David raggiunse barcollante la sua auto. Si sentiva piuttosto confuso. Non ricordava quasi niente delle ultime ore. Di tanto in tanto, alcune immagini inquietanti venivano a fargli visita per ricordargli dell'inferno che si stava appena lasciando alle spalle. Controllò le tasche, in cerca del telefono e chiamò il 911. Era consapevole che non ci sarebbe stato modo di poter spiegare l'accaduto, ma per qualche motivo, sentiva che era la cosa giusta da fare. Forse i poliziotti sarebbero potuti venire lì e confermare che quella era una normale casa. Almeno sarebbe potuto tornare a casa con la mente in pace e vivere una vita normale con...
Fu allora che ricordò. Tornò di corsa verso la Casa, spargendo tutt'intorno lo sporco che aveva sotto le scarpe. Maggie!! Maggie era ancora lì dentro!! Mentre correva, aprì il telefono, per controllare gli sms. Ricordava di averne inviati alcuni, ma non trovò niente. Vide alcuni messaggi che aveva ricevuto da Maggie e che lui le aveva inviato, ma erano tutti vuoti. David raggiunse la porta e imprecò mentre aveva il fiatone. Provò a girare la maniglia, ma senza alcun risultato. Iniziò a picchiare i pugni sulla porta, gridando a gran voce il nome di Maggie. Niente da fare. Con i pugni rossi e che bruciavano, David lasciò andare la porta e crollo sui palmi. Dopo qualche istante, sentì gli occhi pungergli. L'aveva abbandonata lì dentro. La ragazza che amava era andata a salvarlo, finendo per prendere il suo posto. Doveva entrare lì dentro. Doveva esserci un altro modo per entrare. David si alzò con rinnovata energia, ma prima di poter fare qualsiasi cosa, sentì il telefono vibrare. Era un sms. Guardare il nome del mittente lo rassicurò. Era Peter Terry. Forse avrebbe potuto dargli una mano.
"Ehi Dave. Stai bene? È da un po' che non ho tue notizie."
"Peter! Cristo Santo! Dove sei?"
"Sono nella Casa. Amico, ero venuto a cercarti. Ti avevo detto di non andare."
"Ne ho viste di tutti i colori Peter, ma ora ho bisogno di tornare lì dentro. Conosci un modo?"
"Torna indietro. Vicino la casa c'è una quercia con una botola ai suoi piedi. Infilatici dentro. Quella è un ingresso di servizio."
"Per quale cazzo di motivo un posto del genere avrebbe bisogno di un entrata secondaria?"
"Limitati a raggiungere l'albero, amico. Sto cercando di aiutarti."
David non aveva tempo per porsi altre domande. Si allontanò di corsa in direzione del portico che si trovava sull'altra estremità dell'edificio. Scavalcò la ringhiera e atterrò su uno strano mucchio sotto di lui. Vide che l'albero non era distante o così sembrava. Era così grande che risultava difficile percepirne la profondità. Era già stato lì? Sì, aveva altra merda per la testa per poter prestare attenzione agli alberi, ma quello era enorme. Andò sull'altro lato e trovò la piccola porta di legno nel terreno sotto di lui. Somigliava a quella di una cantina. David diede un'occhiata intorno a sé e alle sue spalle. Non era nemmeno sicuro del perché lo stesse facendo. Era stata solo una sensazione. Se la scrollò di dosso e diede uno strattone alla maniglia. I cardini arrugginiti stridettero in segno di protesta, ma dopo alcuni violenti strattoni, cedettero, rivelando l'oscurità sotto di essi. David fece un lungo sospiro e scese giù. Accidenti, era completamente buio, ma ben presto David venne accolto da una puzza tale che l'oscurità passò in secondo piano. Era un misto di capelli bruciati coperti di merda e muffa. Riusciva a sentirne persino il sapore, tanto che sputò a terra per toglierselo dalla bocca, dopodiché prese il suo telefono per impostarne al massimo la luminosità. Non era granché, ma almeno ora era in grado di vedere le pareti circostanti. Attraverso la fioca luce, David notò qualcosa di strano. Onestamente, non gli era capitato spesso di esplorare dei tunnel sotterranei, ma supponeva che le pareti dovessero essere sporche, coperte di fango o qualcosa del genere. Non era in grado di vedere bene di cosa si trattasse, ma non aveva niente di umano o comunque qualcosa che potesse passare per sporcizia. La curiosità prese il sopravvento e, telefono alla mano, si avvicinò ad una delle pareti. Dovette avvicinarsi ancora di più, col telefono che quasi toccava il muro. Gli occhi di David si spalancarono. Tastò la parete con l'altra mano. Era solida. Gli tornò in mente l'odore che aveva sentito e realizzò che era carne umana. Le pareti del tunnel erano coperte di pelle carbonizzata. Avvicinò ancora un po' il telefono e seguì la luce. Notò che c'erano alcune parti dove due tipi diversi di pelle erano cuciti insieme con fili di metallo, simile al rame. Una di queste parti gli fece contrarre violentemente lo stomaco. Era una faccia. Una faccia umana. Era allungata, con gli occhi e la bocca cuciti. Il naso era stato asportato e il foro era stato anch'esso ricucito. Probabilmente fu la visione che aveva davanti, o forse l'odore ripugnante. L'unica cosa certa era che David non riuscì più a reggere e vomitò a terra. Il tunnel proseguì per quella che sembrò un'eternità. Sapeva che era lì dentro da pochi minuti, tuttavia gli parvero ore. Doveva entrare lì dentro e portare in salvo Maggie. Il resto non aveva importanza. Peter era suo amico, ma se fosse venuto lì, avrebbe comunque salvato Maggie per prima. Peter avrebbe anche potuto marcire lì dentro, se fosse stato necessario. Ancora una volta era stato lui a dirgli di quel passaggio. Il suo dibattito interiore venne interrotto quando qualcosa lo toccò da dietro. Si girò con uno scatto, trovandosi faccia a faccia con il nulla. Confuso, David tiro fuori il telefono e lo puntò in avanti nell'oscurità. Non c'era nulla, ad eccezione di un muro che fino a due minuti fa non c'era. Era putrefatto e coperto di carne umana. David urlò e picchiò contro il muro di fronte a lui, ma si interruppe dopo poco. Il corridoio si stava restringendo, rischiando di intrappolarlo mentre camminava. Colpi David con la forza di un treno. Anche se era nel tunnel di servizio, si trovava nella Casa. E lei lo teneva in pugno. Non c'era via di uscita. Sembrava che la Casa lo stesse trascinando dentro, come se fosse felice di vederlo. In precedenza, questa situazione avrebbe fatto inorridire David, molto più di quanto successe in quel momento. Lì, in quel tunnel infernale, ebbe a malapena un sussulto. Era stato testimone di ciò che quel luogo era in grado di fare, vivendo un'esperienza che avrebbe messo alla prova la sanità mentale di chiunque. Aveva visto di tutto. O almeno così pensava. David poteva sentire il tunnel restringersi alle sue spalle. Il suono della carne putrefatta che cercava di intrappolarlo lo fece sentire di nuovo male, ma si limitò ad accelerare il passo. Dopo alcuni istanti, udì qualcosa che lo fece bloccare sul posto. Era una voce femminile, ma non era Maggie.

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𝗖𝗿𝗲𝗲𝗽𝘆𝗽𝗮𝘀𝘁𝗮
HorrorPer gli amanti delle creepypasta e degli horror in generale,ecco a voi una raccolta di storie creepypasta dalla più alla meno conosciuta!! Se avete delle richieste su una storia in particolare potete scrivermelo nei commenti e io cercherò di aggiun...