1 Capitolo

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Ciao a tutti mi chiamo Ilenia Capuozzo vivo a Napoli con miei genitori, Pasquale Capuozzo e Concetta Palumbo.
Ho preso l'altezza da mia madre, gli occhi azzurri da mio padre e i capelli castano scuro da mia nonna Emma.
Per quanto riguarda il mio carattere, sono sensibile, timida e avvolte troppo impulsiva.
Sono anche difficile come persona e volete sapere perché?
Perché da piccola gli altri bambini mi prendevano in giro.
A scuola c'erano delle bulle che si prendevano gioco di me.
Mi buttavano i libri a terra.
Mi strappavano i quaderni e quando aprivo l'armadietto si avvicinavano e gettavano la mia roba a terra.
Nessuno mi aiutava, tutti stavano al loro gioco, davano loro ragione.
La mia infanzia è stata un inferno e le cose peggiorarono quando iniziai la scuola media e questo perché?
Perché nonostante mi impegnavo tantissimo in ogni materia, il mio impegno non era apprezzato da nessuno dei miei professori.
Mentivano ai miei genitori per mettermi in cattiva luce.
I miei compagni non facevano nulla per difendermi.
Anzi loro ridevano a crepapelle e tutti mi chiamavano sfigata.
Le loro parole mi ferivano ma non avevo il coraggio di dirlo ai miei genitori.
Mi sfogavo piangendo quando loro uscivano per qualche commissione.
Soffrivo da sola senza che nessuno sapesse niente.
Quando avevo finito la scuola media le cose non migliorarono affatto.
Il rapporto con i miei genitori si stava deteriorando perché non volevo più proseguire con gli studi, ma alla fine dovetti iniziare la scuola superiore anche se non ero affatto d'accordo.
Il mio primo anno fu un totale disastro perché avevo difficoltà con le materie scientifiche e non avendo nessuno che potesse darmi una mano non riuscivo a recuperare.
Mi hanno promossa proprio per non vedermi, avevo dei professori che mi odiavano.
Al secondo anno le cose sono iniziate ad andare un pochino meglio, ho avuto un insegnante di matematica che mi ha aiutata tantissimo e sono riuscita a migliorare sempre di più fino al quinto anno.
Un altra materia dove non riuscivo a andare bene, era economia aziendale.
L'insegnante non facilitava le cose, se chiedevo una spiegazione di un argomento, si arrabbiava sbattendo i pugni sulla cattedra.
Mi fulminava sempre quel suo orribile sguardo.
Dopo però finalmente era andata in pensione.
Dunque pian piano sono riuscita ad andare avanti con tutte le materie e al quinto anno sono uscita con un buon voto.
Il rapporto che avevo con i miei compagni era stabile ma non avevo legato con nessuno di loro.
Non avevo subito cattiverie di nessun tipo per fortuna.
Una volta finita questa scuola, non ho voluto iniziare l'università e grazie a dio i miei genitori non hanno fatto storie.
In estate sono riuscita a trovare un lavoro che ho ancora adesso.
Ho il posto fisso da un anno.
Cercavano una commessa e io mi sono proposta.
È anche sotto casa mia perciò non devo neanche spostarmi tantissimo.
Non ho avuto la possibilità di comprarmi una macchina nonostante abbia la patente.
Sto risparmiando per potermela comprare, non voglio che i miei genitori spendano per prendermela.
Voglio acquistarla con il mio sudore e sacrifici .
È importante per me.
Voglio dimostrargli che posso cavarmela da sola ma è anche una soddisfazione per me.
Oggi è domenica ed è il mio unico giorno libero e spendo la mia maggior parte del tempo a leggere e fare le faccende di casa ( Che poi faccio sempre ) ma non dovendo lavorare posso fare molte più cose.
Mia madre ha il diritto di riposare.
In questo momento ho la mia piccola pausa e sono seduta in mezzo al letto con il mio gatto Felix in braccio che sta mi facendo le fusa e nello stesso tempo inonda il mio corpo di calore.
Felix non è solo il mio gatto ma è anche il mio migliore amico.
È frutto di una cucciolata casalinga, era il più piccolo e il più debole.
I padroni mi dissero di non prenderlo perché non c'è l'avrebbe fatta, ma a me non è importato nulla.
Il suo sguardo mi conquistò subito, lo portai a casa senza pensarci due volte.
Non è stato facile farlo crescere ma non mi sono scoraggiata.
Abbiamo lottato insieme e ora è un bel gattone in salute.
È un grande giocherellone
Avvolte anche dispettoso ma l'amo così com'è.
Oggi l'aria è fredda.
È una giornata piovosa e devo dire la sincera verità, la voglia di fare qualcosa è scarsa.
Scendo giù dal letto con in braccio Felix e mi dirigo in cucina per fare colazione.
Sono ancora in pigiama e ho una fame da lupi.
Appoggio delicatamente il mio gatto a terra, mi lavo le mani e preparo il caffè.
Nel frattempo prendo un piatto dalla dispensa e appoggio il cornetto al pistacchio che mio padre mi ha comprato prima di uscire con gli amici.
Mia madre invece è lavoro.
Il tempo passa velocemente...
Dopo aver pulito casa, la noia si fa sentire ma sinceramente non ho voglia di uscire con questo tempo.
Preparo il pranzo, mia madre sta per arrivare e mio padre è appena rientrato.
È andato in bagno per farsi una doccia, non ho capito cos'abbia combinato con gli amici suoi.
Ha emanato una scia di odore davvero tremenda, come un maiale che si rotolato nella merda.
Persino il gatto ha fatto una faccia schifata.
Il resto della giornata... Beh non ho fatto un granché.
Sono salita in camera mia e ho visto un po' di televisione.
Ho riordinato la camera e pulito il mio bagno che ancora non avevo fatto.
Poi ho cenato e sono crollata a letto.

Angolo Autrice: Ragazzi, buon pomeriggio a tutti.
Eccomi qua con una nuova storia!
Buona Lettura!

L'amore vince sempre[ Al Momento è IN PAUSA ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora