L'inizio di tutto

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" 31 Ottobre 2032.

Il ricordo di quella sera di 6 anni fa non abbandona mai la mia memoria: una come tutte le altre, tranne per un particolare...da lì il mio destino si è incrinato inesorabilmente."
Scrivendo queste righe sul mio diario, esatto ho ventun'anni e possiedo ancora un diario, mi preparo per la rimpatriata dell'anno: ma facciamo un salto nel passato, per farvi capire meglio.

***

31 Ottobre 2026    ore 19:30

«Eppure dicevano che oggi non avrebbe piovuto! Mai fidarsi del meteo, ci azzeccano una volta su 50!» Alois mi corse incontro brontolando, con un ombrello mal ridotto come riparo. «E tu non dovevi essere a casa di Ren a quest'ora? Cosa c'è, il tuo fidanzatino non ti vuole più?» rise accompagnandomi alla porta di casa sua.

«Uno: ti ho già detto che non stiamo insieme e due, mi serve il tuo aiuto» mugugnai io asciugandomi i piedi sul tappetino all'entrata e togliendomi il giubbotto.

«Ahahah Dio mio, Dimitry, che ti è successo ai capelli? Sembri un porcospino! E tutti quei glitter? Se è questo il tuo metodo di seduzione, povero chi ti piglia!» ormai Alois si rotolava dalle risate e io, sempre più rosso non so se di rabbia o imbarazzo, gli diedi una leggera pacca sul collo. «La vogliamo finire?! Non farmi domande assurde e aiutami a sistemarmi i capelli!»

Detto questo mi fece salire al secondo piano della casa fino alla sua stanza. Era come al solito un disastro, per entrare  dovetti scavalcare parecchie cianfrusaglie (tra cui riviste con contenuti da non approfondire) e vestiti. Mi fece sedere sul letto e andò a prendere l'occorrente: «Devi smetterla di considerarmi il tuo stylist personale, Dimmy! Ho capito che sono bravo, per non dire perfetto in questo ruolo, ma almeno dammi qualcosa in cambio, no?» mi disse mentre mi pettinava all'indietro i capelli meglio che poteva.

«Mmmh, quanta modestia. Per questa volta va bene una foto di mia sorella?» gli risposi togliendomi dalla tasca una foto della mia sorellina, prevedendo una sua reazione. Mia sorella Elizabeth era più piccola di me, 15 anni, ma già una bellezza, capelli lunghi color caramello, occhi verde muschio ed un corpo niente male. Sembrava che Alois avesse una piccola cotta per lei.

«Ok! La prossima volta però me la fai conoscere.» sorrise lui prendendomi la foto «Ecco, finito. Ho sistemato come meglio potevo, anche se quella schifezza che ti eri messo non mi ha aiutato di certo. Adesso che fai? Vuoi stare qua e aspettare le 21:00 e andiamo insieme alla festa o vai a casa?»

L'idea di arrivare a casa di Ren insieme non mi stuzzicava granché «Preferisco andare a casa, grazie lo stesso. Mia sorella mi aspetta» gli rispondo gentilmente. Lui alzò le spalle e mi riaccompagnò alla porta. Stava ancora diluviando ma per fortuna avevo l'ombrello. Tornato inventai una scusa per saltare la cena e mi rifugiai in camera mia. Dovete sapere che il mio rapporto con Ren era abbastanza complicato: innanzitutto ci conoscevamo da sempre, eravamo come fratelli, (o almeno era così all'inizio) fino alle scuole medie siamo sempre stati insieme poi le scuole superiori ci hanno diviso, ma le nostre case erano abbastanza vicine e quindi ci vedevamo spesso, poi qualche estate fa siamo andati in campeggio con la sua famiglia e lì è successo. Eravamo in tenda insieme, io nel mio sacco a pelo, lui seduto di fianco a me per chiacchierare meglio: la lanterna in un angolo della tenda rifletteva la sua luce fioca sulla figura fiera di Ren. Lui era un ragazzo abbastanza alto, con capelli a spazzola neri e occhi del medesimo colore, un piercing al sopracciglio sinistro. Io in confronto ero un ragazzo insignificante, uno che dimentichi subito, senza un impatto significativo. Non ero come mia sorella che sembra aver preso il meglio da entrambi i miei genitori, direi l'esatto contrario. Sono bassino ed esile, viso dai lineamenti femminili e dolci, labbra rossissime e dei capelli riccioli e color castano polvere, per una donna questi lineamenti sarebbero motivo di vanto ma non di certo per un uomo! Guardare Ren mi infondeva sempre un immenso senso di sicurezza e allo stesso tempo di pericolo. Una sensazione strana da dire a parole, come se potessi contare su di lui in tutto ma soprattutto sulle cose più losche, questa sua parte mi incuriosiva e attraeva non poco. Ero lì a fissarlo con la mia solita aria da pesce lesso quando si gira e mi mette una mano intorno ai fianchi, avvicinandomi a lui. Ci conosciamo da davvero troppo tempo quindi a quel contatto non mi stupii più di tanto, poi però mi fece voltare e mi sussurrò sfiorandomi l'orecchio: «Che c'è? Qualcosa non va? Ho visto che mi fissavi»

«No no! Tutto ok, sono solo stanco. Potremmo andare a dormire per oggi? Domani dobbiamo tornare a casa» risposi io poco convinto, allontanandolo un po', ma la sua presa era troppo forte.

«E' proprio perché domani dobbiamo tornare che voglio stare con te. E' dalle medie che non stiamo più insieme così!»  mi disse lui guardandomi con quei suoi occhi nero carbone, inchiodandomi lì, mentre mi attirava ancor più a se, costringendomi ad un lungo, caldo, abbraccio. Non so cosa mi sia successo, forse l'odore di Ren, forse la stanchezza o forse non c'è nessuna scusa, di fatto sta che ci siamo baciati, IO mi sono fatto baciare da REN... all'inizio un bacio piccolo e incerto, quasi che avesse paura di farmi male, poi uno più famelico e pieno di desiderio.

Di quella notte non abbiamo più parlato ma adesso, quando sono passati ben sei mesi, sto per dire chiaro e tondo quali siano i miei sentimenti per lui, alla sua festa di Halloween

 

Ore 21:10

 

Avevo detto così ma ero comunque terrorizzato. Ero arrivato a casa sua, una villetta, identica a tutte le altre in questo quartiere, e di tutti gli altri a Londra, con un giardino ben curato e le pareti pitturate di fresco, le zucche intagliate sui balconcini (come dire, secondo i miei gusti, la casa perfetta?). In realtà, la festa iniziava alle 21:00 ma se per caso fossi stato il primo ad arrivare, il panico per il discorso che mi attendeva mi avrebbe assalito. Quindi eccomi qui, sulla porta d'ingresso, indeciso se entrare o far finta di avere un malore improvviso.

«Dimitry! Che fine hai fatto? Sei in ritardo di ben 10 minuti, che intenzioni hai? Mi hai convinto te a venire alla festa e quando arrivo, tu non ci sei?!» Gridava Alois aprendomi la porta in faccia e trascinandomi dentro «sai che io e mister Tenebra non andiamo d'accordo, ho passato i 10 minuti più brutti della mia vita» mi disse a voce più bassa ma in modo che anche Ren possa sentirlo. La casa è addobbata con delle candele che riflettono inquietanti ombre sulle pareti e non si riesce a vedere oltre un metro da me. Qualcosa mi sfiora in braccio e sussultando mi giro:

«WA! Che cosa?! Mi volevi per caso uccidere facendomi venire un'infarto?» Dissi allontanandomi per poi andare a sbattere contro il divano di pelle.

«Bello il mio costume, vero?» rise Ren facendomi un inchino teatrale.

«L'ho dovuto fare io mentre una certa persona bighellonava e arrivava in ritardo» sbuffò Alois anche se divertito dalla mia reazione.

Ren era indubbiamente entrato bene nel personaggio. I suoi soliti capelli a spazzola furono sostituiti da una parrucca lunga nera e liscia, un mantello appoggiato appena sopra le spalle, una camicia bianca attillata stile settecento, che gli delineava il fisico scolpito. I pantaloni a sbuffo gli accarezzano le caviglie magre. La cosa che mi fece spaventare però fu il trucco. Aveva il viso completamente sfregiato da parecchie ferite ovviamente finte, ma fatte così bene da sembrare spaventosamente vere.

«Mpf! Non mi entusiasma, non sopravvalutarti» risposi io dopo essermi alzato dal divano. Dovevo ammettere che stava benissimo con quel costume... metteva in dubbio la poca eterosessualità che mi era rimasta «comunque cosa dovresti rappresentare?»

«Un Dio della Morte!» mi dice con un gran sorriso avvicinandomi per scombussolarmi i capelli «oppure un principe vendicativo»

Il mio cuore salta un colpo. Calmati Dimitry! «Mmmh, si. Ci somigli almeno vagamente» dissi io cercando di darmi un tono distaccato avendo però un risultato abbastanza deludente.

«Scusate se esisto e interrompo il vostro flirt, ma ci sarebbe una festa di Halloween da affrontare e delle pizze in forno che aspettano di essere mangiate» irrompe Alois togliendomi dai miei pensieri. «e se permettete, io ho fame»

Ren si scusò in modo poco convincente e ci avviamo verso il salotto. Mi sedetti in un angolino intenzionato a stare il più lontano possibile dal Dio della Morte, ma come se mi avesse letto nella mente, mi si avvicina con le pizze in mano e si siede accanto a me, seguito da Alois. Dopo aver mangiato (cercando di non parlare con Ren, anche se faticosamente) andammo verso la taverna dove, come disse il padrone di casa, si teneva il "rito".

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