Due segreti in meno.

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Merlino si era svegliato con un grande mal di testa, era dovuto all'alcol che lui insieme ai cavalieri e a re Artù avevano bevuto per festeggiare l'ennesima battaglia vinta.
La cosa che più lo infastidiva era che nessuna magia lo avrebbe rimesso in piedi tanto presto e oltre tutto doveva prepararsi per accompagnare Artù a caccia.
Ci sarebbero stati anche gli altri cavalieri, divisi a gruppi da due, lui sarebbe stato con il Re. Come sempre.
Quindi si armò di pazienza e si preparò, scambiando prima due parole con Gaius che si chiedeva cosa gli fosse successo.

—Merlino veloce!— urlò Artù, quella mattina sentire la voce urlante del suo Re non era il massimo, nonostante il mal di testa che stava calando grazie ad un intruglio che Gaius gli aveva gentilmente preparato.
La cosa che più lo tormentava era che il biondo si stava comportano in modo strano, era meno espansivo e sembrava pensieroso. Non aveva nemmeno punzecchiato Merlino come al solito.
—Eccomi!— il moro velocizzò il passo per raggiungere Artù.

I due ragazzi stavano camminando tra la boscaglia che li circondava, quel giorno avevano deciso di non usare i cavalli così da poter smaltire alla perfezione la serata precedente.
Non era stata un ottima idea andare a bere alla taverna la sera prima di andare a caccia ma dopo tutto avevano affrontato di peggio.
Merlino era leggermente indietro rispetto ad Artù che non gli prestava molta attenzione.
—È una bellissima giornata per cacciare, anche se io avrei scelto un'altra attività— disse il mago per iniziare una conversazione con il compagno di caccia.
—Merlino, fa silenzio— rispose secco il Re che nemmeno si voltò per guardarlo.
D'accordo che Artù era un brontolone cronico e che spesso durante la caccia diventava serio e pensava solo all'obiettivo ma non aveva mai rinunciato ad un dialogo con Merlino, anche solo per battibeccare su chi avesse ragione o meno su qualcosa.

—Perché mi trattate con così tanto distacco oggi?— chiese il moro.
—Non ti tratto con distacco, ma se parliamo gli animali ci sentono arrivare— rispose il biondo, continuando a non voltarsi mai verso il mago.
—Ma se nemmeno mi guardate—
—Merlino, devo tenere d'occhio il sentiero in caso passi qualcosa—
Il moro aumentò il passo per cercare di arrivare al fianco del biondo ma quest'ultimo teneva la marcia più veloce e finiva per essere sempre qualche passo avanti al mago.
Merlino avrebbe voluto usare la sua magia per fermarlo, quell'asino cocciuto.
—Non è vero, normalmente mi rivolgete la parola e la caccia vi va sempre più che bene. C'è qualcosa che non mi dite—
Non poteva non sapere come mai il suo Re aveva cambiato così repentinamente l'atteggiamento nei suoi confronti, necessitava di capirne il motivo.

Merlino aspettò qualche momento prima di tornare all'attacco, non si sarebbe arreso tanto facilmente.
—Artù, se ho fatto qualcosa di sbagliato
ditemelo—
—Merlino, è tutto a posto—
—Allora guardatemi almeno una volta—
—No— disse continuando la strada sterrata davanti a loro.
—Ecco, vedete?—
—Smettila—
—No, parlate— disse confuso dalla situazione il moro, raggiungendo finalmente il Re.
—Spiegatevi—
—Merlino, pensa alla caccia— disse il biondo, prestando filante attenzione al mago.
Il moro stava per dire qualcosa quando all'improvviso caddero all'interno di una grossa buca che portava ad un passaggio sotterraneo.
Per loro fortuna caddero sopra un grosso cumulo di fogliame che attutì la loro caduta, da quel posto non potevano risalire tanto facilmente.

—Visto! È tutta colpa tua Merlino!—
—Colpa mia?—
I due si ripulirono dalla terra e nel mentre si guardarono attorno. Quel passaggio era in pratica una grotta, non era conosciuta ai due ragazzi e quindi non sapevano dove portava. Con un po' di fortuna portava vicino al castello, come molti dei passaggi sotterranei.
—Si, colpa tua perché mi hai distratto e adesso siamo qui! Senza sapere dove porta quel sentiero— disse indicando la strada che si inoltrava verso l'interno della grotta.
—Allora c'è qualcosa che il grande Re Artù non conosce—
Il biondo fulminò il moro con uno sguardo, quindi Merlino alzò le mani in segno di resa. Non avevano molta scelta, dovevano seguire quel sentiero.
Il mago avrebbe voluto usare la magia per uscire in un attimo da lì ma non sarebbe stata un'ottima idea farlo di fronte ad Artù.
Il biondo iniziò ad incamminarsi senza rendere partecipe il moro, consapevole che in ogni caso lo avrebbe seguito.
—Si tranquillo, non serve che mi aspettate— disse incamminandosi a sua volta, velocizzando il passo.

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