𝓟𝓻𝓸𝓵𝓸𝓰𝓸

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Seonghwa aveva 24 anni, frequentava l'ultimo anno di medicina all'università di Seoul e se c'era una cosa che non aveva mai sopportato, quella cosa erano i mezzi pubblici. Non amava molto il contatto diretto con le persone, soprattutto se i mezzi erano troppo affollati. Però purtroppo per spostarsi tra una città e l'altra a causa degli studi e del lavoro, Seonghwa –così come molti altri– era obbligato a prendere il famigerato treno.

Tra tutti i mezzi, il treno, forse era quello che più mal sopportava –dire odiava pareva un po' brutto– perché ad ogni frenata produceva quello stridio che gli faceva digrignare i denti e gli provocava uno strano tic all'occhio, per non parlare dei sedili di quella strana pelle blu sempre appiccicaticcia e macchiata e l'aria condizionata che in estate ti faceva sentire come Babbo Natale in Lapponia. Poi le persone che si sedevano vicino a lui e iniziavano a parlare della loro vita, morte e miracoli. Ma a lui cosa fregava della crisi familiare che la vecchietta nata nel '48 aveva avuto nel '74? Probabilmente l'unica cosa positiva di quel mezzo infernale, era il poter godere della vista del meraviglioso paesaggio che gli sfrecciava al fianco e gli mostrava la bellezza che madre natura poteva creare.

Seonghwa era una persona molto solitaria e gli unici con cui aveva un legame più stretto erano i suoi migliori amici e, fino a un paio di mesi prima, il suo ex ragazzo. Dopo la rottura improvvisa, Seonghwa si era chiuso di più in sé stesso, isolandosi sempre di più da tutto e da tutti.

Ovviamente, però, la vita per lui aveva in serbo una gran sorpresa, sorpresa che avrebbe fatto cambiare idea a Seonghwa riguardo quel tipo di mezzi pubblici e riguardo alla propria vita.

E quella sorpresa portava il nome di Kim Hongjoong.

Train {Seongjoong}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora