un maglione logoro

598 33 82
                                    

Quell'inverno, per quanto il richiamo di casa fosse ipnotico e forte, Luigi si era stabilito in pianta stabile a Roma, città che sembrava avere tutte le carte in regola per divenire il suo posto sicuro nel mondo -dopo Lamezia, chiaramente.

Quella vita frenetica fatta di treni notturni, coincidenze perse e scali capricciosi non si conciliava più con un disco che scalpitava per essere inciso e con due occhi e un cuore bisognosi di amare e di essere amati.

Roma era sinonimo di quella stabilità, tanto ricercata e agognata, che Luigi si illudeva di avere in pugno.

Era sinonimo di quella pace che sentiva farsi strada tra i polmoni, che gli permetteva di respirare serenamente ogniqualvolta incatenasse nel suo raggio visivo la sua ragazza e la sua fida chitarra, opposti complementari, che mai aveva pensato potessero armonizzare così bene tra loro.

La pioggia che batte forte sulle persiane risveglia Luigi da quello stato di trance in cui soltanto 6 corde e una penna potevano vorticosamente catapultarlo.
L'impianto di riscaldamento crea un'atmosfera accogliente e calda, rendendogli le palpebre pesanti, acuendo quel senso di torpore che non gli permette di sollevarsi da quella superficie morbida su cui aveva poggiato le spalle per tutto il pomeriggio.

Sfila il cellulare dalla tasca posteriore della tuta e constata che il languore che si era fatto spazio nella sua pancia fosse più che lecito e quando il brontolio si fa più insistente, Luigi è costretto a smettere di mangiucchiare nervosamente il tappo della penna e ad alzarsi dal divano.

Mentre la finestra sbatte prepotentemente, sospesa dall'ennesima folata di vento, il pensiero di Luigi va istintivamente a Carola.

Ormai gli viene spontaneo pensare per due, da quando schiude gli occhi al mattino fino a quando il respiro gli si regolarizza di notte. È naturale per lui ipotizzare cosa faccia Carola, come stia andando la sua giornata, domandarsi cosa l'abbia fatta stupire come una bambina dallo sguardo sognante, cosa l'abbia fatta ridere a crepapelle, cosa le abbia fatto sgranare gli occhi e cosa invece le abbia fatto delineare quella ruga d'espressione tra le sopracciglia corrucciate. E allora pensa che mettere una pentola sul fuoco gli pesi di meno, se è riempita da due porzioni di pasta al dente, piuttosto che da una.

Le sue dita si muovono sul touch screen, componendo celermente un numero familiare.

Uno squillo
Due squilli
Tre squill-

«Gigi», la sua voce squillante e allegra gli pervade i timpani. «Ti stavo pensando, sai?»

Luigi arriccia la punta del naso e due rughe si delineano ai lati degli occhi, stretti in fessure.

«Allora spero mi stessi dedicando dolci pensieri», le dice con tono ironico, suscitando un suo sospiro divertito.

«Se solo non mi trovassi in giro, nel bel mezzo di un temporale, per recuperare dalla sartoria quella camicia...», rimarca le ultime due parole, alzando di un'ottava la voce.

«Quella camicia?», chiede volutamente confuso Luigi, con l'unico intento di imbarazzarla.

«Hai la memoria a breve termine, Luigi? Ricordi quando ti è venuta quella geniale idea di bypassare i bottoni di QUELLA camicetta che mi piaceva così tanto ma che TU hai ridotto simile a uno straccio informe, soltanto perché non riesci a tenerti a bada? Mh?»

L'immagine di quel pomeriggio particolarmente vivace gli balza in mente e non riesce a reprime una risata squillante e nervosa.

«Chiedo venia, cosa posso farci se la mia ragazza è sempre più sexy e irresistibile? Non è mica colpa mia.»
Luigi non può vederla ma sa che Carola ha contratto le labbra in un sorriso imbarazzato.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 24, 2022 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

glimpses of usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora