Capitolo 2 - Big Reputation

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Il dolore lancinante alla tempia era fastidioso, come una puntina a preme sulla pelle cercando di bucarla. Era la prova che fosse ancora vivo, per lo meno. Percepiva uno strano formicolio partire da dietro la nuca, affluendo in tutto il corpo, facendolo sentire privo di forze. Le palpebre troppo pesanti per aprirle, la testa un macigno a ciondolare in cerca di sollievo. Non lo trovò, ovviamente. Il rumore di una sedia spostata gli procurò un soffio al cuore. Non era solo.

«Fiu, sei sveglio.» mormorò una voce. Dei passi la precedevano, il tintinnio di una catena l'accompagnava. Il cuore prese a battere più forte.

Aprì lentamente le palpebre, ma se ne pentì subito dopo quando un fascio di luce, freddo e chiaro di un faretto sembrava perforarlo con giudizio. Aggrottò le sopracciglia, assottigliando gli occhi e cercando di mettere a fuoco l'ambiente. Un forte odore di chiuso gli pervase le narici, costringendolo ad arricciare il naso, cacciando indietro uno starnuto.

«Sono qua!» parlò nuovamente quella voce, passando sotto il riflettore e posizionandosi davanti. Harry rilassò paradossalmente le spalle, ritrovandosi a sospirare sollevato. Le retini degli occhi iniziavano a bruciare, le pupille lacrimare.

«C...Chi sei e dove sono?» borbottò, la voce impastata. Per quanto era rimasto incosciente?

Abbassò la testa, perché la presenza della luce era ancora fastidiosa, concentrandosi sugli anfibi neri indosso da quello sconosciuto. La sua voce arrivava ovattata alle orecchie intorbidite da un fischio continuo, coperta da qualcosa sul volto.

«Vorrei risponderti,» disse «Però il mio lavoro è solamente quello di tenerti d'occhio.»

Cercò di guardarsi attorno, ma la stanza era buia e piccola: non riusciva nemmeno a scorgere un bagliore a indicare dove fosse l'uscita. Era spacciato e doveva servirgli da lezione. Lo avevano messo in guardia più di una volta, lui stesso si era accorto quanto la vita a Silverwall fosse troppo per un semplice ragazzo di "campagna" come lui. Mageshield distava chilometri e chilometri di distanza, ed era ancora considerata una città a vecchio stampo, perché faticava nel stare a pari con le altre città più grosse, come ad esempio proprio Silverwall. Nessuno vorrebbe scendere ad affari e tutti vivono la loro monotona ma tranquilla esistenza in pace, senza l'ausilio di androidi e usando ancora di tanto in tanto la bicicletta per raggiungere anche semplicemente le poste. Harry era stato in città simili a Silverwall, ma aveva imparato che niente era paragonabile a Silverwall. Gli erano bastati pochi giorni, una rapida occhiata alla vita caotica della città, al complessità della sua apparente bellezza. Tutto gli urlava di doversene andare, perché incappava in qualcosa di più grande di lui, eppure era rimasto. Caparbio e testardo, come lo sprovveduto giornalista qual era.

«Sembra... figo, sì.» bofonchiò. «Puoi uh, abbassare la luminosità?» Perché cos'altro poteva chiedergli? "Ti imploro, ti supplico, liberami". Sapeva non sarebbe bastato neppure mettersi in ginocchio. Non era lui il capo.

Il ragazzo sussultò «Cazzo, l'ho detto a L che erano troppo alte.» sbuffò, raggiungendo il faretto e smanettando un po' con un pannello di controllo grande tanto quanto una mano. In tempo record, Harry riuscì a squadrare meglio la zona, intravedendo il ragazzo e le pupille tornarono gradualmente della loro forma tondeggiante, all'interno all'iride verde. Vedeva ancora sfocato, ma non era colpa del ragazzo.

«Ti ringrazio.»

Lui scrollò le spalle «Nessun problema.» tornò poi a fronteggiare Harry, inginocchiandosi alla sua altezza. In quel frangente, con la vista ancora un po' folgorata, riuscì a notare cosa ovattava la sua voce. Indossava una maschera respiratoria, coprendogli metà volto fin poco sopra l'arcata del naso; sui bordi dei bocconi dove passava l'ossigeno, un arancione acceso lo attirava come un gatto con la luce; sugli occhi, dei comuni occhiali simili a quelli di un aviatore, a coprire la restante parte del volto; portava un cappuccio nero in testa, il giacchetto aperto sul davanti mostrava una maglietta bianca semplice, un po' larga sul girocollo. «Hai fegato, hm?»

Silverwall - Are you ready for it? [l.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora