Un fascio di luce pallida tagliò la coltre grigia che ricopriva il cielo. Il grande Disco di Fuoco comparve alla destra di Sitmurt, accarezzandola con i suoi raggi.
Sangue caldo prese a scorrere dalla vela sul suo dorso fino alla punta della coda. La pelle sotto le squame e i muscoli ebbero un fremito, ancora intorpiditi.
Quanti cicli di luce erano trascorsi?
Era caduta così tanta acqua che il fiume aveva inghiottito gli alberi più vicini al letto. Tronchi sottili e ciuffi di foglie pinnate sporgevano dalla superficie motosa.
Qualcosa guizzò vicino alla riva. Sitmurt colse nell'aria un odore pungente, familiare. Un rigagnolo rosso brillò nell'acqua.
La fame le artigliò il ventre.
Immaginò di stritolare quell'animale tra le fauci, il suono molle della carne lacerata, il sapore dolciastro del sangue che le inondava la lingua...
La coda frustò sulla rena. Quanto le mancava cacciare!
Abbassò gli occhi sul suo nido, una buca disseminata di impronte dalle lunghe dita e frammenti d'uovo. Con il tempo, la rena aveva preso a emanare un odore di marcio.
No... Qualcuno doveva essere sopravvissuto!
Un soffiante strisciò fuori dalla boscaglia. La sua lingua rosa saettò verso il nido. Era così grasso, che le zampe non riuscivano a sollevare da terra il ventre.
Per tutta la stagione secca si era rimpinzato con le sue uova.
Un ringhio profondo lasciò la gola di Sitmurt. Sentiva un buco all'altezza della pancia allargarsi sempre di più, pregandola di ingerire qualcosa. Un rivolo di saliva le gocciolò dal muso.
Il ladro emise un verso strozzato e scappò via.
Avrebbe atteso nella boscaglia metà del ciclo di luce, per trovarla soffocata e intontita dalla calura.
Sitmurt guardò di nuovo il fiume. Erano solo tre passi dal suo nido. Abbastanza per raffrescarsi e saltare fuori dall'acqua appena il soffiante faceva un passo sulla spiaggia.
Trasse un profondo respiro e chiuse le narici, come per immergersi. Qualche goccia d'acqua picchiettò sulla cresta in mezzo agli occhi.
Presto, avrebbe sentito di nuovo le carezze della corrente sul corpo. Presto...
Pigolii acuti e intermittenti richiamarono la sua attenzione. Qualcosa si mosse nel nido e poi emerse un musetto sottile.
La risposta di Sitmurt fu un barrito lungo e profondo. Il primo suono che avesse mai udito.
Smosse la sabbia con la punta del muso, fino a toccare un corpicino umidiccio. Due occhi verdi come la giungla la fissarono con curiosità. Suo figlio.
Aveva le sue stesse squame verde-nerastro. La piccola vela pendeva da un lato, come una pinna ripiegata.
Altri pigolii.
Il secondo cucciolo strisciò fuori carponi, trascinandosi dietro la lunga coda appiattita. Gli occhi erano chiusi, incrostati dalla rena.
Sitmurt leccò piano quell'esserino grande come un suo dente. Riconobbe lo sguardo attento di Akhenaton, da cui il piccolo aveva preso anche le chiazze bianche sulla vela. Un altro maschio.
Per qualche istante ci fu silenzio. Il nido rimase inerte.
Due cuccioli soltanto...
I loro corpicini tiepidi si sfregarono sul suo muso e Sitmurt emise un gorgheggio sommesso.
Avrebbe infranto la Legge per allevarli.
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Bahariya - Cronache del Cretaceo
Science Fiction90 milioni di anni fa. Dove oggi si estende il deserto del Sahara, un vasto mare interno taglia l'Africa in due fino alla Nigeria, mentre sulla terra di Bahariya camminano alcuni dei più grandi rettili mai ritrovati dai paleontologi, tra cui lo Spin...