00 - Avada Kedavra! Ah no: Scacco Matto!

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[parole: 11768]

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Tanto tempo fa, in India, c'era
un principe le cui ricchezze
erano tali che nulla gli mancava
ed ogni suo desiderio poteva
essere esaudito con facilità. Mancandogli però in tal modo
proprio ciò che l'uomo comune
spesso ha, ovvero la bramosia
verso un desiderio inesaudibile,
il Principe trascorrva le
giornate nell'ozio e nella noia.
Un giorno però, stanco di
tanta inerzia, annunciò a
tutto il popolo e oltre che
avrebbe donato qualunque
cosa richiestaa colui che
fosse riuscito a farlo
divertire nuovamente.

A corte si presentò uno stuolo
di personaggi d'ogni genere:
eruditi saggi e stravaganti
fachiri; improbabili maghi e
spericolati saltimbanchi;
sfarzosi nobili e zotici
plebei; ma nessuno riuscì a
rallegrare l'annoiato Principe.
Finché si fece avanti un
mercante, famoso per le sue invenzioni.
Aprì una scatola, estrasse
una tavola con disegnate
alternatamente
64 caselle bianche e nere,
vi appoggiò sopra 32 figure
di legno variamente
intagliate, e si rivolse al
nobile reggente:

«Vi porgo i miei omaggi, o potentissimo Signore, nonché
questo gioco di mia modesta invenzione. L'ho chiamato
il gioco degli scacchi»

Il Principe guardò perplesso
il mercante e gli chiese
spiegazionisulle regole.
Egli gliele mostrò, sconfiggendolo
in una partita dimostrativa.
Punto sull'orgoglio il
Principe chiese la rivincita
perdendo nuovamente.
Fu alla quarta sconfitta
consecutiva che capì il genio
del mercante e si accorse
per giunta che non provava
più quella consueta noia,
ma un gran divertimento.
Memore della sua promessa,
chiese all'inventore di tale
sublime gioco quale ricompensa desiderasse, di chiedere tutto
ciò che volesse, assicurandogli
con supremazia di potergliela
dare. Il mercante quindi, con
aria dimessa, chiese un chicco
di grano per la prima
casella della scacchiera,
due chicchi per la seconda,
quattro chicchi per la terza,
e via a raddoppiare
fino all'ultima casella.
Stupito da tanta modestia, il
Principe diede ordine affinché
la richiesta del mercante
venisse subito esaudita. Gli
scribi di corte si apprestarono
perciò a fare i conti, ma
dopo qualche calcolo la
meraviglia si stampò
sui loro volti: il mercante
infatti stava chiedendo
18.446.744.073.709.551.615
chicchi di grano, una
quantità che non avrebbe
potuto soddisfare con tutti
i granai del suo regno, forse
neppure quelli di tutta la terra,
e per cui sarebbero serviti
secoli di produzione. Non
potendo materialmente
esaudire la richiesta
dell'esoso mercante e non
potendo neppure sottrarsi
alla parola data, per
togliersi dall’imbarazzo,
il Principe stimò opportuno
mozzargli la testa.

Tuttavia, la leggenda
sottace il fatto che quel
sovrano dovette
pagare in seguito un
prezzo ben maggiore:
egli si appassionò al
nuovo gioco fino a
smarrirne la ragione.

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NAO

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 23, 2022 ⏰

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