Quello che c'è tra noi

Capitolo 11

- Sorpesa! È passato tanto, tanto tempo, ma io ho ancora qualche capitolo messo da parte <3 -

Stesero lì, per minuti, a baciarsi. Era pieno inverno, si congelava, ma i due non lo sentivano minimamente il freddo. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare, nessuno aveva il coraggio di affrontare la situazione, descriverla a parole era impossibile per la passione e il desiderio presente. Ma come durante ogni sogno, arriva il momento di svegliarsi e di affrontare la realtà, per quanto essa possa essere difficile. Musa si allontanò da Riven e prese posto sul muretto da cui si poteva osservare il panorama di Gardenia che illuminava quella notte buia. Quel muretto era stato l'inizio della loro storia, l'inizio della sua magia, l'inizio di tutto. Aspettò che il ragazzo prendesse posto accanto a lei e si toccò il labbro inferiore mordendolo leggermente, cercando di realizzare quanto fosse successo pochissimi istanti prima. Riven, invece, la osservava attentamente. Sapeva che il gesto della fata significava che era combattuta, che stava cercando il coraggio per potergli dire qualcosa. E così fu. Dopo un paio di minuti di silenzio, Musa si rigirò verso il panorama mozzafiato che aveva davanti, ispirò e disse di getto: "Cosa significa tutto questo per te?"

Chiusa in camera sua, Flora rifletteva su quello che era successo qualche ora prima. Non l'aveva detto nemmeno alla sua migliore amica, credeva di essere pazza. In fondo, non capita a tutti di riuscire a creare dei rampicanti dalle proprie mani, o maneggiare la terra sotto ai propri piedi. La fata era sdraiata sul suo letto, fissando il soffitto. Alzò una mano in alto, guardandola mentre compieva la stessa magia che senza volerlo aveva sperimentato su Musa. Doveva imparare a gestire quegli strani poteri. E se fosse stata una strega, di quelle che usano la magia per compiere gesti cattivi? E se invece fosse stata una fata, come quelle che la sua migliore amica tanto adorava? Ormai, il danno era stato fatto, doveva solo aspettare il momento del fatidico confronto con Musa.

"Vorrei poter fare qualcosa." Disse Nabu, a tono basso, mentre lui e i suoi compagni di squadra mangiavano insieme. Riven non era ancora tornato, e questo diede ai suoi amici qualcosa di cui parlare durante quella noiosa serata.

"Come dici?" Rispose Sky mentre masticava.

"Ehi, principe. Non vi hanno insegnato al castello che è maleducazione parlare con la bocca piena?" Rise Brandon, il suo fedele scudiero, suscitando una risata da parte degli Specialisti.

"Vorrei capire cos'ha in quella testa Riven." Riformulò la frase il ragazzo dalla pelle scura.

"Quello vorremmo saperlo tutti!" Lo interruppe Timmy.

"Penso sia l'unico a non aver capito che lui e Musa sono fatti per stare insieme." Continuò Helia.

"È questo il problema... Insomma, abbiamo visto cos'è successo quando sono stati lontani." Pensò Brandon a voce alta.

"Io penso che sia il contrario. Riven ha capito benissimo i suoi sentimenti, ma per qualche ragione cerca di reprimerli..." Disse Nabu.

"Va bene, Sherlock Holmes, adesso finiamo di cenare." Concluse Sky continuando a mangiare.

Musa aprì la porta del suo appartamento sperando di non incontrare le sue amiche. Senza voltarsi indietro, camminò con fretta fino alla sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Dopo la sua conversazione con Riven, aveva bisogno soltanto di mettere a posto i pensieri e cercare di far placare il suo cuore, che sembrava non voler smettere di battere all'impazzata. Rivisse con la mente l'ultima mezz'ora prima che tornasse a casa.

"Cosa significa tutto questo per te?" Disse al ragazzo di fronte a lei in un sussurro. Doveva averlo colto di sorpresa, visto che tardò qualche secondo prima di rispondere alla sua domanda.

"Tutto." A sentire quelle parole, Musa corrugò la fronte. Non aveva ben capito cosa intendesse il ragazzo dai capelli magenta, ma preferì aspettare che lui si spiegasse meglio. "Significa che adesso sei parte della mia vita. Significa che adesso fai parte della tempesta dei miei pensieri, che difficilmente si fermerà."