Salvatore, e forse tutti, si aspettava di tutto ma no che Martina avesse litigato con Francesco. Da un lato era felice perché lo odiava ed ora, probabilmente anche Martina, dall'altro lato, invece, era preoccupato per lei, non voleva che soffrisse. Ma gli sorse un'altra domanda "Cosa c'entro io?"
"È dalla vigilia di Natale che non vuole più uscire di casa e non vuole vedere più nessuno. A fatto entrare solo me nella sua stanza e mi ha detto… cosa mi ha detto non ha importanza." Disse pensando prima di parlare guardando verso Salvatore e poi a terra.
"Cosa è successo di preciso?" Chiese Lorenzo interrompendo quello che sembrava l'inizio di un silenzio imbarazzante.
"È un lungo racconto, non so se avete tempo per ascoltarlo."
"Abbiamo tutto il giorno." La rispose Diego con aria un po' sospettosa.
"Allora, come vi ho detto prima, era la vigilia di Natale e io e Martina siamo scese, come tutti d'altronde, e siamo andate a fare un giro per i negozi.
Francesco doveva uscire con dei suoi amici e non sapeva se riusciva a raggiungerci."
"Ma l'abbiamo visto durante il tramonto con voi." Fece notare Diego e Salvatore si ricordò del ragazzo sulla sua moto dietro di loro mentre camminavano.
"Ora ci arrivo. Quindi, non sapeva se riusciva a raggiungerci e, giustamente, Martina si è arrabbiata perché ci è rimasta male che lui non era lì con lei, ma ha preferito uscire con i suoi amici. Ho provato a consolarla facendole fare un po' di shopping ma niente, era sempre triste…"
"C'è solo un modo per farla felice…" Pensò Salvatore tra sé e sé, ma quel pensiero uscì anche dalla sua bocca.
"Hai detto qualcosa?" Lo domandò Rebecca sentendolo bisbigliare qualcosa.
"No no, continua." Si salvò Salvatore che per fortuna nessuno aveva capito cosa avesse detto.
"Comunque, siamo state in un bar per bere qualcosa e sembrava che si stesse riprendendo, infatti quando arrivammo vicino al parco, con il tramonto sul mare, sembrava che si fosse ripresa, vi ha perfino salutati."
"Aspetta, cosa!?" Disse Luca sbalordito. "Martina vi ha salutati? Sono mesi che non vi parlare e ora vi saluta come se non fosse successo niente."
"Non è andata proprio così." Cercò di spiegare Salvatore.
"Forse anche lei si è stupita di quel saluto." Disse Rebecca rimuginando su quell'incontro.
"Ma non è questo il punto." Si ricompose la ragazza. "Il punto è che dopo quel saluto dietro di voi c'era Francesco e ha visto tutta la scena, è andato in gelosia e ha aggredito Martina dicendo che lei non deve salutarti e tutte quelle cose lì. Da allora Martina si è chiusa nella sua stanza e non fa entrare più nessuno, esce solo per andare in bagno o per mangiare ma neanche a tavola parla, mi ha detto la madre."
A Salvatore scattò dentro di lui un senso di odio mai provato per Francesco, non poteva riuscire a credere che hanno litigato solo perché si sono salutati.
Tutti pensarono a quello che aveva appena raccontato Rebecca, nei loro volti si vedeva chiaramente che anche loro la pensavano come Salvatore.
La ragazza interruppe quel silenzio rivolgendosi a Salvatore "Posso parlare con te in privato?"
All'inizio il ragazzo rimase un po' spiazzato ma poi accettò e Marco disse che potevano andare giù nel viale.
Scesero la grande scala, superarono l'entrata e, invece di rimanere fuori la porta, Salvatore pensò che fosse stato meglio parlare in un posto più appartato e, quindi, la guidò in uno dei due sentieri che circondano la villa. Arrivati a metà strada si intravide la piscina senz'acqua, Salvatore si fermò e Rebecca iniziò dicendo "Salvatore io lo so che voi due ormai non vi parlate da mesi, ma non ho mai smesso di credere in voi, per me siete la coppia perfetta, non potete stare lontani e lo so che tu la ami ancora e anche lei… non lo so se anche lei prova ancora qualcosa ma questo non c'entra. Tu non devi arrenderti questo è il momento per tirare fuori di nuovo lo stesso coraggio di qualche giorno fa."
Salvatore non aveva mai visto Rebecca così, anzi pensava che in realtà non era lei. La ragazza che è considerata da tutti come quella che pensa solo agli oggetti e a se stessa ora gli stava dicendo quello che doveva fare per riprendersi Martina, per non pensare, poi, che loro due non avevano mai avuto un discorso se non per i compiti da copiare o per organizzare le interrogazioni insieme al resto della classe.
"Capisci cosa intendo?"
Salvatore non sapeva cosa rispondere, era stato colpito da tutte quelle parole motivazionali.
"No non hai capito. Devi andare da lei, sei l'unico che può farla stare di nuovo bene."
Salvatore ebbe uno scatto come se si fosse risvegliato da un profondo sonno "Aspetta cosa devo fare!? Non posso andare da lei, sarebbe peggio."
"No che non sarebbe, anzi sarebbe perfetto."
"E se ti stai sbagliando? Devi andare da Francesco. È lui che lei vuole, no me."
"Certo che voi maschi siete proprio ingenui. Non sarei mai venuta qui per portarti da lei sapendo che non ti vuole vedere."
"Questo non significa niente, non posso rischiare di fare una cosa del genere. E poi come ti ho già detto, lei vuole lui no me."
Rebecca sospirò per trattenersi nel dargli uno schiaffo. "Lo vuoi capire che lei non ti ha mai dimenticato! È solo ferita di quello che hai fatto quella sera."
Salvatore ci pensò un po' e poi si decise di andare da lei ma non volle concentrarsi su quelle ultime parole, si disse che ci avrebbe creduto solo se Martina gliele avesse dette in faccia, anche se sono state proprio quelle parole a convincerlo.
Dopo aver accettato quella proposta, Salvatore e Rebecca salirono di nuovo al primo piano della villa per avvisare gli altri che stavano andando via.
Tutti restarono senza parole all'inizio, poi Diego si alzò e andò verso Salvatore "Vieni con me." Disse senza dire altro. Lo portò vicino alla scala di marmo.
"Sei sicuro di quello che stai facendo? Non è che vuole prenderti solamente un giro?" Gi disse con aria seria.
"Penso sia sincera. Non l'ho mai vista così disperata e poi ha detto delle cose che non pensavo potesse neanche pensare."
Diego, anche se non convinto del tutto, fece un cenno e tornò nella stanza. Da lì uscì Rebecca e i due uscirono dalla villa diretti verso la casa di Martina. Salvatore non andava lì da luglio, un mese prima di partire per la vacanza che facevano sempre la sua famiglia e quella di Martina.
Durante tutto il tragitto i due non si dissero nulla. Salvatore non ci fece neanche caso, la strada gli sembrava interminabile, la sua testa era piena di pensieri e preoccupazioni, stava tornando nel posto dove ha trascorso gran parte della sua infanzia e adolescenza e non aveva la minima idea di come Martina avrebbe reagito.
Martina abitava in una villetta in periferia, dal lato opposto di dove si trovava la villa di Marco e Sofia. Ci misero quasi un'ora per arrivarci, anche perché Rebecca era stanca dopo la corsa che ha fatto e camminava più lenta rispetto al suo passo.
Arrivati lì Rebecca suonò al citofono dove rispose una voce femminile, la madre di Martina, che li aprì il cancello. C'era un piccolo spazio prima della villetta che rispetto alla villa in cui era prima non era un granché ma per lui fu sempre come una reggia.
La porta era aperta e appena entrati li accolse la madre di Martina, era una cara amica della madre di Salvatore ma nessuna delle due sapeva della loro situazione.
"Come ti sei fatto grande Salvatore. È da tanto che non vieni qui." Disse la signora non appena i due entrarono. Salvatore si limitò a sorridere.
"È ancora di sopra?" Chiese Rebecca avviando già un passo verso il piano superiore.
"Si, è nella sua stanza e non esce. Salvatore cerca di fare qualcosa, ti prego. Da quando siamo tornati da quella vacanza non la riconosco più."
Il ragazzo, ancora un po' spaesato e confuso nell'essere in quel posto che non vedeva da mesi, fece un cenno con la testa e dalla sua bocca uscì un silenzioso "si".
I due ragazzi andarono di sopra, non c'era una grande scala di marmo ma una semplice scala che si trova in tutte le abitazioni a più piani.
La porta della stanza di Martina era proprio di fronte a loro, il cuore di Salvatore batteva fortissimo, sembrava quasi che volesse uscire dal suo petto e pensò che Rebecca riusciva a sentire il battito perché lo sfiorò con lo sguardo prima di bussare alla porta, alla fine bussò e disse "Martina sono Rebecca e… c'è anche un'altra persona a cui vuoi molto bene. Possiamo entrare?"
Davvero aveva detto che Martina gli voleva molto bene? Salvatore non si aspettava quella presentazione. La porta si aprì e i due entrarono nella stanza.
L'imbarazzo era palpabile. Martina era stesa sul letto a pancia sotto con la faccia nel cuscino mentre, invece, Salvatore e Rebecca erano in piedi vicino alla porta.
Senza contare qualche cambiamento superfluo, la stanza era uguale a come se la ricordava Salvatore: c'era una parete rosa, quella dove appoggiava la spalliera del letto, e il resto delle altre pareti erano bianche, il letto era alla destra della porta appena si entrava, opposta alla porta c'era una finestra chiusa con delle tende bianche immobili e vicino c'era una scrivania con i libri scolastici, uno specchio piccolo, una spazzola e dei trucchi, infine, vicino alla scrivania c'era attaccato al muro uno specchio.
Rebecca cercò di rompere il ghiaccio: "Dai Martina alzati. Vedi chi ti ho portato."
Salvatore non sapeva cosa dire, non si parlavano per mesi e in pochi giorni si sono salutati e ora era lì nella sua stanza per consolarla.
Martina non fece nessun cenno, si vedeva solamente il suo respiro.
Rebecca non aveva più idee, guardò Salvatore per cercare aiuto ma neanche lui sapeva cosa fare, non la conosceva più come un tempo. Poi ebbe un lampo di genio: forse parlando con la Martina che conosceva lui avrebbe fatto in modo che si ricordasse dei loro ricordi e così, magari, si sarebbe ripresa. Prese coraggio e si sedette sul letto vicino a lei, il cuore batteva fortissimo, si calmò e le mise una mano sulla schiena.
"Marti…" Solo da lui si faceva chiamare in quel modo "Io non so di preciso cosa è successo e non so neanche se tu mi vuoi qui, ma io voglio essere qui con te perché non sopporto vederti così. Tu sei una ragazza solare, intelligente, divertente e bellissima…" Non sapeva se quest'ultima parola l'aveva detta ad alta voce o l'aveva solo pensata, ma non era importante in quel momento "Ora sono qui con te per aiutarti perché ti voglio bene e non sai quanto vorrei vedere di nuovo la Marti che conosco io, la ragazza di cui… ho avuto la fortuna di incontrare e di conoscere…" Voleva dire "la ragazza di cui mi sono innamorato perdutamente" ma riuscì giusto in tempo a fermarsi e a pensare prima di continuare la frase.
"Quindi ti prego, alzati da questo letto e torna a sorridere."
"Quel sorriso che mi fa battere a mille il cuore." Pensò accarezzandole la schiena.
All'inizio, Martina, non fece niente ma, dopo qualche secondo, girò la testa verso Salvatore e in quel momento Rebecca aprì la finestra facendo entrare la luce del tramonto. Gli occhi di lei erano bagnati delle sue lacrime. Con quella luce sembrava che il tramonto sul mare fosse nei suoi occhi e il cuore di Salvatore non batté mai così forte prima d'ora.
Martina, con uno scatto che lasciò sorpresi i due ragazzi, abbracciò Salvatore che rimase immobile con gli occhi spalancati per la sorpresa di quel gesto. Subito dopo, però, l'abbraccio anche lui e le disse all'orecchio, in modo che Rebecca non potesse sentire: "Perdonami per tutto, ti giuro che non ti lascerò più sola. Te lo prometto."
A sentire quelle parole, Martina abbracciò ancora più forte Salvatore che gli sussurrò anche lei all'orecchio: "Grazie."
Rimasero così per almeno un minuto, poi si staccarono e Martina aveva tutta un'altra espressione rispetto agli ultimi mesi. Salvatore ce l'aveva fatta, aveva sistemato le cose con Martina e anche lui ora aveva tutta un'altra espressione.
Rebecca era felicissima per l'amica che aveva ritrovato il sorriso. "Finalmente ti riconosco." Disse sorridendo e i due, seduti sul letto, risero insieme come se tutto quello che era successo prima non fosse mai accaduto.
Passarono altri tempo insieme, tutti e tre, a pensare a vecchi ricordi e a ridere ma ad un certo punto, guardando l'orologio, Salvatore notò che era quasi ora di cena e dovette andarsene. "Voglio vederti sempre sorridere, intesi?" Disse prima di andarsene e Marti fece un cenno con la testa con un sorriso stampato sulla bocca. "Ciao Sasà." Disse alla fine. Era il soprannome che gli aveva dato, si faceva chiamare così solo da lei.
Rebecca rimase ancora con lei e mentre stava per uscire, Sasà notò la madre di Marti che lo guardava sorridere, come se sapesse tutto e, quindi, ricambiò il sorriso.
Il tragitto della strada lo percorse sorridendo e non cercò minimamente di nascondere tutta la sua felicità.
A tavola, i suoi genitori non domandarono del perché di tutta quella gioia, anzi sembrava che sapessero il motivo, Sasà pensò che, forse, anche loro sapevano tutto insieme ai genitori di Marti.
La felicità continuò fino a quando non si addormentò con un sorriso in volto pensando che quella era la giornata più bella dell'anno.
Finalmente Sasà era riuscito a fare pace con Marti ma nessuno sapeva che, da lì a poco, le cose sarebbero cambiate nuovamente e che tutti i ragazzi avrebbero dovuto, di nuovo, fare i conti con i sentimenti e con il destino.
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L'intreccio del cuore
RandomÈ iniziato un altro anno scolastico nella piccola città di Torre Annunziata, ma questo non è un anno qualunque per Salvatore e i suoi compagni, questo è l'anno della maturità, ma è anche l'anno in cui cambieranno molte cose nella vita di alcuni raga...