soprattutto brutto;
i miei capelli, di un bellissimo nero lucente, divennero bianchi e sempre più radi, mi vennero le occhiaie, i miei occhi di un bel verde acceso divennero grigiastri e acquosi, vestivo sempre di cose nere, non uscivo più e rimane o a casa sui libri, non avevo più amici, tutti mi evitavano a scuola, e io evitavo loro.
Avete presente Voldemort? Bene, ci assomigliavo parecchio in quei tempi, ero solo più magro e con qualche ciuffo sui capelli.Mi vengono ancora i brividi a raccontare la mia prima uccisione: stavo nel campo vicino a casa mia visto che i miei genitori mi avevano obbligato a stare fuori almeno un' oretta a fare un giro e apprendere un po' d' aria, ma non si erano accorti che avevo portato di nascosto un libro, così mi misi sotto ad un melo e mi accinsi a leggerlo, era uno dei miei passatempi preferiti, ma venni interrotto bruscamente da un trio di ragazzi della mia scuola, li chiamavano "tsunami" proprio perché tutti li temevano: erano dei bulli che non esitavano a picchiare qualcuno, a rubare, a spacciare...Dei veri delinquenti.
" Hey, guardate, c' è Stecco Marcio! "disse uno di loro indicandomi, era il mio soprannome per loro.
Non gli feci caso, perché avrei dovuto? Continuai a leggere il mio libro mentre loro si avvicinavano: erano la metà di me, ma questo non gli impediva di umiliarmi (come se non lo fossi già abbastanza prima!), avevano i capelli a spazzola, e meno male che in quei tempi non esistevano ancora le cose che esistono oggi! Perché senò sarebbero stati di sicuro dei mostri del punk.
Indossavano una cannottiera, un cappello sulle ventitré, pantaloncini e scarpe da ginnastica, il Cool dei tempi.
Stavano ridendo, sapevo che non l'avrei passate liscia.
" Hey Stecco, che fai? Leggi i libri come le femminucce secchione? " disse uno rosso, credo il capo, " Credo tu ti stia sbagliando " esortì un biondino " Stecchino Marcio è una femminuccia secchiona! " risate fragorose degli altri.
Li ignorai, e cercai di concentrarmi di più sulla lettura: ero arrivato al punto in cui il cattivo si scontrava con il buono.
Era una storia strana, non ricordo il nome, parlava di un ragazzo come gli altri, che per colpa di un incidente diventava un supereroe e in quella scena aveva scovato il cattivo e si stavano preparando per il duello finale.
" Mi stai ascoltando? Hey! " disse il rosso un po' seccato, ma poi gli apparve un ghigno in viso, non promettea nulla di buono " Ah, capisco, vuoi finire quel libro, eh? Bhé, se vuoi ti aiuto io... " mi disse il rosso e prese una bottiglietta dalla tasca con su un teschio con scritto alcool e un accendino dall' altra, consegnò le cose ad un moro e mi spinse, caddi a terra, tra l' erba, lui prese il libro, si infilò dei guanti infiammabili, prese la bottiglia contenente l' alcool e gliela versò sopra, prima che mi potessi alzare lanciò lì vicino il libro, disse al gli altri di allontanarsi, prese un bastoncino e lo bruciò, ancora fiammante, lo gettò sul libro e corse verso i suoi al riparo dietro un albero poco distante, io mi stavo ancora riprendendo dalla caduta, che un' onda di fuoco mi arrivò in faccia, chiusi gli occhi rassegnato alla mia tremenda morte, ma in fondo ero felice: non avrei più sopportato quella vita stressante che avevo sulle spalle da troppo tempo, e gli "tsunami" sarebbero stati scoperti e messi in prigione, ma non avevo ancora idea di quello che gli sarebbe successo pochi istanti dopo...
Riaprii gli occhi, e mi sorprese di non essere ancora morto, ma subito dopo vidi tutto nero, e mi sentii in corpo voglia di distruzione, morte e sangue.E in quel momento mi trasformati in un mostro, cioè quello che tutti voi oggi conoscete.
Sentii un immenso dolore venirmi dalle braccia, dalle gambe, e dalla faccia, subito mi porta i le mani in viso, e sentii che erano diventate lunghe e affilate, ma soprattutto ossute e fredde.
La mia felpa nera si strappò, lasciando spazio ad un lucente ed elegante smoking con tanto di cravatta nera e fazzoletto, i miei jeans malmessi, invece, divennero pantaloni da sera neri accompagnando così lo smoking.
Quei pochi capelli che mi erano rimasti bruciarono e lasciarono posto alla mia testa pelata e liscia, i rimanenti tratti umani nel mio viso sparirono lasciando una faccia bianca e vuota, come quelle dei manichini.All'improvviso mi venne fame, fame di morte, mi apparì nella mia mente offuscata un chiaro messaggio a lettere cubitali:
UCCIDILI SENZA PIETÀ
Quello era il mio compito, lo sapevo, dovevo portarlo a termine.
Avvampai dalle fiamme che adesso non mi facevano più né caldo né freddo, e ruggì, un urlo spaventoso, intravisi una lunga lingua nera uscirmi dalla bocca piena di denti affilati e pieni di dentacci storti e sporchi.
Mi girai, li vidi lì che mi fissavano terrorizzati e paralizzati.
Ci fissammo per un po' di tempo, finché uno, con ancora un po' di sfacciataggine, disse tremante " S-stecc-co? " e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, mi lanciai su di loro, mentre mi fissavano incapaci di reagire, mi uscirono per la prima volta i tentacoli dalla schiena, erano tantissimi e rilasciavano una strana sostanza nera, sapevo già usarli benissimo, come se ci avessi dedicato su anni di studio.
Infilzai il biondino, facendogli vomitare grondate di sangue dalla bocca e dagli occhi, cadde a terra con quest'ultimi sbarrati, poi toccò al moro, gli staccati la testa con un morso ben assestato e la ingoiai, vidi tutto rosso , e all'improvviso mi vidi passare negli occhi un flashback della sua vita.
Quindi gli avevo mangiato anche...I pensieri? Assurdo...
Ero coperto di sangue, il tizio rosso era ancora vivo, mi guardava così spaventato, che da un momento all' altro sarebbe di sicuro svenuto.
Non esitai a colpirlo al petto, dritto al cuore, glielo strappai dal corpo a mani nude, e lo guardai tenendolo in mano: pulsava ancora gli usciva un rivolo di sangue caldo, avevo raggiunto finalmente il mio scopo, lo mangiai e mi vidi scorrere la vita del rosso davanti agli occhi.
Quello sì, che mi piaceva.
Sentii la sirena della polizia in lontananza, soddisfatto, decisi di levare le tende, ma dove andare?
Mi ricordai della foresta dove mi portava sempre mio padre, la conoscevo come le mie tasche, iniziai a correre verso il bosco, ma poi tutto intorno a me si dissolse, vidi una nuvola nera risucchiarmi e, dopo pochi secondi, svanire lasciandomi nel luogo desiderato: in una radura in mezzo alla foresta.
Lì sarei stato di certo sl sicuro da ogni pericolo, non sapendo che in quel momento l' unico pericolo lì ero io.
Mi calmai.
Mi guardai intorno, e subito fui invaso da una profonda stanchezza, così mi accasciai ai piedi di una roccia e mi addormentai...____________________________________
Ciauuu! Sono l' autrice del libro e volevo salutarvi,
vi piace la storia? Spero di sì ,OK il finale del capitolo è un po' brutto, ma ve l' ho già detto, questa è la mia fantasia, lamentatevi con lei!
Scrivetemi un commento per poter sapere il vostro parere sulla storia! Se ricevo qualcosa di positivo, la continuerò
Byeeeeeee
~Yuttuba
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La mia storia ~Slendy
FantasiaQuesta, secondo me, è la storia che la mia fantasia ha preferito attribuire a questo simpatico personaggio dei creepypasta, non a caso il mio preferito. Mi son fatta coraggio e adesso decido di pubblicarlo qui, in modo che vi possiate divertire, e f...