in quale oceano in quale notte

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In quale oceano in quale notte

La sto perdendo

Chiesi al delfino

Forzare i rapporti non serve a niente, questa è la lezione da imparare.

L'unica regola è esserci. E Manuel lo sa.

Conosce ormai tutte quelle regole non scritte, neanche mai accennate da Simone e da lui stesso. Sa che ci sono e basta. Sono diventate mantra da quando sono lontani. O meglio, da quando hanno deciso di mettere le loro ambizioni e progetti per il futuro come priorità.

Si sono lasciati alle spalle una frequentazione non ufficializzata, una relazione mancata e una quasi convivenza. Nessuno dei due, in quei mesi trascorsi, ha proferito parola su quello che stava succedendo. Era tutto così naturale, che le parole e le promesse leavevano ritenute superflue.

Forse è in quel momento che le cose hanno smesso di funzionare.

Forse.

Ma da quanti forse era dipendente la sua mente? Ha sempre avuto la percezione di essere annebbiato da dei dubbi. La sensazione più forte era quella che lo spingeva a credere che questi dubbi non li avrebbe mai chiariti.

Il sentore di inadeguatezza provata con molte persone di cui si è circondato nel corso degli anni. Non lo ha mai lasciato. Consapevolmente, l'unico forse di cui è riuscito a venire a capo, è proprio quello. Si sente inadeguato con gli altri ma nonostante questo, persevera nel forzare quei rapporti.

Deve e lo fa. Lo sente, forte e limpido, ma il senso di dovere - un dovere così fedele - lo spinge cieco a continuare a vagare nella notte scura, dimenticandosi dei suoi bisogni. Li accantona perché la necessità di far funzionare le cose è più forte di quello che prova. Mette quelli degli altri davanti. Perché in fin dei conti, è così che Manuel si sente a posto con la sua coscienza.

Mette il cuore nelle azioni che compie, nei principi in cui crede. Dona tutto sè stesso, si presta ad illuminare chi gli è vicino, restando nel buio. E forse, il dubbio che non sa ancora di avere, è quello secondo cui lui rimane sempre nell'ombra, anche quando ha bisogno di luce.

È che Manuel non ha voluto parlare dei suoi sentimenti, ancora una volta. Che alla fine finisce sempre con lui che raccoglie i cocci del suo cuore in frantumi ogni volta che Simone non gli scrive un messaggio, ogni volta che trova una scusa per non vederlo, ogni volta che sorge sempre un imprevisto prima della loro uscita. Manuel vorrebbe capirci qualcosa.

Lui ce la mette tutta, ce la mette sempre tutta.

Si sta prestando a Simone più di quanto abbia fatto con chiunque, ma sembra non essere abbastanza. Non è mai abbastanza. Lo percepisce. Dal fatto che Simone non gli chieda più come sta. Da come non gli chiede più com'è andata la giornata, non gli racconta più di quanto è caotica la sua vita da quando è lontano.

Che poi, Simone e Manuel sono vicini, è che essendo Simone via da Manuel, questa distanza la percepisce come una voragine, un oceano così vasto, da non permettergli di sentirsi neanche sulla stessa terra. È come se questo oceano che Manuel vede - perché ormai riesce a vederlo da quanto sia chiaro ai suoi occhi - sia così tetro, senza speranza, abitato da nessuno, se non dalla paura di perdere Simone.

Ha sbagliato e lo sa. Conosce i bisogni di Simone, come se fossero i suoi. Lo conosce come le sue tasche. È perfettamente conscio del fatto che Simone ha bisogno dei suoi spazi, ed è per questo che è sparito. È per questo che non gli chiede più nulla sulla sua persona.

Manuel inizia a credere di poter vedere l'ombra di Simone vagare in quelle acque disperate e vederlo affogare. Non vuole che affoghi, vuole che ritrovi la sua strada per tornare da lui. Crede anche di poter portare luce in quell'acqua oscura, di essere in grado di far riaffiorare nella mente di Simone quello che sono stati. Forse quello che per un po' sono stati senza neanche saperlo.

Si mostra fiducioso, perché la fiducia è la prima via per arrivare al cuore di Simone, per la seconda volta. E forse anche l'ultima. La speranza è l'ultima a morire, un po' come l'animo genuino e probabilmente ingenuo di Manuel, che si spinge al limite, per vederci chiaro.

Perché ha capito che per riavere Simone è necessario quasi affogare. Ma forse, la cosa più importante che Manuel realizza, mentre si addentra sempre più nel cuore dell'oceano, è che la sua testa, persa nel buio dell'acqua, perde tutti i suoi forse. È come se l'oscurità dell'oceano, a contatto con la luce del suo animo, sia capace di cancellare tutte le sue incertezze, i sentori di inadeguatezza, la necessità di mettere i bisogni degli altri davanti ai propri. Nuota, nel frattempo, inseguendo la sagoma di Simone, che pare intrappolato nelle grinfie dell'oscurità. Lo incatena, stringe sempre più forte la presa, non vuole lasciarlo andare.

Che la prima regola non scritta sia quella di esserci sempre, Manuel e Simone ora lo capiscono bene. Perché Simone continua a divincolarsi, non riuscendo a liberarsi, e Manuel sta perdendo il fiato cercando di aiutare Simone a risalire con lui. È come se Simone avesse ceduto sé stesso al buio, dimenticandosi di Manuel, il quale con la sua luce sarebbe arrivato ad aiutarlo.

Perché per loro non era necessario chiamarsi e neppure scriversi. Per loro era abbastanza prestare un po' più di attenzione, per realizzare di essere l'uno nei pensieri dell'altro. Che nonostante in quel momento siano entrambi attenti, il silenzio è così assordante da non riuscire a permettergli di percepirsi.

Perché Simone ha smesso di divincolarsi, arrendendosi al buio, e Manuel ha perso la sua luce, continuando a nuotare verso una sagoma che non riesce più a scorgere.

Disse il delfino

Nell'acqua nera

Dove quello che unisce separa

Dove il silenzio è un boato

Dove sei perso anche tu

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17, 2022 ⏰

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