37. Un brutto sogno

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Un brutto sogno è come il buio:
Le sue ombre ti restano appiccicate addosso anche quando la notte cede il posto al giorno.

Mae

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Mae


«Angie ha persino osato dire che la festa di stasera sarà per pochi intimi. Pff! Qui sembra che stia preparando la casa per un esercito di gente!», mi lamento al telefono con Sally, stravaccata sul letto da ore ormai mentre mi annoio a morte.

Sto assillando la mia amica da oltre mezz'ora, eppure lei non mi ha ancora minacciata di terminare la nostra amicizia qui. Non so come faccia a sopportarmi, ma dopo essermi fatta la doccia con tanto di piega liscia ai capelli, aver studiato, letto, disegnato qualcosa sul mio quadernino, ho finito le idee di quello che potevo fare per impiegare il tempo ed eccomi qui.

Sally sospira dall'altra parte. Di nuovo. Ha cominciato a farlo al mio terzo lamento e non ha più smesso. Non la biasimo: almeno mi fa capire che mi sta ascoltando.

«Forse dovresti scendere a dare un'occhiata questa sera» propone lei, sbadigliando. In realtà, quando l'ho chiamata stava studiando per riuscire a recuperare le lezioni perse durante la sua assenza da scuola. Tuttavia, penso che staccare dai libri per dare ascolto ai miei lamenti non le sia dispiaciuto poi così tanto: almeno ha un motivo valido per non fare la cosa che più detesta al mondo, ovvero studiare.

«Sei matta? Mia sorella mi ucciderebbe se lo facessi» ribatto, roteando gli occhi con frustrazione. Più ci penso, più quest'ordine mi sembra assurdo. Quale diritto ha di dirmi cosa devo o non devo fare?

«Allora non verrò neanche io» sento dire alla mia amica e a queste parole balzo a sedere in mezzo al letto, scioccata.

«Mi stai dicendo che ha invitato anche te?».

«Sì. E siccome io non sono propriamente tra le più popolari a scuola, direi che abbia ragione tu: tua sorella ha veramente invitato un esercito di gente» ribatte, indifferente.

Adesso sì che possono darmi dell'ingenua senza che nessuno possa dar loro torto. Mia sorella ha organizzato una festa a casa mia ed ha probabilmente invitato mezzo mondo, compresa la mia migliore amica, ma non me. Gran bella fregatura!

Sbuffo, lasciandomi ricadere con un enorme tonfo sul cuscino.

La parte premurosa e attenta di me si riaccende subito, però. Sally mi ha detto che avrebbe bisogno di svagarsi e so bene che questa festa potrebbe farle bene. Non posso permettere che non ci vada solo perché mia sorella si sente in diritto di trattarmi come se avessi cinque anni e nessun possibilità di scelta nella mia vita.

«Perché non vieni, invece? Sarà divertente, immagino» le dico.

«Dici?» fa lei, forse avvicinando meglio l'orecchio al cellulare, perché il suo tono di voce adesso sembra essere aumentato di qualche decibel. «Non è che ti darebbe fastidio?».

SILENT LOVEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora