CAPITOLO 2

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Izuku rimase qualche secondo immobile, fissando a bocca aperta il viso del bambino. Cioè di Katsuki.

Temette di svenire.

<C-cosa... come è-è...> balbettò. Lo guardò con le palpebre spalancate, la mente vuota. Sentiva quasi un ronzio nella sua testa. Non riusciva a pensare. Doveva, doveva pensare, ma non ci riusciva. Era tutto confuso.

Mentre lo fissava, la sua mano sembrò agire di volontà propria: si sollevò lentamente e toccò con la punta del dito una guancia del bambino. La sentì morbida. Izuku la ritrasse con una velocità fulminea, come se quel tocco lo avesse scottato.

Fissò ancora... quello. Quell'essere di fronte a lui che sembrava così tanto Katsuki da bambino.

Si diede uno schiaffo. Izuku, quello è Katsuki. Non un essere che ha il suo aspetto.

Non andava bene. Non andava bene per niente.

Se fino a quel momento la sua testa era pressoché vuota, si riempì immediatamente di fin troppi pensieri: cosa doveva fare? Quanto durava? Aveva una fine, giusto? E Katsuki com'era? Era bambino fuori ma sé stesso dentro? O era bambino bambino? Come avrebbero fatto coi professori? Avrebbero dovuto dirlo? Tenerlo nascosto?

Izuku si diede un altro schiaffo.

Basta, si disse. Ragiona. Un problema alla volta.

Sì, un problema alla volta, giusto. Come prima cosa doveva portarlo via da lì, visto che non sembrava avere intenzione di svegliarsi.

Prendendo un profondo, profondissimo respiro, Izuku passò un braccio sotto le ginocchia di Katsuki e l'altro dietro la sua schiena, poi lo sollevò.

Fu una sensazione stranissima. Stava tenendo in braccio Katsuki.

Katsuki da piccolo.

Mentre dormiva.

Probabilmente nell'età in cui aveva iniziato a insultarlo.

Oddio.

Prendendo un altro respiro esageratamente profondo, iniziò a camminare, cercando a tutti i costi di non guardarlo.

Fallì.

Ora che era decisamente più piccolo e debole di lui e non poteva fargli paura, il suo primo pensiero fu che era tenero. Gli sembrò strano addirittura pensarlo, ma era così. Katsuki era bello persino da bambino, con quel nasino all'insù, le guance rotonde e l'espressione rilassata tipica di un bambino che dorme. Era tenero. Forse gli avrebbe accarezzato una guancia, se non avesse avuto il braccio occupato a sorreggerlo.

In breve tempo tornò al locale, dove i loro compagni li stavano aspettando. Fu quasi divertente vedere il loro cambio di espressioni repentino: prima sollevati che fossero tornati, poi spaventati perché Izuku stava sorreggendo Katsuki, poi confusi quando notarono che Katsuki era più piccolo di quanto avrebbe dovuto essere. Izuku li precedette prima che potessero fare domande:

<Alla UA.>

***

<Fammi capire bene> disse Kirishima. <Il tipo ha trasformato Bakugou in un bambino?>

Izuku annuì per la quarta volta. Finalmente Kirishima sembrò decidersi di aver capito e crollò sul divano. <Non va bene. Non va bene per niente.>

<Lo so.>

Rimasero tutti in silenzio qualche istante, finendo di metabolizzare e guardando il bambino rannicchiato sul divano.

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