Pioggia, pioggia ovunque quel mattino di ottobre: le strade strabordavano di macchine, i cui clacson assordanti non davano tregua alle orecchie ancora dormienti delle persone che dovevano raggiungere il posto di lavoro, andare a scuola.

Caos già alle sette e mezza del mattino, un biglietto da visita non invitante come inizio di giornata.
Tutto sembrava muoversi in funzione di quell'anarchia di motori, tuoni, lamentele su ritardi assicurati.

Tutto questo trambusto però, non sembrava scalfire nemmeno un po' una coppia di giovani amanti, che si scambiava effusioni sotto le tegole del liceo scientifico Da Vinci.

"Stamo a bagnarce qua Simò" proferì Manuel con un po' di affanno, le labbra rosse e gonfie, testimonianza visiva di quanto successo prima.
In realtà al ragazzo non importava più di tanto, era un semplice dato di fatto, una constatazione, un voler punzecchiare l'altro e spingerlo a dire qualcosa di dolce e scontato allo stesso tempo, ma che le sue orecchie bramavano più di ogni altra cosa in quel momento.

"Che te dispiace? Io ci potrei stare ore sotto la pioggia, se ci sei tu" eccolo qui l'asserto di Simone, il più piccolo anagraficamente dato che con la sua altezza sovrastava l'altro, proteggendolo anche da qualche goccia di pioggia dispettosa che voleva farsi spazio sul viso di Manuel.

Ma su quel volto c'era posto solo per le labbra dell'altro, per le sue dita che percorrevano ogni centimetro di pelle, desiderose di conoscere ogni piega, ogni neo, ogni particolare che si sarebbe aggiunto alla lista infinita di cose che gli aveva fatto perdere la testa per quel ragazzo riccio, solo all'apparenza ermetico.

"Ah sì? Faccio questo effetto a Balestra junior?" rispose divertito Manuel.
Simone rise a quel nomignolo, che lui stesso aveva usato l'anno prima con la loro prof di matematica, in una situazione che ricordò essere molto particolare.

"Eh sì, Balestra senior sembra avere occhi solo per tua madre".
Anche questo era stato un evento particolare per i due ragazzi, contenti per i loro genitori e contemporaneamente straniti per come si sarebbero potute evolvere certe dinamiche.

Ma a loro non interessava niente, tanto che rimasero ancora un po' avvinghiati sotto quella pioggia incessante, noncuranti di quello che avrebbero potuto dire gli altri vedendoli arrivare a lezione completamente fradici.

Bastava solo stare insieme, bastava amarsi.





"Che ne pensi, papà?" Simone balzò dallo sgabello del chiosco, dove aveva portato suo figlio a fare colazione dato che glielo aveva promesso.

Il piccolino si accorse della momentanea distrazione del padre, che aveva attribuito al mal tempo di quella mattina, al fatto che il traffico avrebbe potuto far tardare entrambi.

"Cosa c'è, papà? Sei preoccupato?"
Simone prontamente sorrise alla sua domanda, quel bambino era così premuroso e capiva sempre tutto, nonostante la sua età riusciva a captare ogni emozione, ogni cambiamento d'espressione sul volto del padre.

Quei due avevano imparato a conoscersi fin troppo bene per potersi nascondere qualsiasi cosa.
"No, tesoro. Va tutto bene. Stavo solo pensando che anche fuori la mia scuola c'era un chiosco molto simile a questo."
Mezza bugia, non stava pensando proprio a questo.

"E anche tu ti fermavi a fare colazione col nonno?" chiese ingenuamente il piccolo Manuel, sempre curioso di voler sapere qualsiasi cosa della vita del padre.
A Simone scappò un sorriso.

"Qualche volta capitava, ma la maggior parte delle volte ero con i miei amici" spiegò al piccolino, che non soddisfatto continuò con altre domande.
"E avevi tanti amici tu, papà?" domandò con con gli occhietti vispi.

"Sì dai, abbastanza. Diciamo che col tempo ho imparato a saper stare con tutti, anche se di veri amici ne ho avuti pochi."
Lo guardò sincero, non voleva dargli aspettative di nessun tipo.
Manuel stava per ribattere, ma la campanella interruppe qualsiasi altra domanda aveva costruito la sua testolina.

"Dai Manu continuiamo più tardi, ti va?" chiese Simone, pulendogli la bocca con una salvietta per eliminare i residui di nutella.
"Va bene papà, allora ci vediamo all'uscita?"
"Certo, e poi ti porto al parco se smette di piovere" disse Simone, stampandogli un bacio sulla fronte.
Il bambino emanò un gridolino di gioia e si affrettò ad entrare a scuola, quasi come se in questo modo il tempo passasse più velocemente.

La sua figura si faceva man mano più piccola mentre si avvicinava al grande portone della scuola, pronto ad accogliere la confusione tipica di tutti quegli scolaretti alle prime armi.
Simone si stava pian piano rendendo conto del tempo che stava passando, suo figlio stava crescendo a vista d'occhio.

E mentre era lì, solo, godendosi l'ultimo sorso di caffè prima di raggiungere l'ufficio, mai si sarebbe aspettato di risentire quella voce.
Fu come risvegliarsi da un lungo sonno, riprendere conoscenza dopo un lasso di tempo indeterminato.

"Ciao, te sei Marta? Questo è il rifornimento della pasticceria, mi metteresti una firma qui?"
Lui non si era nemmeno accorto di chi aveva di fronte, troppo indaffarato con le altre consegne di quella mattina.

Di fatti dopo la firma si era fiondato nel cofano di un furgoncino bianco, prendendo più vassoi fumanti che poteva per evitare di fare mille "avanti e indietro", dato che probabilmente avrebbe ricominciato a piovere e questo avrebbe implicato cornetti e brioche fradici se non si fosse sbrigato.

Preso il carico di vassoi, stava davvero cercando di non inciampare, ma tutti i suoi sforzi si rivelarono vani quando finalmente si accorse di quegli occhi, un po' titubanti, che avevano cominciato a scrutarlo.
Due iridi castane che non gli avevano dato mai tregua nonostante i diversi anni passati, a cui aveva sempre pensato ogni notte prima di addormentarsi: un po' per nostalgia, un po' per potersi sentire al sicuro.

Questo contatto visivo, all'apparenza innocuo, fu l'artefice del misfatto zuccherino.
Le sue braccia avevano ormai ceduto e i vassoi erano finiti a terra, riversando il loro contenuto in profonde pozzanghere.

Aleggiava il silenzio dopo la caduta, silenzio che venne smorzato da un filo di voce, un sussurro che
però era risultato come un boato all'altro.
"Simone?" fu tutto ciò che Manuel riuscì a dire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 21, 2022 ⏰

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