Lying in my bed, I hear the clock tick
and think of you.
Caught up in circles
confusion is nothing new.
Flashback, warm nights
almost left behind
suitcase of memories
time after...Sometimes you picture me
I'm walking too far ahead
you're calling to me, I can't hear
what you've said.
Then you say, "go slow" and I fall behind
the second hand unwinds...If you're lost, you can look and you will find me
time after time,
If you fall, I will catch you, I will be waiting
time after time....-Cyndi Lauper, 1983,
Time After Time.Lunedì, 29 marzo 1986
Will lo aveva capito non appena aveva messo piede ad Hawkins che Vecna era ancora vivo. Poteva sentirlo dentro di lui mettere le radici, poteva sentire i suoi pensieri, poteva sentirlo chiedere il pieno controllo del suo corpo. Ma Will era più forte dell'ultima volta e stava lottando duramente per conviverci. C'erano alcuni momenti in cui sembrava prevalere l'altra parte, quella che gli riempiva la testa di cattivi pensieri, e questo lo spaventava, anche se non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Non quando tutti avevano i loro problemi.
Da quel giorno sulla collina, un sentimento di rassegnazione e impotenza si era impossessato di ognuno di loro quando erano giunti alla realizzazione che Hawkins e il sottosopra erano diventati una cosa sola. Le loro lunghe ed interminabili giornate da quel giorno divennero grigie e le notti dense di fumo rosso e tenebroso, mentre quelli che gli ricordavano fiocchi di neve cadevano al suolo lentamente e senza fermarsi mai. Lo scenario era pittoresco e spaventoso allo stesso tempo. A Will ricordava un po' il famoso dipinto di Joseph Wright of Derby del Vesuvio in eruzione.
I giorni passavano, si susseguivano l'un altro velocemente e Will poteva quasi sentirne il peso sulle spalle. Erano passati sei giorni ormai, i più lunghi che avessero mai vissuto, e tutti intorno a lui stavano cercando di andare avanti come meglio potevano. Avrebbe dovuto farlo anche lui, considerando le circostanze, ma non ci riusciva. Non riusciva nemmeno a chiudere occhio, come se il suo corpo fosse in uno stato di ipervigilanza costante.
Anche quella nuova convivenza nella cabina estremamente piccola di Hopper mise a dura prova la sua pazienza. Si ritrovò a condividere una camera piccolissima con Undici, Argayle- che sarebbe rimasto lì con loro fin quando le cose non si sarebbero calmate del tutto- e Jonathan; Joyce avrebbe dormito nella camera di Hopper e quest'ultimo sul divano in soggiorno, per rispetto nei loro confronti, gli aveva detto sua mamma un giorno anche se a loro non poteva importare di meno, onestamente. Will non era esattamente contrario a quella nuova relazione tra i due, voleva la felicità di sua mamma più di ogni altra cosa al mondo, ma be' era stato preso soltanto un po' alla sprovvista. Pensava si trattasse soltanto di una questione di abitudine, però. Undici, d'altro canto, l'aveva presa bene, ma lei vedeva la bellezza in ogni cosa quindi non c'era da meravigliarsi. A Jonathan non importava, invece. Aveva una visione più ampia delle cose, concentrandosi piuttosto su un probabile e non lontano ritorno di Vecna ed un eventuale piano per sconfiggerlo una volta per tutte. Will cercava di non pensare a quello, la sua vera battaglia era quella interiore al momento. Diverse battaglie, in realtà.
Anche se sembrava la minore delle sue preoccupazioni, doveva riabituarsi a gravitare di nuovo intorno a Mike. Era diventato ancora più difficile stargli vicino da quando erano tornati ad Hawkins. Pensava potesse gestirlo, con tutti i problemi che avevano da affrontare aveva davvero pensato che i suoi sentimenti si sarebbero placati, ma si era sbagliato. Vederlo tutti i giorni e avere la possibilità di stargli vicino, rendeva Will un casino completo. Bastava che le loro dita si sfiorassero o un contatto visivo più lungo del previsto, e Will arrossiva come l'adolescente innamorato che era. Ogni emozione sembrava bruciare sotto la sua pelle, rendendolo debole.
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I Just Want You To Know Who I Am /Byler
FanfictionWill era sempre stato un ragazzo un po' strano. Mike era semplicemente un ragazzo curioso. Nessuno dei due aveva intenzione di innamorarsi.