Capitolo 7- Carpe Diem

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Il tempo era volato, era arrivato lui in quella caffetteria e io avevo dimenticato il motivo per cui ero lì.
Provavo una sensazione strana ad averlo di fronte, ad appena mezzo metro da me, il mio stomaco era in subbuglio, la bocca mi era diventata asciutta e in alcuni momenti mi comportavo in modo strano...ero nervosa, ma stavo facendo la figura dell'idiota davanti ad uno degli uomini più belli che abbia mai visto in vita mia!
Ok...dovevo calmarmi, un lungo e profondo respiro e tornerà tutto come prima. Beh, la cosa non funzionò...

Dopo una leggera risata, che si concluse con l'incrociarsi dei nostri sguardi, calò un silenzio imbarazzante e abbassando il capo sul tavolo vidi lo schermo del mio cellulare illuminarsi... Tre chiamate perse, era mia madre!
Cavolo, era tardissimo e dovevo tornare a casa! Tra l'altro avevo lo scooter fuori uso quindi dovevo andare a piedi, cosa che mi avrebbe sottratto più tempo allo studio.
«Oh no! È tardissimo... Mi scusi prof ma devo andar via»
Alzò la testa di scatto sentendomi e poi fece per guardare nel suo Rolex
«Già... È molto tardi anche per me»
Ci alzammo andammo alla cassa, arrivò prima lui e naturalmente mi pagò la camomilla.
Non volevo, anche se mi piacciono molto i galantuomini ma avrei preferito fare da sola, insistette più volte e alla fine mi arresi...
Uscii dalla caffetteria, il sole che avevo lasciato quando ero entrata era stato coperto da nuvole grigie. Stava per piovere, una di quelle pioggerelline che ti annunciano l'arrivo dell'autunno; non riuscivo a crederci, adesso come avrei fatto a tornare a casa?! Avevo pure dimenticato l'ombrello o semplicemente non mi aspettavo che l'autunno fosse così impaziente di arrivare.
Era dietro di me, vidi lampeggiare le luci di una mercedes coupè bianca, con tettuccio nero, mi passo accanto e si incamminò verso quella macchina. Io rimasi immobile abbracciata al mio libro di matematica, lo seguii con gli occhi; aveva un passo elegante, sensuale, mi si infuocò il basso ventre ed ebbi un brivido lungo la schiena, era dannatamente sexy!
Mi risvegliai dal mio incantesimo e vidi che lui aveva aperto la portiera del passeggero, cosa stava facendo?
«Signorina Alotta, sale da sola oppure devo venirla a prendere io?»
Rimasi interdetta mentre c'era la voce di mia madre che mi scorreva come una scritta a led nella mente "Non accettare mai passaggi da sconosciuti!"
«Ehmmm....veramentee...»
Diedi uno sguardo al cielo, niente da fare, le nuvole erano ancora lì, anzi erano aumentate. Stava per piovere da un momento all'altro...
Lui insistette
«Allora Alotta, vogliamo salire prima che il cielo ci faccia una bella doccia?»
Ebbi un pensiero perverso, mi immaginai sotto la doccia insieme a lui ed ebbi nuovamente l'ondata di calore nel basso ventre. Sentii di potermi fidare di lui, sentivo una calamita che mi tirava dentro quella macchina...
«Ehmm...sì, grazie prof»
Mi avviai all'entrata del passeggero mentre lui era ancora appoggiato alla portiera e mi seguì con lo sguardo con un sorriso malizioso, lo guardai mentre entravo e i nostri occhi si incontrarono di nuovo, fu uno sguardo intenso e sentii le farfalle allo stomaco come mai avessi fatto prima. Mi sedetti e misi la cintura, entrò lui, chiuse la portiera, mi guardò, scese con lo sguardo all'altezza del mio seno; diventai subito paonazza e guardai le sue mani avvicinarsi...afferrò la cintura e la strinse un po'.
«Pronta Jennyfer?»
Ebbi un tuffo al cuore sentendo il mio nome, mi iniziò a battere velocemente, ingoia e feci cenno con la testa facendo un sorrisetto nervoso.
«Hey cos'hai? Sei nervosa? Andrò piano tranquilla!»
Sì, ero nervosa ma non lo ero di certo per il viaggio in macchina...
«N-no, no...tutto ok!»
Lui mi sorrise dolcemente e girò la chiave.
Guardavo dritto, il mio istinto mi diceva di girarmi a guardarlo mentre guidava, assorto; ma non riuscivo a guardarlo così da vicino, avevo vergogna ma allo stesso tempo nn avrei resistito a così tanto fascino e sarebbe successo ciò che nn doveva succedere...
«Vuoi che ti accompagni subito a casa o vuoi fare un giretto?»
La mia mente mi suggeriva di rispondergli "Preferirei andare a casa" ma non era quello che volevo, non volevo lasciarlo, sarei stata per l'eternità dentro quella macchina ad assaporare il suo profumo e a guardarlo di nascosto con la coda dell'occhio.
Allora colsi l'attimo senza pensare ad altro...CARPE DIEM!
«Non mi dispiacerebbe fare un giro se lei è d'accordo»
Arrossii un po', non dovevo farlo!! Stavo sbagliando tutto e soprattutto mi stavo mettendo nei guai! Mi inventai qualcosa e mandai un messaggio a mia madre dicendole che sarei andata a studiare da una mia compagna per il compito dell'indomani.
«Allora ti porto in un bel posto!»
Mi lanciò uno sguardo, i suoi occhi mi fulminarono. Mi stavo davvero per cacciare nei guai...

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