Capitolo 2

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Erano le 19:30.

Nico si era rimesso la divisa del lager di Dachau, una sorta di pigiama a righe nere, e stava pulendo i bicchieri, riponendoli con ordine nella credenza, quando sentì le chiavi girare nella serratura.

Sperava che fosse Percy, nonostante la discussione di prima, era preoccupato per quel ragazzo ogni qualvolta uscisse di casa. Se qualcuno avesse scoperto la loro relazione, o avesse anche solo avuto dei sospetti, sarebbe stata la fine: entrambi sarebbero stati condannati a morte, non che la permanenza di Nico nel lager fosse molto diversa.

Viveva, forse vivere è una parola grossa. Sopravviveva ogni giorno al meglio che poteva, sfruttando anche la minima opportunità per tirare avanti, per assicurarsi un giorno in più. Avrebbe potuto uccidersi diverse volte, lasciandosi morire di fame o ferendosi mortalmente durante le ore di lavoro, andando alle docce al posto di qualcun altro oppure infrangere qualche regola e farsi fucilare nell'immediato, ma non lo aveva fatto. Era l'inverno del '44, Percy gli aveva detto che la guerra stava finendo, avrebbe dovuto pazientare ancora un anno o poco più e sarebbe stato libero. L'unica ragione che manteneva ancora in vita il piccolo Nico Di Angelo erano le parole di Percy.

Quando vide quel volto stanco, il cuore gli si riempì di gioia e ancora una volta si ricordò perchè valeva la pena continuare a resistere.

-Nico... Mi dispiace per la discussione di prima... Sappi che per me non sei soltanto un numero.

Il giovane italiano si avvicinò al generale tedesco, gli occhi scuri si fusero in quelli color verde acqua, appoggiò le dita scheletriche sulle sue spalle, si mise in punta di piedi e appoggiò delicatamente le labbra su quelle dell'amante, che ricambiò dolcemente.

-Non qui... Vieni di sopra...- riuscì a sussurrare Percy

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