II

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odore di alcool e sigaretta sono le prime cose che sento solleticare contro le narici, all'entrata dell'uscio di quello stesso portone che sbocca su un grande salone. La scritta Club Monyseil, corniciata da luci rosse, posta proprio sopra la stessa entrata del locale.
con un cenno del capo saluto il ragazzo posto dietro il bancone sul lato sinistro della stanza d'entrata, accanto a lui una piccola cassa che accoglie i soldi di tutti i clienti che vi entrano.

“Ryan!”

mi giro verso la squillante voce e sopprimo una risata nell'osservare la figura dell'omega a me di fronte.
i suoi capelli tutti scompigliati, tirati indietro per metà da sottili mollette nere, il viso ancora coperto da una maschera in carbone nera ed i due scintillanti occhi color nuvola a fissarmi allegri.
i vestiti che eviterei di commentare dato il disordine catastrofico in cui sono indossati, però quella felpa oversize che nasconde qualsiasi un quarto dei jeans strappati, giganti, lunghi e con i risvoltini, di un colore accecante, ammetto che è accattivante. sopratutto quel terribile contrasto tra il color carne del disopra con quel viola flue dei pantaloni.

mi mordo il labbro inferiore per non ridere alla vista del mio collega, il quale azzarderei chiamare quasi amico.

“ciao Oscar.”

“oggi sei venuto alla fine! Come stai? Ieri ti ho visto passare di sfuggita..”

è un bravo ragazzo e vederlo guardarmi con quegli occhi così ricchi di interesse ed ammirazione mi fa ritorcere lo stomaco dallo schifo. non lo merito, non merito quel suo sorriso così ampio e quella sua mano che stringe la mia mentre mi accompagna lungo la sala da ballo, oltre la postazione del barman e del dj e sulle scale che portano ai camerini, luogo che a breve sarà affollato da vari ragazzi e ragazze in procinto per la serata.

“oggi ti vedo bello carico, vengono anche Sky e James per caso?”

un fugace sguardo al suo viso e notando le sue guance arrossarsi mentre si finge intento a prendere i propri "vestiti" per la serata mi basta per avere la risposta.

i due in questione sono una coppia di Alpha che viene spesso al nostro club, due palesi dom alti quanto un armadio e moscolosi tanto che ogni tal volta entrano, osservano, chiaccherano con altri presenti e raramente ballano con alcuni, ma non li ho mai visti baciare o portarsi a letto nessuno di noi.
quasi assurdo da vedere in un sex club.

aggiungerei anche che il qui presente ricciolino rosso tinto ha una dannata grossa crush per quei due che non ammette nemmeno al sottoscritto.

“ma che vuoi che ne sappia io!” ecco, visto? mai che lo ammettesse!

un spontaneo sorriso si fa strada sul mio viso mentre guardo il ragazzo intento a fare avanti ed indietro per lo spazio ridotto mormorando parole poco carine sul mio conto.

“e vedi di muoverti, non vorrai far tardi!” sollevando le mani in alto, in segno di resa, ascolto il suo suggerimento, quasi ordine e mi dirigo diligentemente verso la mia postazione, osservando con occhio cupo i bigliettini attaccati sul mio specchio.

frasi come "Alpha puttana" o "Fai schifo" imprinte su quei foglietti colorati come lo sono da anni incisi nella mia pelle.
sospirando inizio a staccare uno per uno e buttarli nel piccolo cestino sotto il banco trucchi, iniziando a scorgere la mia sagoma dietro essi.

che tristezza, direi. un tempo ci tenevo al mio aspetto, mi piaceva pettinarmi, comprare ed indossare piercing ed orecchini nuovi per ogni occasione, fare addiruttare la skin care insieme agli altri.
il buco sulla lingua ormai richiuso dopo tutti questi anni mentre quello al sopracciglio giace arrossato pigramente sopra il mio occhio spento che lo osserva.

ALPHADove le storie prendono vita. Scoprilo ora