POV VICTORIA:
Ruoto il terzo pancake dalla parte ancora cruda mentre mio fratello Ethan mi urla contro di muovermi.
«La prossima volta alzi il culo e ti cucini da solo la colazione» rispondo con calma per infastidirlo ancora di più.
"Troia". Una risposta semplice che però mi fa vedere nero dalla rabbia. Abbasso il fuoco e percorro i pochi metri che dividono la cucina dal salotto. Questa casa è un buco, ma è meglio stare qui, in una casa piccola nel centro della California piuttosto che a Compton, il quartiere in cui sono cresciuta. Quel posto racchiude tutta la mia infanzia, i miei ricordi, ma sopratutto Ophelia. Se non fosse stato per lei mi sarei tolta la vita anni fa. È stata la mia migliore amica per un tempo così lungo che faccio fatica a ricordare.
Io, lei e Elijah. Eravamo semplicemente noi tre.
Nessuno poteva entrare nella nostra bolla, non sarebbe stato più lo stesso con una persona in più.
Condividevo tutto con loro, ogni singolo istante felice e viceversa. Erano loro la mia casa.
Compton è conosciuta soprattutto perché è la città Natale di un noto rapper di colore che attualmente conosciamo come Easy-E, leader della band N.W.A.
È la città del gangsta rap, ma anche il luogo che mi ha portato via mia madre.
7 ottobre, 2017.
Ero a casa a guardare un film con Ethan, Magnolia e Vera quando sento bussare. Era la polizia. Ricordo come Ethan è balzato in piedi ed è corso in camera sua chiudendo a chiave la porta dietro di lui.
Avrei voluto che avesse combinato qualcosa, ma quando ho aperto il volto dei poliziotti non sembrava senza emozioni come di solito usano portare. Avevano un espressione di compassione, come se la persona davanti a loro avesse perso il gatto.
Ricordo ancora le esatte parole che mi hanno rivolto quel dannato giorno.
"È casa Thomposon?"
«Si..è successo qualcosa?» tenevo i pugni stretti in caso da dover tirare un pugno a qualcuno se necessario.
"Suo padre è in casa?"
«No..si può sapere cos'è successo?»
"Possiamo entrare così le spieghiamo tutto?"
Annuisco semplicemente e mi sposto dalla porta.
Quando entrano in casa vedo l'espressione di Magnolia che guarda Vera. Sembrava un fantasma.
I suoi occhi azzurro mare sembravano aver perso una scintilla.
"Che sta succedendo" parla Vera rompendo quel silenzio che cominciava a crearmi disagio.
«E-ethan ha fatto qualcosa?» chiedo tremolante.
"No signorina si sieda". Faccio come dicono per far terminare al più presto quest'attesa.
"Non ci piace portare notizie del genere ai familiari, soprattutto a ragazzi giovani come voi, ma il nostro lavoro ha anche questo lato doloroso. Hanno trovato il corpo di una donna dietro al bar Dunckin sulla quarta strada, dalle autopsie i medici dicono che sia morta per un colpo d'arma da fuoco sul petto, in pieno cuore. Le impronte risalgano a Josephine Thomposon".
Josephine Thomposon. Due parole con il potere di capovolgere il mio mondo sotto sopra. Mia madre.
Mia madre era morta. Mia madre, la mia mamma.
«No» guardo il poliziotto alla mia sinistra con un sorriso. Non potevo crederci, doveva essere per forza uno scherzo di Vera. Guardo quest'ultima . «No, state mentendo» Mi alzo di colpo con il copro percosso da brividi. «A-avranno sbagliato a identificare il copro, m-mi dispiace per questa signora ma vi state sbagliando di grosso. Mia madre è uscita di casa due ore fa e tra poco dovrebbe essere di ritorno q-quindi non potete stare qui.» Cerco di trovare una giustificazione adatta per questa situazione.
"Le nostre condoglianze". Quando noto lo sguardo basso dei poliziotti e li vedo allontanarsi poso gli occhi prima su Vera poi su Magnolia.
«N-Non mi guardate così, no..no, no.»
Me le sento entrambe addosso che mi stringono in un abbraccio mentre piangono. «No..» continuo a sussurrare in lacrime, ormai rassegnata del fatto di aver perso mia madre.
"Che succede.." sento Ethan uscire da camera sua e rallentare quando ci vede.
Mi alzo di scatto e lo stringo tra le mie braccia. Il mio fratellone era confuso, ma non si è limitato a ricambiare.Scuoto la testa per far passare i brutti ricordi in secondo piano quando mi ritrovo in salotto.
Non ricordo nemmeno perché sono qui, non stavo cucinando i pancake fino a 5 secondi fa?
"Che cazzo guardi". Ride mio fratello mentre sono impalata davanti a lui come un serial killer pronto a fa fuori la sua prossima vittima.
«D-dovevo dirti una cosa..ma non mi ricordo più»
"Allora torna alla mia colazione".
Odio quando mi succede. Sto facendo una cosa e quel giorno mi torna in mente dal nulla e io non posso controllare questi dejavu a mio piacimento. Devo solo subire il ricordo del giorno peggiore della mia vita.
È stata mia l'idea di trasferirci lontano dal quel quartiere. Non potevo sopportare il fatto di camminare su strade che da piccola percorrevo mano con la mano della mia mamma. Non potevo fermarmi nei negozi in cui andavo ad ogni festività dell'anno per comprarle un regalo. Non potevo sentire ancora il suo profumo per tutta la casa.
Lei non c'era più, e ormai anche un pezzo del mio cuore l'ha raggiunta. Spero che lo stia custodendo con amore tra le sue braccia.
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if only i had
RomanceSe solo avessi.. "non puoi uccidere con i gesti o con le parole persone che sono già morte dentro"